Intervento di Stefano Trasatti
Stefano TRASATTI
Responsabile comunicazione di CSVnet, ha fondato e diretto Redattore sociale da febbraio 2001 a marzo 2016 ed ha organizzato dal 1994 al 2016 gli omonimi seminari di formazione per i giornalisti. Ha coordinato i progetti “Parlare civile” (2013) e “Questione d’immagine” (2015), rispettivamente sul linguaggio e le immagini utilizzate dal giornalismo nel racconto dei temi sociali più a rischio di discriminazione.
Stefano Trasatti*
Vorrei aprire con dei ringraziamenti. Ringrazio la rivista "Internazionale" che ha festeggiato i 10 anni. Siamo molto orgogliosi della collaborazione con questa rivista perché la riteniamo di estrema raffinatezza, di estrema intelligenza. E' una delle poche testate che arricchiscono quotidianamente il lettore. Nella cartella abbiamo messo un numero, anche una fotocopia in cui la redazione parla dei 10 anni ed un articolo uscito nell'ultimo numero scritto da Ryszard Kapuscinski. L'abbiamo voluto mettere simbolicamente per ricordare che uno degli ospiti, forse l'ospite più grande (senza togliere nulla agli altri) che abbiamo avuto, è stato questo giornalista polacco, considerato uno dei più grandi del mondo. Ringrazio gli sponsor perché è doveroso farlo. È la prima volta che non solo l'agenzia ma anche la Comunità ha degli sponsor ed abbiamo pensato di dare visibilità a queste aziende cercando di far parlare chi verrà. Daremo la parola a persone che hanno ruoli di alta responsabilità dentro queste aziende. Si parla molto di responsabilità sociale delle imprese, abbiamo aperto una sessione che si chiama "Crederci" per capire con loro se e come si può fare in modo che queste sponsorizzazioni, queste partnership, arrivino non solo ai progetti di grande impatto mediatico, ma anche a un progetto come il nostro che in questo caso è un progetto di comunicazione ed ha ricadute molto lunghe. Ringrazio Andrea Rauch il grafico che ha progettato il depliant quest'anno e anche negli anni scorsi, ed è il capofila di una serie di grafici italiani molto importanti che hanno realizzato un sito che si chiama "Socialdesignzine". E' un sito - aggiornato abbastanza frequentemente - nel quale, come grafici, si interrogano sui temi di attualità. Traspare il modo in cui si pone il problema della responsabilità dei grafici nella cultura e anche nella politica.
Ora passo al nuovo sito internet che, al momento, non è on-line ma vi andrà a febbraio anche se è praticamente pronto. Vedrete un work in progress abbastanza definito, solo che sarebbe stata una corsa affannosa arrivare in tempo a presentarlo qui e cominciare senza un periodo di rodaggio. Come abbiamo fatto 3 anni fa vorremmo presentare questo sito e il bilancio dell'agenzia a Roma, per questo chiedo fin d'ora a Paolo Serventi Longhi di ospitarci alla federazione della stampa. Un fatto, questo, che comporta per noi un ritorno simbolico importante. Prima di mostrarvelo vi illustro brevemente le dieci novità che poi descriverò in modo dettagliato. Intanto la grafica. E' una grafica più moderna che, però, ha mantenuto sempre quella sobrietà, quella leggerezza che caratterizzava anche il primo sito. Sono stati corretti vari errori di visualizzazione, potenziato il sistema di ricerca, che diventa più facile, più immediato e il sito è più leggero.
Una grande novità è data dal fatto che abbiamo inserito per la prima volta: fotografie, audio e video. Abbiamo inserito anche banner pubblicitari. Come potete capire si tratta di cambiamenti di non poco conto. Abbiamo razionalizzato e aumentato l'area gratuita, ci sono 9 speciali che sono tutti gratuiti, compresa la rassegna stampa dalle riviste sociali che era fino ad oggi in abbonamento.
Abbiamo fatto l'home page che prima non c'era, si andava direttamente al notiziario e rinominato le aree tematiche: sono73 come prima ma ci sono dei cambiamenti di terminologia non ininfluenti visto che abbiamo aggiornato il linguaggio e corretto delle definizioni. Un'ultima cosa che non vedrete oggi ma che vorremmo fare è che il sito diventerà anche regionalizzato, quindi sarà possibile anche filtrare le notizie per regione. Nell'home page ci sono 5 notizie selezionate del giorno e i 5 più importanti appuntamenti nel calendario. C'è la possibilità di selezionare come c'era prima, tutto il notiziario del giorno che si desidera vedere. I banner sono 2 per il momento, uno grande e uno piccolo. Nell'area notiziario troviamo tutte le aree tematiche. Sono sempre 11 macro aree con le 73 sotto aree. Si apre una notizia e c'è anche la possibilità di scaricare delle foto in approfondimento. Il testo è un po' più piccolo ed è tutto un po' più razionalizzato. Vorrei sottolineare un particolare, con l'agenzia Contrasto abbiamo attivato una partnership. Si tratta di un accordo che va ancora definito ma si sono dimostrati disponibili a fornirci alcune belle fotografie. L'agenzia Contrasto è probabilmente l'agenzia di fotografi che più ha lavorato su temi sociali anche in modo tematico, con progetti molto lunghi e ha un pacco di fotografi impressionante, a cominciare dal mito Gianni Berengo Gardin fino ad arrivare allo stesso Roberto Koch. Quando provate a scaricare le foto, le immagini appaiono con la didascalia e la dicitura "Per avere questa foto in alta risoluzione contatta l'agenzia Contrasto" oppure c'è il numero di telefono.
Arriviamo all'archivio, c'è un sistema di ricerca molto più ampio. Il calendario funziona come prima e qui si accede all'area gratuita tranne che per il promotore. Si apre una scheda di quelle che sono nell'area "abbonamento", altrimenti si può cliccare ed uscire fuori dal programma. Per le leggi abbiamo ampliato le aree, abbiamo messo anche il testo della scheda sintetica, l'emanazione, abbiamo razionalizzato un po' gli spazi perché era un settore da rivedere. Lo spazio "organizzazioni" funziona esattamente come oggi. Sulla documentazione a sinistra c'è la rassegna stampa che è uno degli speciali e l'abbiamo richiamato perché è una cosa a cui teniamo molto. Abbiamo un'emeroteca di oltre 500 testate del sociale da cui traiamo articoli molto interessanti ogni 15 giorni, poi la pubblichiamo anche sul sito. Per la finestra della newsletter è stata soltanto rifatta la grafica: funziona come oggi e uscirà in top-up quando si accede a redattoresociale.it. L'area degli speciali è quella che contiene maggiori novità. Ore sono 9 mentre in passato erano soltanto 4. L'archivio dei link è lo stesso di sempre ed ha lo stesso contenuto: siamo arrivati a 2100 link suddivisi per aree. "Dieci libri sociali" è una rubrica nuova che facciamo ogni 15 giorni: selezioniamo 10 volumi tra quelli che ci arrivano dalle case editrici (siamo in contatto con 150 case editrici abbastanza assiduamente). Si tratta di una rubrica che mandiamo anche in file agli indirizzi della nostra newsletter. Una newsletter che è arrivata a 7000 nominativi e in merito alla quale c'è molto interesse, è molto gradita dagli operatori. Il database sulla formazione è stato migliorato di molto lasciando la ricerca con i calendarietti e soprattutto facendola aprire in una finestra ad hoc con i dati dell'organizzatore alla fine. Un altro nuovo speciale è quello che riguarda gli articoli dall'Africa. Da marzo abbiamo iniziato una corrispondenza con giornalisti della struttura che si chiama "News from Africa". Si tratta di giornalisti keniani che sono andati a scuola di giornalismo, ragazzi che hanno costituito una redazione, una specie di service, si chiama newsfromafrica.com, era l'ex africanews. Loro ci mandano in esclusiva questi articoli sui temi che normalmente noi affrontiamo per l'Italia e per altre nazioni, sono molto belli e scritti molto bene. Sono notizie, spesso nuove, fresche e secondo me di alto livello. I dossier sono delle inchieste che abbiamo pubblicato sul notiziario e che poi mettiamo qui. Il seminario dei giornalisti contiene gli atti, con tutti i testi delle relazioni fatte. Altro speciale nuovo è quello dei periodici stampati, 2 riviste cartacee per 2 committenti istituzionali:Obiettivo sud per il Ministero dell'Interno e Sociale Marche per la Regione Marche. Chiedo a Domenico Oliva di spiegarci in due parole in che cosa consiste la rivoluzione, perché di questo si tratta.
Domenico Oliva*
Per la rivisitazione del sito Redattore Sociale fondamentalmente ci siamo mossi su due filoni principali. Uno riguardava la rivisitazione grafica e strutturale e l'altra la parte di database, programmazione, che è quella che poi influisce di più sulle prestazioni in termini di velocità, in termini di ricerca e di altre funzioni. Partendo dalla rivisitazione grafica è stata abbandonata completamente la vecchia struttura del sito. Con l'aumento di speciali e l'inserimento dei banner è proprio nata una necessità di spazio. Oltretutto, grazie anche al settore dell'informatica che avanza velocissimo, le nuove capacità tecniche rese disponibili dal mercato hanno suggerito una nuova impostazione, per cui è stato possibile abbandonare i frame, che sono stati comodissimi in termini di spazi e di velocità per una struttura comunque ancora snella e che come potrete vedere è veloce e pratica.
Per quanto riguarda la grafica la pagina è unica, non sono stati inseriti frames, tranne nella sezione "speciali" dove è stato inserito per ognuno degli argomenti un piccolo frame che serve per dare un menù di riepilogo di tutti i numeri passati. Tutta la grafica è stata impostata su CSS e sui modelli di dreamweaver: gran parte del sito, tutte le strutture che vedete simili vengono mantenute in cash e di conseguenza il sito è assolutamente veloce e navigabile. Per quanto riguarda banner e altri elementi grafici sono stati ricavati nuovi spazi e sono stati inseriti chiaramente anche dei gestionali, che permettono la gestione dell'impression dei movimenti, la gestione completa della composizione dell'home page, dei banners. È stata aggiunta la possibilità di inserire foto sia nell'elenco notizie, sia nel dettaglio notizie. La gestione è completamente indipendente, possono essere lavorate su varie dimensioni. È possibile anche utilizzare la sezione approfondimenti, che è stata completamente riconfigurata, per dare una maggiore flessibilità e una maggiore velocità è stato ricreato un componente software completamente separato dal resto del sito che gestisce solamente questa casella di approfondimenti e riesce a gestire varie categorie, gli allegati fotografici, gli allegati video e gli allegati audio, che saranno disponibili poi con il lancio del nuovo sito. Quanto allo sviluppo software si è avuta la rivoluzione meno visibile ma sicuramente più significativa in termini di solidità e di prestazioni. È stato migrato il database da SQLserverset a SQLserver2000 con tutte le implicazioni che ne conseguono. Grazie anche a 3 anni di attività - e quindi ad una quantità enorme di materiali presenti nel database - è stato possibile rivedere tutto il sistema, metterlo a punto e renderlo più performante. È stata abbandonata l'interfaccia Asp che caratterizzava il vecchio sito. Quanto alla nuova impostazione del sito, adesso gran parte dell'interfaccia dell'area demo ancora è in Asp, tranne qualche componente che non è visibile, ma la versione definitiva che sarà on line a febbraio sarà al 90% in aspnet con qualche componente in Visual Basic Net.
Stefano Trasatti*
Alcuni annunci veloci: in cartella ci sono 2 fogli su un sito che si chiama "Stradanove", un sito di Modena a cui abbiamo dato la possibilità di inserire in cartella il loro materiale e uno spazio di 5 minuti proprio flash per parlarne. Ci sembra un sito - nel suo genere - fra i più interessanti, perché fare i siti per i giovani è facile dirlo, ma è poi difficile farlo in modo intelligente. Segue la segnalazione di un libro di Pino Ciociola "La scuola assassina" e la comunicazione di un tavolo "Società e media" che si è appena formato a Roma presso l'associazione stampa romana e che ci sembra da sostenere.
Biagio Oppi*
"Stradanove" è un sito della regione Emilia Romagna e viene gestito dal comune di Modena, che ha delegato una redazione di 5 persone. In pratica è diviso in 3 macro aree. Una prima che riguarda l'informazione istituzionale. È nato nel 1997 con l'intento di spostare sul web una serie d'informazioni che ai ragazzi arrivano difficilmente, ai ragazzi diciamo tra i 17-25 anni. Queste 3 macro aree sono divise in: informazione istituzionale, una parte in cui ci sono consulenze su tematiche particolari - sesso, droghe, patente e libretto, alcool, sicurezza stradale, gioco d'azzardo e lavoro - e poi un'altra parte, la più corposa, che è quella delle rubriche. Ci sono arte, biotek, con notizie di biotecnologia scienze, ecc., cinema, fumetti, recensioni varie. In pratica tutte le rubriche di consulenza funzionano così: i ragazzi fanno le loro domande in forma anonima al sito, noi inoltriamo la domanda all'esperto e in maniera anonima i ragazzi ricevono risposta, successivamente selezioniamo le varie domande e risposte e le pubblichiamo sul sito. Tendiamo di solito a usare titoli molto ironici per sdrammatizzare un po' i problemi e per avvicinare il più possibile i ragazzi a un certo tipo d'informazione.
Stefano Trasatti*
Un boom di iscritti, quest'anno, più di 250 e per la prima volta abbiamo dovuto respingere almeno una quarantina di persone. E' la prima volta che succede, ci è dispiaciuto molto, non ce l'aspettavamo. Invito Giovanna Rossiello a venire qua e vi faccio notare che in cartella c'è il bando del nuovo "Premio Paola Biocca" per il reportage.
È un premio che è nato qui, sull'onda dell'emozione, perché Paola Biocca doveva venire a parlare a Redattore Sociale e 13 giorni prima che venisse ha avuto un incidente d'aereo. È stato indetto dal Cnca e dal Premio Calvino, è giunto alla sua quarta edizione, ha prodotto dei lavori molto belli, è uscito anche un libro con una selezione per le edizioni E/O, ve lo segnalo perché la scadenza è il 30 novembre. Come vi dicevo avete in cartella il progetto "Media e società" che è nato a Roma, la Rossiello ve lo spiegherà in breve, ve lo sintetizzerà per chiedervi poi anche un impegno, credo.
Giovanna Rossiello*
Presso l'associazione "Stampa romana" è nato un tavolo di confronto tra media e società al quale vorremmo che aderiste in tantissimi, perché è un'iniziativa contro l'omologazione dell'informazione in Italia. Lo scollamento che c'è tra l'Italia raccontata dai media generalisti e il pluralismo delle tante voci e delle tante realtà che operano a favore dell'integrazione, della legalità e della pace, ci ha spinto a lavorare insieme sui pregiudizi, a collaborare, giornalisti di media generalisti e giornalisti di media alternativi.
Due circuiti, questi, che finora, a parte lodevoli eccezioni, non sono riusciti a creare un'informazione, una cultura della solidarietà che non sia relegata alla pagina delle anime belle. In tanti di noi troviamo veramente un grande disagio a pensare che donne e uomini come Tonelli sono morti in Somalia e sono state relegate le loro vicende soltanto nelle pagine più sensibili di giornali coinvolti come possono essere "l'Avvenire" e "l'Unità".
Non è possibile. Noi diciamo che dobbiamo rieducarci ad una notizia, a far si che le non notizie diventino notizie, perché se c'è stato questo lutto nazionale per esempio per i morti di Nassirya, che ci ha riportato a interrogarci su tante parole come identità, patria, senso di responsabilità, umanità, non possiamo pensare che siano valori che valgono soltanto per un giorno. Insieme cerchiamo di rovesciare i luoghi comuni, far si che siano visibili le persone che portano contenuti in ogni parte del mondo dalla parte della pace e dell'integrazione e vogliamo portare le nostre elaborazioni a livello locale, regionale, nazionale, a livello europeo, per riflettere, per arrivare insieme ad una nuova cultura della partecipazione.
Per finire vorrei citare dal libro di Marco Revelli, il filosofo de "L'uomo solidale", che ha scritto "La politica perduta", ha detto: "decine, centinaia di migliaia di donne e di uomini sono al lavoro negli interstizi del disordine globale per riannodare i nodi, ricucire le lacerazioni, elaborare il male, per sciogliere i grumi dell'inimicizia, che i dislivelli planetari, conflitti identitari portano in ogni parte del mondo e si trovano a Bagnaluca come a Bagdad, nelle Favelas, nelle Balìe di Parigi, nell'Islam di New York e Londra, nel Mogadiscio, a riparare dal basso i danni che flussi dell'economia e della politica producono. Sono quelli che la politica guarda con un sorriso di commiserazione, come si guardano le anime belle, ma sono loro l'unico embrione fragile esposto di uno spazio pubblico non avvelenato (...). Non sono ancora il presente, sono tutt'al più un vago presagio di futuro di una possibile, inedita politica del futuro". Credo che dobbiamo ripartire da qui, da questo spazio, da Capodarco, un luogo dedicato alla sensibilità e alla partecipazione dal basso per cominciare a interrogarci sul nostro lavoro di informatori e anche a far ragionare la politica per cercare unità e quindi per dare senso al loro spazio di rappresentatività delle cose, grazie.
Stefano Trasatti*
Vi segnalo che c'è in distribuzione una rivista nuova che si chiama "Cittadinanza attiva". Riprende una testata che già esisteva, ci collaboriamo anche noi, ve la segnalo perché è molto bella, agile, fin dal primo numero è partita bene, insomma ci è piaciuta. L'ultima citazione breve è per il libro di Pino Ciociola "La scuola assassina", è un giornalista de "l'Avvenire", ed è uno dei più affezionati, di 10 edizioni del seminario ne ha fatte 9.
Ha scritto questo libro sulla tragedia della scuola di S. Giuliano di Puglia, sul terremoto, è stato l'unico giornalista che ha seguito questa vicenda con tutti gli aspetti poco chiari sul suo giornale per un anno intero, alla fine l'ha messo insieme. Dice che ha scritto questo libro anche sulla scorta di quello che ha ascoltato qua a Capodarco e questo ci fa piacere.
È un libro che avrebbe potuto non fare, perché è un libro scomodo su una questione che, con tenacia, lui e il suo giornale hanno voluto tenere viva, con molta testardaggine se vogliamo. Un libro non di quelli facili anche da diffondere, ma ci è sembrato un esempio di giornalismo che anche se è nato da un coinvolgimento emotivo, lui poi vi spiegherà perché, resta un esempio di giornalismo rimasto professionale pur con questo coinvolgimento.
E' uno dei temi di cui qui abbiamo discusso molto, è la dimostrazione che si può fare quello che dicevamo qui da tanto tempo. È il giornalismo terra terra, quello che incontra le persone.
Pino Ciociola*
Quanti di voi sanno che quei bambini non sono stati uccisi dal terremoto? Credo pochi. Non ne so le ragioni, ma credo di poterlo dire. Conosco questa vicenda a fondo - pranzo e ceno con i genitori quando vado a S. Giuliano. Non ne conosco le ragioni - dicevo - ma credo sia scattata una copertura mediatica sulla verità, su S. Giuliano, una fiammata emozionale, le dirette, la scossa del giorno dopo, i bambini che escono vivi, morti la notte. 20 giorni dopo non sappiamo più nulla. Solo l'Espresso ha fatto un pezzo intitolandolo "La scuola degli orrori". Quei bambini non sono stati uccisi dal terremoto. Io non ho fatto un libro perché sono più bravo degli altri, non credo affatto di essere più bravo degli altri, probabilmente mi sono avvelenato e appassionato a quella vicenda. Ho visto i cadaveri dei bambini, i bambini col visetto blu. Vuol dire che erano morti per soffocamento e ai genitori si è spezzato il cuore, perché devono aver sofferto da morire. Ho visto il corpo di una bambina che aveva ancora una matita in mano. Ho visto una bambina che non aveva più quattro quinti della testa, sono andato in Bosnia, ho seguito già altri terremoti. Non è questione di vederli per la prima volta, è questione che 27 bambini uccisi sono qualcosa di particolare, che tu la sera ti metti a letto e pensi a quello che dovrai cercare di fare il giorno dopo perché abbiano giustizia. A S. Giuliano la situazione è tragica, temo realisticamente che possa finir male. Uno dei sogni che ho in questo momento è che a S. Giuliano possano tornare a vivere in pace. I documenti che sono citati nel libro sono ormai addirittura non più coperti dal segreto istruttorio. Questa è una battaglia per la verità non per me, né per i genitori di S. Giuliano, per quei 27 bambini che avete visto in quelle bare bianche e non solo per loro. Il 57% delle scuole italiane non ha certificato di agibilità statica. Potrei citarvi Monte Libretti, Giarre, Savona, Messina e quant'altro e se non faremo questa battaglia fra un mese o fra un anno altri giornalisti come noi dovranno andare a raccontare queste tragedie, la cui responsabilità non è affatto nella fatalità. È stato difficile scrivere senza essere coinvolti, molto meno il libro, molto più i pezzi per il mio giornale, però credo che mettersi davvero la sera a letto e non riuscire a dormire perché ti viene in mente quello che devi fare il giorno dopo sia realmente una grazia, continuo ad averla e spero di non perderla.
* Testo non rivisto dall'autore.