Intervento di Vinicio Albanesi
Vinicio ALBANESI
Sacerdote, presidente della Comunità di Capodarco e di Redattore sociale. Dal 1988 ha ricoperto la carica di presidente del tribunale ecclesiastico delle Marche per 15 anni ed è stato direttore della Caritas diocesana di Fermo per altri dieci. Dal 1990 al 2002 è stato presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca).
Vinicio Albanesi*
Il seminario quest'anno si chiama "Meraviglia" e sapete perché? Perché mentre l'anno scorso abbiamo approfondito il tema dell'ascolto, quest'anno vorremmo sottolineare la voglia di andare a cercare i mondi che io definisco sconosciuti, non necessariamente tristi come potrebbe sembrare al primo impatto. Naturalmente l'idea è quella di non sedere inerti nella propria routine, perché questi mondi vanno cercati e soprattutto scoperti. Da qui la parola "meraviglia".
La "meraviglia" è questa voglia di cercare soprattutto nel momento in cui siamo circondati da notizie standardizzate, che poi non si capisce nemmeno da dove nascano, da dove abbiano origine, basta che guardiate le prime pagine in internet, dei giornali, vedete la prima e poi sono tutte uguali, più o meno. Noi viviamo in un mondo, in un settore, in un segmento invece che ci stimola alla ricerca, la ricerca proprio di mondi sconosciuti. L'impalcatura di questi mondi sconosciuti è data da 5 variabili che saranno il futuro del nuovo welfare; io dico che c'è una scala composta da una serie di variabili del benessere e del malessere. Qual è questa scala? Ricchi e Poveri - Giovani e Vecchi - Sani e Ammalati - Istruiti e Ignoranti - In compagnia e Soli. Su questa forbice si gioca il benessere delle persone, perché se voi prendete le varie variabili, un conto è essere vecchi, un conto è essere vecchi soli, un conto è essere vecchi poveri, un conto è essere vecchi malati. Quindi le combinazioni sono praticamente infinite e così vale per ricchi e poveri, giovani e vecchi e così vale per istruiti e ignoranti. Qualcuno mi ha detto: ma perché non parli più di disabili, perché non parli più d'immigrati? Perché stanno qui dentro. L'immigrato se è ricco non è immigrato. Il signore che ha comperato il 5% delle azioni della Ferrari era uno sceicco ma nessuno si è azzardato a chiamarlo immigrato, perché ha preso la suite migliore con 400 persone a Milano. Se poi invece incontri una badante rumena, quella è "l'immigrato"; e gli immigrati vecchi non li incontrate, strano, vero? Forse non esistono? Muoiono prima? No, semplicemente non vengono recepiti.
Io le ho incontrate le badanti nei paesi di origine, mica sono queste povere donne che noi immaginiamo. A Bucarest ho conosciuto una donna sindaco che ha fatto la badante a Milano per 3 anni e quando le ho chiesto come era andata ha fatto un sorriso triste e mi ha risposto: lasciamo perdere.
Se non riusciamo ad accorciare queste forme di differenziazione vivremo sempre con malessere.
Gli ultimi dati dicono che il 20% della popolazione italiana è a rischio attraverso queste variabili. L'obiettivo di questi tre giorni qual è? È quello di dirvi: entriamo in questi mondi ognuno dei quali ha i suoi problemi.
* Testo non rivisto dall'autore.