I Redattore Sociale Trento 12 marzo 1999

Redattore Sociale

Saluto e benvenuto

Intervento di Alberto Pacher

 

Alberto Pacher, Sindaco e Assessore alle attività sociali del Comune di Trento*

Siamo alla ricerca di nuove frontiere e di nuove possibilità, proprio perché i fenomeni sociali mutano. In questa ricerca di una grammatica sempre in movimento delle relazioni tra soggetti deboli, tra le situazioni di sofferenza e il contesto sociale, ecco che il rapporto con l'informazione, che ovviamente rappresenta il veicolo principale per la definizione di queste modalità di rapporto, diventa assolutamente strategico e decisivo. La presenza, oggi, di numerosi giornalisti e addetti ai lavori, credo sia un segnale straordinariamente positivo. Veder partecipare a questo convegno tanti operatori sociali, persone che si occupano di questi temi, a fianco di tanti operatori dell"informazione, credo sia una buona partenza di questo rapporto che comunque ha già avuto delle tappe di riflessione precedenti.  
Cogliamo l'importanza di questo momento di incontro anche per quanto riguarda quello che sta al di là del rapporto stretto tra i soggetti deboli e l'informazione. Premesso che nei confronti dell'informazione tutti noi possiamo diventare dei "soggetti deboli", va detto che questo momento è importante anche per le ricadute che la correttezza di questo rapporto può avere sull'intero corpo sociale. Noi oggi ci stiamo interrogando - noi nel senso di tutti i pubblici amministratori di tutte le città d'Italia e non solo - sul tema clou di questi anni, ossia quello dell'identità della coesione sociale. Tale tema interpella ormai senza possibilità di dilazione nel tempo i pubblici amministratori. Allora interrogarsi su tutto ciò vuol dire riflettere sui meccanismi che rinforzano il senso di appartenenza, i legami sociali, la coesione sociale: quindi l'identità di un contesto urbano. Ebbene, io sono convinto che uno di questi meccanismi, uno di questi passaggi fondamentali, è proprio la capacità da parte del tessuto sociale complessivo, quindi della comunità cittadina, di riuscire ad interpretare nella maniera più corretta possibile, quindi senza cogliere solo gli aspetti di superficie ma anche le sfumature, anche i propri settori più problematici. Quindi una comunità che riesce a leggere se stessa, i propri aspetti di debolezza e i propri segmenti più problematici e meno intraprendenti e che proprio in questa lettura riesce ad avere un'immagine di se stessa non stereotipata, non misurata solamente sulle emergenze più forti, quindi sulla configurazione, sulla morfologia, sugli aspetti più salienti dei soggetti più forti della città. Questa, tra l'altro, è la premessa assoluta perché si possa sviluppare quel meccanismo di comunità che aiuta se stessa e che si investe sempre più direttamente nei meccanismi di coesione sociale, quindi nei meccanismi di aiuto, di condivisione, di solidarietà diffusa, superando anche il meccanismo tradizionale di sicurezza sociale al quale siamo abituati.  
Noi - l'amministrazione di cui sono portavoce e di cui porto il saluto a voi tutti - siamo convinti che momenti come questo stimolino la riflessione ad aprirsi su un ragionamento complessivo della comunità su se stessa. Quindi, da questo punto di vista, io vi auguro veramente una giornata proficua. Sono convinto che questa mattina, dal livello di riflessione che si riuscirà a dare tutti insieme, trarranno beneficio non solo i diretti interessati, e quindi i "soggetti deboli", gli operatori, le categorie o il mondo dell'informazione, ma l'intera città. Grazie. 

Dario Fortin  

Grazie al sindaco per queste parole che ognuno di noi, conoscendo anche la sua competenza in quanto assessore alle politiche sociali, oltre che sindaco reggente, sente non solo formali o di rappresentanza, ma vicine e centrate. Il suo intervento coglie perfettamente l'obiettivo e la sostanza di quello che vogliamo fare oggi. Passo subito la parola a don Dante Clauser per l'introduzione e un saluto al convegno.


* Testo non rivisto dall'autore. Le qualifiche si riferiscono al momento del seminario.