Nessuno sa oggi descrivere lo scenario futuro dell"informazione: come sarà "consumata", su quali supporti verrà diffusa, con che risorse e guadagni. Ma c'è una cosa su cui molti concordano: il modo di fare giornalismo cambierà nelle forme, non nella sostanza. Insomma, non morirà: perché ci sarà sempre bisogno di informazione attendibile, trattata con professionalità e autonomia, e con una forte tensione etica.
Perché, allora, non approfittare di questi anni molto tempestosi per la professione giornalistica? Potrebbe essere l"occasione per migliorarne l'immagine verso un pubblico che non la considera più come una volta... Correggendo vizi, cambiando modi di scrivere e di raccontare, rivoluzionando le gerarchie delle notizie. E" una sfida che vale soprattutto per i giovani, per chi si sta inoltrando da poco nel mare aperto di un mestiere in pieno rivolgimento.
Un'attenzione più costante e meno superficiale ai fenomeni che chiamiamo "sociali" (dai disagi vecchi e nuovi all'impegno volontario per contrastarli) può essere parte di questa sfida. Nel sociale c'è un'infinità di notizie che spesso non sono viste, o che non sono considerate tali di fronte all'agenda setting dominante. Il problema è riconoscerle, seguirle, trattarle con competenza. A partire dal linguaggio che si usa.
Questa terza edizione di Redattore Sociale a Milano si rivolge in particolare ai giovani e aspiranti giornalisti e si propone, come nella formula ormai classica di questi seminari, di offrire nozioni, chiavi di lettura, strumenti di lavoro sui fenomeni sociali più rilevanti; ma anche idee e punti di vista diversi sulla rappresentazione di tali fenomeni sui mezzi di informazione. Provviste utili per una navigazione più tranquilla.