La IX edizione di Redattore Sociale ha l'ambizione di approfondire uno dei punti cardine della professione giornalistica: il se, il come, il quanto la vita dei popoli e degli individui possa essere resa con i mezzi del giornalismo.
E' un conflitto forse davvero eterno.
I nudi fatti non si danno mai. Nel loro racconto, influiscono la cultura di chi scrive, il contesto, la disponibilità di dettagli. Ma anche la necessità di descrivere il male e il dolore, la gioia e l'euforia, la speranza e l'apprensione, i sentimenti più o meno intensi che sono parte essenziale di ogni avvenimento. E che lasciano più spazio all'interpretazione, facendo da "velo" alla verità.
Il linguaggio, i filtri applicati, gli strumenti usati diventano allora determinanti, perché rischiano di diventare vere e proprie "maschere" sul volto dei fatti.
In ogni modo di racontare - dal cinema alla narrativa - può esserci, in fondo, del giornalismo. Ma è dal giornalismo che ci si attende la rappresentazione della realtà oggettiva, senza licenze, né omissioni o distorsioni.
Il programma inizierà mettendo a confronto quattro forme di racconto, diverse ma ugualmente in cerca di verità: l'inchiesta a struttura "classica", il cinema "utile" e di cronaca, il reportage televisivo in "presa diretta", la "videoinstallazione" su una tragedia realmente avvenuta.
Nella consueta mattinata di formazione, sarà calato in realtà concrete e difficili il suggestivo tema di Svetlana Aleksievic nell'edizione 2001: il male e come raccontarlo.
Si cercherà quindi di analizzare quella che viene chiamata "altra" o "contro" informazione, cioè tutte quelle forme di comunicazione sociale (negli ultimi tempi in prevalenza su web) spesso legate a movimenti di contrasto all'ultraliberismo economico, che pretendono di non usare veli e di non mascherare i fatti con mediazioni e condizionamenti.
Infine il dialogo tra un economista e un giornalista, entrambi particolarmente attenti alle dinamiche dell'informazione, su quella che in fondo può essere la maschera più pesante.
* Da un'intervista a Tiziano Terzani.