La percezione di "non farcela" accomuna ormai i normali ai marginali, trasformando spesso in problema insormontabile l'aspirazione a un livello di vita appena migliore, o il semplice accesso a diritti elementari.
Sembra quasi diffondersi un sentimento di disabilità sociale anche tra chi non vive, della disabilità, gli effetti fisici o mentali. Una condizione in cui la propensione alla solidarietà - naturale all"uomo almeno quanto l'individualismo - resta come schiacciata nella quotidiana consapevolezza di vivere in una "città crudele".
Dove si riduce inesorabilmente la motivazione a dare perché si riduce anche la speranza di ricevere qualcosa in cambio.
La convivenza è una pianta delicata.
La sua qualità dipende da equilibri precari, fatti di economia, di scelte urbanistiche, di politiche sociali pavide o audaci, di condizionamenti esterni, di eventi che incidono sull'immaginario popolare. Equilibri determinati anche da immagini e notizie, trasmesse attraverso un lavoro giornalistico sempre più arduo da svolgere.
Questo seminario intende inaugurare una sede permanente dove riflettere insieme - giornalisti, studiosi e operatori sociali - sulle possibilità di migliorare la convivenza nella "Grande Milano".
Ragionando sulle fonti vecchie e nuove, sulla gerarchia delle notizie, sulle competenze e le sensibilità che gli operatori dell'informazione hanno il dovere di coltivare, in modo speciale, quando si occupano di chi "non ce la fa".
Un appuntamento annuale dove imparare di nuovo a parlare di persone, e non solo di problemi.
A raccontare la città anche attraverso le emozioni dell'incontro, e non solo con emozionalità prefabbricate davanti a un computer.
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