La pandemia dimezza le notizie sui migranti nei telegiornali
ROMA - Le notizie relative all’emergenza sanitaria legata al coronavirus dimezzano lo spazio dedicato all’immigrazione nei tg nazionali: dopo anni infatti sono 2012 le notizie nei primi dieci mesi del 2020, la metà rispetto a quelle rilevate negli ultimi due anni (erano 4058 nel 2018 e 4002 nel 2019). Lo rivela il rapporto 2020 di Carta di Roma “Notizie di transito”.
L’attenzione al tema è discontinua: presente nei primi due mesi dell’anno e poi nel periodo estivo. Nonostante questo, però, l’immigrazione resta un terreno di scontro politico: nel 38% dei casi nei servizi è presente un soggetto politico. Il primo tema in agenada è quello dei flussi migratori (37%), seguono società e cultura (27%) e criminalità e sicurezza (15%).
Il report ricorda che permane anche nel 2020 una sproporzione tra la narrazione degli arrivi via mare e quella relativa alle vie legali (691 a 2). Bassa è anche la copertura relativa all’accoglienza (4% di attenzione), spesso inserita in un racconto emergenziale (le “fughe” dai centri di accoglienza, il collasso dell’hotspot di Lampedusa, la gestione durante il Covid). Nella classifica dei luoghi, l’Italia si colloca al primo posto (72% di copertura) seguita da Usa (11%) dopo le proteste antirazziste. La Sicilia (con Pozzallo e Lampedusa) è la regione più presente nelle notizie. Anche quest’anno permane il poco spazio lasciato ai migranti come soggetti della narrazione: solo nel 7% dei servizi sono presenti in voce.
“Il calo del tema migranti nell'informazione mainstream è in linea con il dato europeo. Ormai l’emergenza arrivi è superata da tempo, la vera emergenza è la perdita vite umane. Ma l’attenzione mediatica continua ad essere tutta sugli arrivi via mare, che non solo sono calati ma sono ben paragonabili a quelli via terra, ad esempio dalla rotta balcanica - sottolinea Carlotta Sami, portavoce Unhcr -. C’è tutta un’altra storia che si potrebbe raccontare ma viene raccontata meno: un dato certo è che la crescita della popolazione straniera in Italia è stabile. Il tema della rappresentazione resta centrale, ci lavoriamo da anni, ma è difficile attirare l'interesse dei media sul protagonismo dei rifugiati”
Per quanto riguarda i social network, su Facebook prevale la cronaca. In particolare si elencano i casi di positività dei migranti sbarcati, le “fughe” dai centri di accoglienza e le proteste dei cittadini. Nell’insieme si tratta di una narrazione emergenziale portata avanti con un linguaggio allarmistico, presente soprattutto in alcune testate. Pochi invece sono i post di contro-narrazione che danno voce ad esperti, anche per smontare le bufale.
Per quanto riguarda Twitter, invece, nel report vengono analizzati i post dei politici, che agiscono su più livelli di persuasione. Spiccano i post sugli “italiani a casa e i migranti liberi di sbarcare”, le notizie non veritiere e la retorica dell’altro. In particolare il “blocco dei confini” viene confuso con il “blocco dei contagi”, in una contrapposizione continua tra italiani e migranti possibili untori.