Il Manifesto dei giornalisti freelance: "Orgogliosi di essere indipendenti"

28gen2015

Lanciato il documento in dieci punti per rivendicare il valore del lavoro svolto e i propri diritti: dal compenso giusto alla malattia, dalla pensione alla correttezza nei rapporti. In Italia sono oltre 31 mila, quasi il doppio di quelli assunti a tempo indeterminato nelle redazioni

MILANO - "Siamo uno dei pilastri del mondo dell'informazione attuale e ancor più del suo futuro": è uno dei passaggi chiave del Manifesto dei giornalisti freelance, stilato dal gruppo "Italian freelance journalists united". Il gruppo è per ora formato da 216 membri che su Facebook hanno discusso ed elaborato un manifesto in 10 punti, in cui rivendicano il ruolo e i diritti di chi, per scelta o perché costretto dalla situazione, lavora da indipendente nel mondo dell'informazione. Un manifesto che cerca quindi di dare voce agli oltre 31mila giornalisti autonomi italiani, tanti sono secondo il rapporto di Ldsi (Libertà di stampa diritto all'informazione). Quasi il doppio di quelli che hanno ancora un contratto di lavoro dipendente, ormai solo 18.547. Il manifesto è stato lanciato ieri sui social network, in coincidenza con il ventisettesimo congresso della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), in sindacato unitario dei giornalisti, accusato spesso di non tutelare i diritti dei freelance.

Di seguito il testo del Manifesto.  

1) Siamo giornalisti freelance e orgogliosi di esserlo: free come in free speech, non come in free beer.

2) Siamo uno dei pilastri del mondo dell’informazione attuale e ancor più del suo futuro, anche se il nostro lavoro non sempre è riconosciuto per quello che è: un misto di competenze, esperienza, contatti, flessibilità, innovazione, capacità di organizzazione.

3) Il nostro lavoro è una risorsa per tutti: per questo va pagato. Bene. E nei tempi previsti dalla legge.

4) I nostri articoli non devono essere stravolti nel contenuto, titolo e contesto in cui sono presentati.

5) Siamo liberi professionisti. L’esclusiva? Va pagata.

6) Siamo collaboratori esterni delle redazioni: la disponibilità quotidiana e la reattività immediata sono un di più che vanno negoziati. Ma abbiamo anche il diritto a essere informati per tempo di decisioni redazionali che possano avere un impatto sul nostro lavoro.

7) Se ci chiedete proposte, idee, progetti, siete liberi di non sceglierli, ma ci aspettiamo una risposta in tempi ragionevoli.

8) I lavori commissionati, consegnati e corrispondenti a quanto richiesto vanno pagati anche se per vostri motivi decidete di non pubblicarli. E vogliamo sapere in anticipo il compenso di un lavoro.

9) Abbiamo diritto al rimborso delle trasferte. E a una copertura legale da parte delle testate per cui lavoriamo.

10) Abbiamo diritto a ferie, malattia, maternità, pensione: purtroppo oggi questi diritti per noi, come per molti altri lavoratori freelance, sono una chimera. Vogliamo impegnarci perché non sia più così.