L’immigrazione non fa più notizia sui media italiani

13dic2021

Nel 2021 sono 660 gli articoli in prima pagina dedicati al tema, il 21 per cento in meno rispetto al 2020, anno in cui già si registrava una flessione dell’attenzione nell’agenda dei media. Il dato emerge dal nono rapporto di Carta di Roma “Notizie ai margini”. Diamanti: "Solo per il 6% dei cittadini l'immigrazione costituisce l’emergenza prioritaria"

ROMA - L’immigrazione non fa più notizia: nel 2021 sono 660 gli articoli in prima pagina dedicati al tema, il 21 per cento in meno rispetto al 2020, anno in cui già si registrava una flessione dell’attenzione nell’agenda dei media. Il dato emerge dal nono rapporto di Carta di Roma “Notizie ai margini”, presentato oggi a Roma. Stando ai dati è Avvenire il quotidiano che nonostante la flessione continua a mostrare maggior interesse (203 notizie), segue La Stampa (123), il Giornale (112), La Repubblica (95), il Fatto Quotidiano (65) e Corriere della Sera (62). Come spesso accade, il picco dell’attenzione si registra in estate. Nel 2021, in particolare, il mese con maggiori notizie dedicate al tema è agosto con la presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan. Ma in cima all’agenda dei temi rimane la questione dei “Flussi migratori” (58% degli articoli). Una quota di attenzione rilevante è riservata anche alla voce “Accoglienza” (22%), alimentata soprattutto dalla crisi afghana e dalle notizie relative al caso Riace e alla condanna dell’ex sindaco Mimmo Lucano. Seguono a distanza, e con percentuali analoghe, le classi tematiche “Economia” (7%), “Società e cultura” (6%) e “Criminalità e sicurezza” (5%). Uno spazio marginale (1%) è riservato alle notizie sul “Covid-19” e sul “Terrorismo”.

Il primato dei titoli allarmistici è del Giornale (34,5% delle notizie), mentre è Avvenire il quotidiano che tratta il tema con toni maggiormente rassicuranti. Tra le parole più usate c’è “Europa” luogo di approdo, transito o chiusura e simboleggiato da “confini, “frontiere” e “muri”. Altre questioni oggetto dei titoli sono i nuovi arrivi via mare, la rotta balcanica e, in misura minore il dibattito politico interno come la questione dello ius soli, tirata in ballo dal nuovo segretario del Pd, Enrico Letta. Secondo il report nel periodo gennaio-ottobre 2021 in tutto sono 4.101 i titoli sulle migrazioni nelle 94 testate esaminate, la quantità più esigua registrata negli ultimi 9 anni. La media è stata, dunque, di un titolo ogni 13 persone arrivate sul territorio italiano via mare.

“Le notizie che in questi anni hanno catalizzato l’attenzione, ispirato campagne elettorali, condizionato le politiche europee, nutrito l‘odio di molti, portato la paura nelle nostre case, nel 2021 sono rimaste prevalentemente lì, in quello spazio un po’ indefinito a due passi dall’indifferenza. Eppure quelle notizie ci sarebbero ancora ma invece restano ai margini e suona davvero strano - sottolinea Valerio Cataldi, presidente di Carta di Roma -. Le notizie sulle migrazioni sono relegate in un angolino della comunicazione giornalistica, ma pur sempre pronte a riprendere vita quando lo pretenda il ringhio preparatorio della prossima campagna elettorale o della nomina del Capo dello Stato. Quando la propaganda li evoca diventano improvvisamente 'decine di migliaia'. La costruzione della paura è un meccanismo estraneo a chi cerca di sopravvivere, muovendosi in bilico su quel filo spinato che l’Unione Europea ha steso ai margini di sé stessa. Una quantità di filo spinato capace di avvolgere più e più volte l’intero pianeta. I bambini ci rimangono incastrati spesso. Famiglie intere portano sulla pelle i segni dello stesso rotolo di filo spinato che hanno cercato di attraversare più volte”. 

Secondo il sociologo Ilvo Diamanti, sono passati i tempi della grande “paura dell’altro”. “Le nuove migrazioni dipendono, soprattutto, dalle crisi e dalle guerre medio-orientali. In Iraq e soprattutto in Afghanistan. Che ha suscitato preoccupazione, fra gli italiani, non tanto per le possibili conseguenze sulla nostra sicurezza. Ma, soprattutto, sulla sicurezza e sulla condizione degli afghani, come ha mostrato un sondaggio condotto da Demos per Unipolis, negli scorsi mesi. Tuttavia, l’immigrazione non è più un’emergenza, nella percezione dei cittadini. Sicuramente non costituisce “l’emergenza” prioritaria - spiega -. È, infatti ritenuta tale da una quota molto ridotta: il 6%. Inferiore, di poco, rispetto alla media europea, secondo l’indagine in 5 Paesi, fra i più importanti. Molto al di sotto, in particolare, in confronto alla Francia".

Il nuovo Rapporto curato da Carta di Roma, dedicato allo spazio e all’attenzione riservata sui media a questi argomenti fornisce, al proposito, indicazioni chiare. E interessanti. Segnala, infatti, come l’informazione sulle migrazioni e sui migranti abbia cambiato di segno e direzione. Sulle prime pagine dei quotidiani e dei telegiornali, in particolare, questo tema conta sicuramente meno. Anzitutto, per una ragione evidente, che aveva condizionato e contenuto lo “sguardo mediale” già nell’ultimo anno. L’irruzione del Virus. Il Covid. Lo Straniero senza patria e senza volto. Che naviga fra noi, senza bisogno di attraversare confini clandestinamente. Senza bisogno di imbarcazioni. Il Covid è uno “straniero invisibile”, che ha reso “meno visibili gli stranieri” che provengono da altri Paesi”.