Intervista al figlio di Preiti, Iacopino: “Sanzioni per i giornalisti coinvolti”
ROMA - Sanzioni per i giornalisti che hanno realizzato, promosso
o trasmesso l'intervista al figlio minorenne dell'uomo che ha
aperto il fuoco ieri davanti a Palazzo Chigi. Lo annuncia sul suo
profilo Facebook il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo
Iacopino. "Ho chiesto, come cittadino e anche come presidente pro
tempore dell'Ordine nazionale dei giornalisti, a tutti gli Ordini
regionali, nell'esercizio del loro autonomo potere di vigilanza, di
aprire fascicoli disciplinari a carico di quanti, a qualunque
titolo, abbiano sollecitato, promosso, realizzato e trasmesso
l'intervista al figlio di 12 anni del responsabile dell'azione
criminale compiuta ieri, domenica, davanti a palazzo Chigi", scrive
Iacopino.
L'intervento fa seguito a una mattinata di polemiche sui
principali social network, dopo che alcuni tg nazionali hanno
trasmesso il servizio, che viola le regole basilari della Carta di
Treviso. Su twitter è partita anche una protesta con l'hastag
#lasciateloinpace, che attacca duramente i giornalisti e chiedeva
l'intervento dell'ordine dei giornalisti. Sotto accusa in
particolare Studio Aperto che, però pur avendo realizzato
l'intervista non l'ha mai trasmessa, come sottolinea il direttore
Giovanni Toti. Polemiche anche su Skytg24, che ha invece trasmesso
l'intervista al minore, per sospenderne poi la messa in onda a
seguito delle reazioni via web.
L'intervista e le reazioni. "Ti voglio bene
papà". "Per registrare questa dichiarazione sorprendente, si
piantona la casa di un ragazzo di 11 anni. Lo si intervista, forse
convinti di aver fatto uno scoop. Ne viene fuori, invece, solo un
modo di fare informazione che sento estraneo al mio cuore, ancor
prima che alle regole elementari della professione". Così, sempre
su Facebook, il presidente dell'ordine dei giornalisti Enzo
Iacopino, era inizialmente intervenuto nel dibattito di queste ore
sull'intervista al figlio dodicenne dell'uomo che ieri ha sparato
davanti Palazzo Chigi, Luigi Preiti, realizzata da Studio aperto e
Skytg24 e trasmessa a catena da altri tg nazionali. "E'
informazione registrare che un ragazzo vuole bene al padre?
Francamente credo di no. C'è bisogno di recuperare umanità e di
consentire ad un giovane di 12 anni, terza vittima dell'agguato
davanti a palazzo Chigi, di non subire ulteriori danni - continua
il presidente dell'Ordine -. Questa ricerca del particolare estremo
ad ogni costo e questa voglia di sensazionalismo non aggiungono
alcun elemento utile alla ricerca delle ragioni che hanno provocato
una tragedia dalle dimensioni ancor non ben definite. I colleghi
hanno obblighi deontologici e dovrebbero ricordare quanto prescrive
la Carta di Treviso. Lasciamo questo giovane al dolore che prova e
auguriamoci tutti, con comportamenti coerenti, che possa presto
superare una difficoltà che non si attenua con l'esposizione
mediatica".
L'intervista viola le regole basilari della Carta di Treviso: il
bambino di spalle davanti alla porta di casa e sotto gli occhi
della madre, viene intervistato da due giornaliste che gli
domandano se il rapporto con il padre cambierà dopo questo
episodio, gli fanno raccontare particolari della loro vita insieme
(la prima Comunione, le vacanze estive) e addirittura gli chiedono
se il ragazzino sa dare una spiegazione al gestodel padre. Tanto è
bastato per suscitare le reazioni sui principali social. Un
dibattito duro che ha spinto il direttore di Sky tg24, Sarah
Varetto a sospendere la messa in onda dell'intervista.
Tra i primi a scagliarsi contro il servizio realizzato dalle due
colleghe, Andrea Sarubbi, giornalista ed ex deputato del Pd che su
Twitter ha chiesto l'inetervento dell'Odg: "Studio aperto
intervista il figlio 12enne di Preiti. Ordine dei giornalisti, se
ci sei, batti un colpo. Se no, ridammi la quota annuale". Alle sue
parole ha fatto eco Tommaso Labate, giornalista collaboratore
di diverse testate giornalistiche, che pur sottolineando che lui
non avrebbe mai realizzato un'intervista del genere, sostiene che a
vigilare doveva essere la madre: "Sarò controcorrente. Ma sul
piccolo #Preiti deve vigilare la mamma, che lo ha costretto a fare
l'intervista. Non i giornalisti." In realtà il Codice deontologico
su media e minori dice chiaramente che "il minore non va
intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche
che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio
psicologico, e ciò a prescindere dall'eventuale consenso dei
genitori". Molti gli interventi critici anche di esponenti
politici. "Sull'intervista al figlio di #preiti dico ai
#giornalisti con il cuore in mano: fermatevi!" twitta Anna Paola
Concia. Ma la polemica non appresta a fermarsi, in molti attraverso
l'hastag #preiti esprimono sdegno per questo modo di fare
informazione e chiedono sanzioni severe. E' stato inoltre creato
#LasciateloInPace, dove diversi utenti stanno criticando aspramente
il comportamento. Qualcuno scrive: "#lasciateloinpace un po' di
dignità, almeno, dimostratela". (ec)