Quali meccanismi determinano la "cittadinanza" di una notizia - e il relativo spazio ad essa concesso - sui mezzi di informazione italiani?
L'"ordine costituito" dei fatti e dei temi oggi trattati può essere modificato? Perché alcuni ambiti (sociali, culturali, politici, economici.) vengono sistematicamente ignorati o sovraesposti?
Perché altri sono rappresentati sempre in un "certo modo"?
La V edizione di Redattore Sociale affronta la questione della gerarchia delle notizie.
Il punto di vista è quello di chi , operando a stretto contatto con le espressioni del disagio sociale, osserva ogni giorno alcune contraddizioni: tra i fenomeni e la loro "immagine"; tra i contesti delle vicende personali e il loro "racconto" sui media; tra ciò che percepisce come "importante" e la scala dei valori utilizzata da stampa, radio e Tv.
L'impressione è di trovarsi di fronte a notizie forti e notizie deboli, che sembrano tali non tanto per la loro portata oggettiva, quanto per il loro rientrare o meno in una specie di convenzione, tacitamente accettata.
Eppure, tra i doveri del giornalista c'è anche quello di anticipare le tendenze e i problemi della società. E se per farlo ci vuole impegno,
e spesso coraggio, occorre anzitutto superare i comodi conformismi indotti dal mestiere . Ad esempio: che "la gente si annoia" con certi temi; oppure che "la gente vuole" alcune cose invece di altre. Produrre informazione su soggetti difficili, e nello stesso tempo interessare e fare audience, è possibile.
A Capodarco, da una riflessione sugli schemi gerarchici sottesi alla nostra informazione e al suo atteggiamento verso "il mondo", passeremo ad esaminare alcuni argomenti - legati al modo dei meno difesi e non solo - poco, male o solo parzialmente affrontati.
Come sempre, l'obiettivo è quello di stimolare la curiosità, aprire strade nuove di interesse, e soprattutto attivare quel dialogo con l'esterno che, paradossalmente, spesso manca proprio a chi svolge il "mestiere di informare".