XV Redattore Sociale 28-30 novembre 2008

Algoritmi

La salute è uguale per tutti…

Intervento di Maxia Zandonai

 
Durata: 24' 58''
 
 
 
 
Maxia ZANDONAI

Maxia ZANDONAI

Giornalista.

ultimo aggiornamento 28 novembre 2008

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO (PDF)

 

TESTO DELL'INTERA SESSIONE*

Buonasera a tutti innanzitutto, anzi buongiorno. Tre settimane fa sono andata in Francia e ho scoperto che per aprire una comunicazione a qualsiasi ora del giorno e della notte quando si incontra per la prima volta una persona si dice bonjour, perché la giornata inizia da quel momento e se non si dice buongiorno non comincia la comunicazione. Quindi buongiorno a tutti.
Le buone maniere sono il fondamento di tutto, sto tentando timidamente di lanciare la rivoluzione del buongiorno in Italia ho già con me un centinaio di persone: tassisti, edicolanti e tutti quelli che incontro. Iniziamo dal buongiorno poi dopo si vedrà.

La salute è uguale per tutti…

Ho aperto il computer perché mi ero fatta mandare qualcosa che volevo leggervi ma ho trovato un appello che mi arriva dal Canada da una mia amica che è direttore di Radio Uno Toronto, si chiama Elena Zerbini, ha fatto la giornalista in Italia poi è andata in Canada, però continua a guardarci e collabora con chi si degna di farla collaborare. È una giornalista di grandissimo valore.
L'appello mi è arrivato in data venerdì 28 novembre 2008. Questo è il titolo "Il diritto alla salute dei migranti" mi pare che c"entri qualcosa con l'argomento di questo incontro.
Ve lo leggo, è un appello urgentissimo:

"L'articolo 32 della Costituzione italiana sancisce come diritto fondamentale dell'individuo il diritto alla tutela alla salute e garantisce agli indigenti il diritto alle cure gratuite anche nell'interesse della collettività. Il disegno di legge 286/98 all'articolo 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale, privi di permesso di soggiorno e privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di obbligatorietà di referto come per i cittadini italiani.
La Lega Nord (Padania) ha presentato attraverso 5 senatori un emendamento che prevede l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 ecc. ecc.. Vi invio questa petizione per tentare di fermare la proposta della Lega di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno compresi i bambini. Dovete  ciccare sull'indirizzo sotto e arrivate all'appello, leggere e sottoscrivere, poi cliccare su firma.
L'appello è su http://appelli.arcoiris.tv/salute.. Se siete d'accordo per favore siete invitati a inoltrare il documento dopo averlo firmato. Grazie."
Mi è arrivato dal Canada ed io ve lo porto qua. Magari l conoscete già ed io sono fuori tempo. Ogni commento è inutile. Fine dell'appello.

La parola deve essere giusta...

Dopo don Nicolini è un po' difficile parlare, perché ha parlato con parole vere.
Cosa che si sente sempre più raramente. Le parole devono essere vere mi insegnò un grande linguista, la parola non deve essere né ridondante, né banale, non sofisticata né semplice, la parola deve essere giusta e questa è una responsabilità enorme per chi comunica.
C'è una parola giusta per ogni cosa che si dice e invece spariamo parole a vanvera tutti i giorni, tutti noi, poi la politica lasciamo perdere… E allora per non fare troppa brutta figura dopo don Nicolini vorrei leggervi una robina che han scritto circa duecento anni fa che ha scritto una persona che sapeva scrivere molto meglio di me e che dimostra che anche Vico ci azzeccava quando parlava dei corsi e ricorsi storici "Istoria se ripetat"diceva, che non vuol dire che adesso andiamo a fare le guerre puniche, vuol dire qualcos'altro, vuol dire che l'uomo è sempre uguale a se stesso, quindi compie gli stessi errori, al secolo scorso c'era Hitler adesso c'è Bin Laden o chi c'è dietro.
Magari sono tanti, magari sono più vicini di quanto sembra. Allora sempre in nome di Giambattista Vico vi leggo velocemente dal I capitolo de "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni:

"Fino dall'otto aprile dell'anno 1583, l'Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d'Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d'Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è venuta e vive questa città di Milano (potrebbe essere oggi Roma altre parti d'Italia o del mondo), per cagione dei bravi (leggete rom, leggete extracomunitari, leggete quello che volete voi) e vagabondi, pubblica un bando contro di essi. Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi... i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno... ma, senza salario, o pur con esso, s'appoggiano a qualche cavaliere o gentiluomo, officiale o mercante... per fargli spalle e favore, o veramente, come si può presumere, per tendere insidie ad altri... A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a' renitenti, e dà a tutti gli ufiziali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà, per l'esecuzione dell'ordine".

Questo nel 1583.

"Ma, nell'anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore, che questa Città è tuttavia piena di detti bravi (insomma questi rom non se ne vogliono andare)... tornati a vivere come prima vivevano, non punto mutato il costume loro, né scemato il numero, dà fuori un'altra grida, ancor più vigorosa e notabile, nella quale, tra l'altre ordinazioni, prescrive:" 

E' l'ultima cosa che vi leggo, questa è la grida manzoniana la prima grida del primo capitolo dei Promessi Sposi scritto duecento anni fa o qualcosa di meno…Questa è la grida:

"Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimoni consterà esser tenuto, e comunemente riputato per bravo (sostituite con la parola rom, extracomunitario…), et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno (è clandestino…)... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizi, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo, come di sopra. Tutto ciò, e il di più che si tralascia, perché Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno". Manzoni.

Sembra scritto oggi, è il reato di clandestinità, l'aggravante di clandestinità. Solo perché sei clandestino sei 'fottuto' l'hanno fermata in qualche modo solo perché era anticostituzionale ma ci hanno provato.

Uso e abuso delle parole

L'UsigRai ha dato il patrocinio a questa iniziativa. Ha scelto, non è una cosa automatica, ha scelto di dare il patrocinio e lo da sempre, è una scelta che ogni volta si ripete ed è molto bella la definizione "redattore sociale" ma bisogna stare molto attenti all'uso e all'abuso delle parole. Sociale oggi mi fa venire in mente "social card" e…pum! Affondati.
Basta un nome in inglese per mascherare la verità, facciamo il clic day per quel macello di schifezza, di porcata che è stato (scusate le parolacce ma sono l'eccesso di velocità ).
Il clic day per gli extracomunitari o come vogliamo chiamarli, per i migranti, quelli che puliscono la casa ai nostri vecchi, che li assistono, che li sopportano, che vengono schiavizzati, oppure che li amano semplicemente e vengono riamati.
Clic day a Milano 8 e 08 fottuti, l'altra volta chi ha ciccato "clic" dopo le 8.08 è fuori, è ancora lì che aspetta, si è auto-denunciato, volendo possono andarlo a prendere. Clandestino fuori dalle balle.
Ecco il valore delle parole no? La parola deve essere giusta. Mi piacerebbe dire "redattore socialista" in un senso più Marxiano che Marxista del termine, in un senso più ideale che reale di socialismo reale del termine, in un senso più Nenniano che Demichelissiano.
Redattore chi è, quello che redige, che riferisce, che media? Media con cosa, con l'opportunità o con la verità?  Racconta quello che succede o quello che conviene raccontare? Non c'è più un giornale che scrive la verità. Non ce ne è uno. Bisogna leggere il passato, bisogna leggere Calamandrei sulla scuola per capire cosa succede oggi, bisogna leggere Manzoni con le grida manzoniane per capire cosa succede oggi. C'è qualcuno che scrive la verità? Io ho qualche dubbio.

Leggo molte parole sbagliate. Dio è verbo, sono bestemmie le parole sbagliate o no? E quindi facciamo altre parole, facciamo le carte. La Carta di Roma - mi hanno chiesto di intervenire su questo - se dico la parola carta cosa vi viene in mente? A me vengono in mente due cose, una positiva e una negativa, una è la carta straccia e quella invece positiva è in latino "scripta manent , verba volant" ma quante Carte ci sono in questo piffero di paese che nessuno legge, oppure che vengono lette senza parole vere? La Carta di Treviso ha orientato chi era sensibile ma viene disattesa tutti i giorni, in tutte le salse, ed è una vergogna.
Ieri sera - adesso vi diverto - ero a cena con un mio amico magistrato militare che mi raccontava di un altro mio amico che si chiama Agostino e che ha lanciato il diritto agostiniano. I principi di tale diritto sono tre, quando si mettono a discutere "no ma l'articolo.. il codice..ecc. ecc." allora lui fa "non spacchiamo il capello in quattro". E' il primo principio "non spaccare il capello in quattro", quante volte noi non spacchiamo il capello in quattro e quindi siamo imprecisi?
Poi ce ne è un altro che è "il diritto matematico" per cui lui, ad un certo punto dice "è il diritto matematico". Che è sto diritto? Forse c'è un giornalismo matematico che 1+1 fa 2 e non altre palle? Boh!  Poi ce ne è uno che è sublime, ad un certo punto lui dice "il più comprende il meno", cosa vuol dire l'ho capito stanotte, vi faccio un esempio: più carte ci sono meno rispetto per le persone c'è, più proclami ci sono meno deontologia professionale c'è in giro. Se ci fosse non ci sarebbe bisogno di scriverlo. Ecco  "il più comprende il meno". È un genio questo…

Non è il mestiere del giornalista usare le parole giuste? "Usare le parole giuste e non diffondere informazioni imprecise, sommarie distorte" è quello che facciamo tutti i giorni di diffondere  informazioni imprecise, sommarie distorte . Sono le regole del giornalismo e dobbiamo continuamente declinarle per i bambini, per i migranti per le donne per i vecchi ma perché?
Sono scritte nelle regole del mestiere che noi abbiamo dimenticato, per quello è sputtanata la categoria, ti credo guarda i rappresentanti. Di nuovo torniamo al valore delle parole.
Quell'applauso era sui pessimi rappresentanti, almeno su qualcosa vi ho convinto ossia che parte della categoria fa un po' schifo, è vero? E io sono una di loro. Infatti fra un po' la smetto e torno a suonare il pianoforte che è meglio. Le parole "extracomunitario", "migrante"… ho letto qualche anno fa una bellissima definizione, mi piaceva tanto era "extraitliani" ed è un pregio essere extraitliani oggi a noi che abbiamo dimenticato l'educazione e il rispetto, è un pregio. Io vorrei essere extraitliana, infatti sono sudtirolese ho la carta di identità con scritto su Repubblica italiana.  Se fanno l'autodeterminazione forse voto sì.

Il diritto del nome

Cos'è il rispetto della persona? Per tutti è il diritto al nome. Quando intervistiamo un nero gli diamo del tu. Ma avrà un nome! Abba si chiama quello sprangato a Milano. Abba che il complesso? Ed Eluana? Perché mica ce la prendiamo solo coi "negri". Eluana? C'è una cosa che mi ha mandato fuori dalla grazia di Dio con rispetto parlando il Tg1 che fa il sondaggio di opinione "Siete d'accordo o meno con la sentenza della Cassazione?" Siete d'accordo o meno? Ma se non riesce a parlarne neanche lui, neanche gli esperti. Facciamo il popolo.  Sapete chi bisogna mettere come nuovo direttore del Tg1? Pilato, poi ci ricordiamo che la gente ha scelto Barabba. Ha scelto Barabba e noi facciamo il sondaggio su Eluana. Io ho smesso di fare la giornalista, sono amica di Peppino Englaro, l'ho chiamato stasera e gli ho dato un consiglio per portarla via quando i giornalisti dormono che sono lì come gli avvoltoi e lui ha chiesto il silenzio ed io gli ho fatto una domanda stupida... Ho smesso di fare la giornalista, ho detto non voglio saperne niente, non me ne occupo e ti spiego come evitare i giornalisti, come difenderti, faccio l'antigiornalista perché è un uomo che merita un rispetto pazzesco, sua moglie sta morendo di tumore e lui va avanti, e quando stava per morire Eluana che aveva le mestruazioni (diciamo le cose vere) e quindi l'ematocrito era sceso sotto zero ci si è domandati "allora è viva!!".
L'ho chiamato e gli ho fatto la classica domanda cretina, mancava un mese alla sentenza della Cassazione, però gliel'ho fatta in privato e non in pubblico come chi l'ha intervistato l'ultima volta quando ha detto "questa è l'ultima intervista pubblica poi sto zitto", perché era costretto a parlare non è che volesse, era costretto a parlare. Bene l'ultima domanda pubblica del Tg1 è stata "cosa vorrebbe dire ad Eluana?" Io gli avrei tirato un cartone, cosa vuoi dire a un carciofo, cosa vuoi dire ad una pianta? Stato vegetativo permanente! Cosa gli vuoi dire "ciao bella ti voglio bene?"
E lui siccome è molto più intelligente di me è stato zitto e ha detto "vorrei dire ce l'abbiamo fatta!". Questa è stata la sua risposta. Uno dei tanti casi in cui l'intervistato è più intelligente dell'intervistatore. Gliel'ho fatta anche io la domanda stupida quando stava morendo Eluana  e gli ho chiesto per telefono - in privato - "che cosa preferiresti" anzi no "che cosa è meno peggio per te?" e lui mi ha fatto morire, perché mi sono sentita una merda quando mi ha detto "e me lo chiedi?" ed ho capito quanto ero stata deficiente. È chiaro che preferiva che morisse. Quale padre o quale persona può scegliere di uccidere una pianta? Perché bisogna uccidere una pianta  o qualcosa o quello che è. Ma lei così non voleva vivere è solo questo che l'ha tenuto in piedi quest'uomo, non voleva vivere così, non voleva stare lì in quello stato. È vita questa? Lei sarebbe morta se non ci fosse stato accanimento terapeutico. La Chiesa è contraria all'accanimento terapeutico non c'entra un cavolo il testamento, cioè non c'entra niente l'eutanasia, c'entra il testamento biologico ed io ho pensato, magari vuole arrivare alla fine così ha ragione. Ma che gliene frega della ragione, vuole solo smettere di soffrire, quest'uomo non potrà morire fin quando non è morta sua figlia.

Iniziamo dal buongiorno

La mancanza di rispetto è generalizzata, questo lo abbiamo visto per tutti. E su quello che diceva don Nicolini "la fede genera cultura" sono convinta ma questa cultura cosa ha generato? Incultura. Siamo un popolo senza cultura e senza memoria. Siamo un popolo di migranti ce lo siamo dimenticati? Ma non abbiamo dimenticato la paura, perché l'uomo è una bestia. Lo diceva Catenacci "l'uomo è una bestia" e quindi se fai leva sugli istinti primari ci riesci con facilità, perché lo dicono gli psicologi se uno vive con le pecore parla dicendo beeee maaaaaaaa  be beeeeeee, se uno vive con i cavalli ride come un cavallo ihhhh..ihhhh, se uno vive come un animale si comporta come un animale e quindi stupra una donna a Roma prima del ballottaggio (perché se la stupra dopo è un'altra storia...). e la Repubblica titola "Roma, allarme stupri". Ma che allarme stupri a Roma scrivete "Famiglia, allarme stupri" l'82% degli stupri se non di più avviene in ambito familiare o prossemico di gente che ti conosce. E quindi: la paura, i rom, i diversi…

C'è una rom vicino a Piazza Farnese che non chiede la carità, dice "buongiorno" non potevo non fermarmi stamattina quando mi ha detto "buongiorno" e aveva un cartello con su scritto "cerco lavoro" ma non lo leggeva nessuno. Io gli dico "tu sei brutta, sporca e cattiva" invece è bella, è pulitissima ed ha le unghie più pulite delle mie che sono già maniacale, ed è buona.
Ha una mamma diabetica, un figlio di otto mesi e suo marito l'ha piantata perché stava dietro alla mamma, poi ha una zia che è senza una gamba perché lavorava per strada in Romania e l'ha investita un mezzo pubblico e lei era dipendente del comune e gli han dato una bella pensione di 50 mila lire al mese e poi c'è un ragazzo di 18 anni che è l'unico uomo del gruppo familiare che cerca lavoro anche lui. Ma non lo troverà mai perché è "uno sporco, fottuto rom".
E invece sono persone, sono persone e stamattina la rom stava male e siccome non è stata approvata questa legge qua poteva andare forse a curarsi ma era lì perché doveva dare da mangiare a suo figlio allora io gli ho dato qualcosa, forse tanto e gli ho detto "per tre giorni sei disoccupata come mendicante, vai a curarti". Non si può chiudere gli occhi rispetto ad una che ti dice "buongiorno", non te lo dicono più gli italiani! Elvira Maria, si chiama così,  ed io ho avuto la fortuna di conoscerla. E' una piccola rom bellissima che sta vicino a Piazza Farnese e le troverò un lavoro. Con questo concludo.

* Testo non rivisto dall'autore.