Discriminazioni sui media: il 2013 anno nero
MILANO - Discriminazioni, per i mass media il 2013 è stato un anno nero: 354 casi, pari al 26,2% di tutte le segnalazioni arrivate all'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). "Sono dovute soprattutto al linguaggio usato dai giornalisti", ha spiegato questa mattina Marco Buemi, esperto Unar, durante la presentazione del progetto "Diversità lavoro". Al secondo posto nella classifica delle tipologie di discriminazione, ci sono quelle nella vita pubblica (286 casi, pari al 21,1%), seguite da quelle sul lavoro (217, pari al 16%). L'intervento di Buemi si è concentrato in particolare su queste ultime, in netto calo rispetto al 2012 quando erano il 37,7%. È nell'accesso al lavoro che si verificano più casi (71,9%). Si viene discriminati soprattutto per l'età (47,8%), per l'appartenenza etnica (37,6%), per la disabilità (5,6%) o perché si è donne (6,5%).
Il calo di segnalazioni di discriminazioni sul lavoro, giunte al contact center dell'Unar (8000.90.10.10, www.unar.it), "è riconducibile all'impegno delle numerose associazioni ed organizzazioni che, sul territorio, si sono fatte promotrici di concrete azioni positive di integrazione e sensibilizzazione -spiega Marco Buemi-, ed alle iniziative di diversity management che promuoviamo capillarmente sul territorio anche con il coinvolgimento delle aziende italiane".
Per oltre la metà dei casi (55,8%) è stata la vittima a denunciare all'Unar la discriminazione sul lavoro. Le segnalazioni arrivano soprattutto dal nord Italia (65,6%). Dalle regioni del centro ne sono pervenute il 24,7%, mentre dal sud solo il 9,6%. Il rapporto completo dell'Unar verrò presentato il 21 marzo, Giornata mondiale contro il razzismo. (dp)