Giornalismo, World press freedom index: restrizioni in 130 paesi

21apr2021

Giornalisti "bloccati o parzialmente bloccati" in 130 Paesi del mondo: è l'allarme che emerge dall'ultimo rapporto di Reporters sans frontieres 

ROMA - Giornalisti "bloccati o parzialmente bloccati" in 130 Paesi del mondo: è l'allarme che emerge dall'ultimo rapporto di Reporters sans frontieres (Rsf), ong che monitora le libertà di stampa e la sicurezza dei cronisti a livello globale. Sui 180 Paesi presi in esame, il 73% - pari a 130 Stati - mostrano una situazione "molto grave", "difficile" o "problematica" per gli operatori dei media. I Paesi della categoria "buona", ossia dove le libertà sono garantite, passano dall'8 al 7% - 12 Paesi - rispetto al 2020, mentre quelli in fascia "piuttosto buona" sono meno del 20% del totale.

Il 'World Press Freedom Index 2021: il giornalismo è un vaccino contro la disinformazione, bloccato in più di 130 paesi' riferisce che con la scusa delle misure per contenere la pandemia, in molti paesi la libertà di movimento dei giornalisti è stata ridotta.

Le difficoltà nel condurre inchieste e approfondimenti si rileva in Asia e Medio Oriente ma anche in Europa. Lo studio cita poi dei casi specifici: "I presidenti Bolsonaro in Brasile (al 111esimo posto, 4 posizioni in meno rispetto al 2020) e Maduro in Venezuela (148esimo posto, sceso di una posizione rispetto al 2020) hanno promosso farmaci la cui efficacia non è mai stata dimostrata dal mondo medico: fortunatamente, sondaggi come quelli dell'Agencia Publica brasiliana o articoli dettagliati pubblicati dagli ultimi giornali venezuelani indipendenti hanno stabilito la verità dei fatti". In Iran, al 174esimo posto, "le autorità hanno rafforzato il controllo sull'informazione e aumentato le condanne dei giornalisti per contenere meglio il numero di decessi legati al Covid-19". In Egitto, classificato al 166esimo, "il potere del presidente Al-Sisi ha vietato la pubblicazione di dati sulla pandemia diversi da quelli del ministero della Salute. In Zimbabwe (130esimo posto), il giornalista investigativo Hopewell Chin'ono è stato imprigionato poco dopo aver denunciato uno scandalo di appropriazione indebita di denaro pubblico nell'acquisizione di attrezzature per contrastare l'epidemia". Negli Stati uniti, stando al partner di Rsf, US Press Freedom Tracker, 30 reporter sono stati arrestati durante il mandato di Donald Trump.

In testa alla top 10 della classifica invece, per il quinto anno consecutivo, c'è la Norvegia, seguita da Finlandia, Svezia e Danimarca. Al quinto posto Costa Rica, poi Olanda, Giamaica, Nuova Zelanda, Portogallo e Svizzera. La Germania è al 13esimo posto, seguita dal Canada. La Spagna è al 29esimo, mentre Regno Unito e Francia al 33esimo e 34esimo posto. L'Italia è al 41esimo seguita al 44esimo dagli Stati Uniti. Tra i Paesi africani, i primi a comparire sono la Namibia al 24esimo posto, Capo Verde al 27esimo e Ghana al 30esimo posto. Il Sudafrica è 32esimo in classifica.

Fanalino di coda è invece l'Eritrea, al 180esimo posto, preceduta da Corea del Nord, Turkmenistan, Cina, Gibuti, Vietnam, Iran, Siria, Laos, Cuba e infine Arabia Saudita al 170esimo posto.

Se valutata per blocchi continentali, la classifica resta invariata dal 2013: prima l'Unione europea con la regione dei Balcani (Ue Balkans), seguita da Americhe, Africa, Asia, Europa orientale e Asia centrale (Eeac) e infine Medio oriente e Nord Africa (Mena). (DIRE)