La Rai? Di Trapani (Usigrai): "Di tutto ha bisogno tranne che di conservazione"

29nov2015

Il segretario del sindacato giornalisti della tv pubblica al seminario “Frontiere”. Plauso per il concorso: “In Rai si entra attraverso procedure trasparenti e meritocratiche”. E sulla riforma: “Siamo in fase di stallo. L’unica proposta è del sindacato”

La Rai? Di Trapani (Usigrai): "Di tutto ha bisogno tranne che di conservazione"

L’ultima giornata del seminario “Frontiere” si apre con l’intervento di Vittorio Di Trapani, dal 2012 segretario dell’Usigrai, della redazione internet di Rai News. Un intervento, il suo, mirato ad illustrare la situazione della Rai, alla vigilia dell’auspicato Piano di ricostruzione del servizio pubblico. “La prima iniziativa pubblica a cui ho partecipato è stato il seminario di Redattore sociale, l’ultima iniziativa è proprio a Redattore sociale – ha affermato -. Questo restituisce il senso dell’impegno della Rai servizio pubblico e del sindacato: rimettere al centro temi spesso dimenticati”. E ha continuato: “Nei nostri telegiornali si parla di esteri per circa il 29%, dopo gli attentati di Parigi si è passati al 61%. Questo è preoccupante: è un fallimento dell’informazione sapere che per parlare di esteri occorre aspettare degli attentati. Occorre invece parlarne prima, anticipare. Questo è il senso che ha messo insieme alcune associazioni (Articolo 21, Usigrai, ecc…) per sviluppare un certo discorso”.

Il compito del servizio pubblico. Credo che se parliamo di servizio pubblico e di attualità, non possiamo dimenticarci di quello che in queste ore sta avvenendo a pochi chilometri da qui. Quello che sta avvenendo in Turchia deve preoccupare tutti noi. E’ il Paese con il più alto numero di giornalisti incarcerati. Ieri l’assassinio di un avvocato curdo. Non posiamo reagire parlandone e basta: probabilmente deve partire un’iniziativa dell’intera Europa. E da qui proviamo a dire: mettiamo insieme i sindacati giornalisti di tutta Europa e le associazioni per una iniziativa, magari davanti alla sede della Commissione Europea o dell’ambasciata turca, per dire che non possiamo far finta che non sta avvenendo nulla. Basta con lo stop delle riduzioni dei diritti in Turchia. Non si lotta contro il terrorismo comprimendo i diritti”.

Premio Morrione. La Rai ha aderito subito all’associazione amici di Roberto Morrione: “Rilanciare il servizio pubblico significa ripartire da grandi figure come quella di Roberto. Con l’iniziativa si premiamo le idee, si dà la possibilità ai giovani di avere un sostegno professionale per dire: se hai un’idea di inchiesta ti aiutiamo a realizzarla”.

Il concorso Rai. “In Rai si entra attraverso procedure trasparenti e meritocratiche”. Di trapani ha tenuto a precisarlo, con riferimento al recente concorso per giornalisti. “Si sono presentati in 3 mila, 400 si sono presenti alla seconda fase, in 100 hanno superato la selezione dove la Rai attingerà. Finalmente si afferma che la Rai servizio pubblico sceglie i giornalisti attraverso una selezione pubblica”. 
“E questo è uno dei cardini intorno a cui ricostruire il servizio pubblico – ha aggiunto -. Abbiamo preteso la presenza di un osservatore per garantire i partecipanti, per dire che quella era una selezione seria e rigorosa”.

Riforma della Rai. “Quello che ha colpito è che a quanto pare, per il momento, ogni ipotesi di riforma è in totale stallo – ha affermato il segretario dell’Usigrai -. E’ stato positivo che il consiglio di amministrazione abbia ritenuto decaduto il Piano passato. Ma dire no a quel piano non può voler dire restiamo così”. 
“La Rai di tutto ha bisogno tranne che restare così com’è – ha continuato -. Abbiamo anche presentato un progetto come sindacato. Noto che ad oggi l’unica proposta di riforma presente è la nostra. Tutto il resto è sparito. Speriamo non vinca la voglia di conservazione. Dopo gli slogan vogliamo capire i fatti. Fare più inchieste, è stato detto. Ma fare più inchieste significa mettere a disposizione più risorse, umane ed economiche. Noi un’idea ce l’abbiamo ed è sul tavolo: speriamo che presto parta la discussione. L’approfondimento deve tornare sotto la responsabilità delle testate, e vanno fatte secondo norme e regole dei giornalisti”.
Poi c’è la questione tecnologica. “La risposta deve essere fondata sull’innovazione e sulla volontà di costruire una nuova azienda – ha concluso -. Anche la Bbc dovrà rinnovare la sua carta costituzionale, e si presenta al confronto con il governo dicendo che nei prossimi anni devono diventare adatti a un mondo che passa attraverso la rete. Quello che manca oggi, dunque, sono progetti che portino a una Rai cross-mediale”. 

Guarda il video dell'intervento di Vittorio Di Trapani al Seminario "Frontiere"