Kapuscinski in Angola, un film d'animazione tratto dal reportage
Cosa fareste se raccontare la verita' e fare lo scoop della vita rischiasse di causare ancora piu' morti e distruzioni? È il dilemma che attanaglia Ryszard Kapuscinski, reporter e maestro di giornalismo, allo scoppio della guerra civile in Angola nel 1975. L'interrogativo e' il cuore di un documentario di animazione presentato in anteprima a Firenze e a Roma, in arrivo nelle sale italiane il 25 aprile.
Tra foto d'epoca, interviste ai sopravvissuti e cartoni, gli 85 minuti firmati dal regista spagnolo Raul de la Fuente e dal polacco Damian Nenow ricostruiscono il viaggio del reporter da Luanda verso il fronte sud. C'e' l'incontro con Carlota, una guerrigliera del Movimento popolare di liberazione dell'Angola (Mpla) che anziche' sparare alle persone vorrebbe guarirle. E c'e' l'avamposto di Pereira de Eca, oggi Ondjiva, al confine con la Namibia: qui il reporter incontra il comandante Farrusco, un portoghese che pure ha scelto di stare con l'Mpla e regge il fronte sud con appena 50 uomini.
Le notizie, e gli scoop, sono due: l'invasione da parte dei carri armati del Sudafrica dell'apartheid, sostenuto dagli Stati Uniti e dalla Cia; l'arrivo dei cubani a Luanda, che difendono l'Angola, l'Mpla e l'internazionalismo socialista. Kapuscinski trasmette la prima alla redazione di Varsavia. La seconda, nella risposta via "telex", dopo l'addio a Carlota, non partira' mai.