“Parlare civile”, così l'incontro visto da Twitter

19apr2013
Ieri il seminario romano, oggi l’uscita in libreria del volume edito da Redattore Sociale. In mezzo, i messaggi twittati da relatori e partecipanti, capaci di cogliere sfumature e “pillole” di verità dai diversi momenti di approfondimento

ROMA - Chiusi i battenti del seminario "Parlare civile", rimangono le impressioni dei partecipanti e le analisi dei relatori. Spaccati di interventi e considerazioni che gli iscritti al seminario e l'Agenzia Redattore Sociale (@RedattoreSocial) hanno veicolato in pillole attraverso Twitter (#parlarecivile), un modo di sottolineare in maniera sintetica e corretta quel "Parlare civile" che è stato l'oggetto della giornata e che rappresenta il titolo del volume edito da Mondatori e pubblicato da Redattore Sociale, da oggi in libreria.

Giulio Marcon, presidente del comitato scientifico della Scuola del sociale e parlamentare di Sel, ha aperto la giornata, dopo i saluti e l'intervento del direttore dell'Agenzia Stefano Trasatti. E subito il primo 'cinguettio' segnala: "@GiulioMarcon1 cita Nanni Moretti: chi parla male pensa male". In effetti Marcon non ha mancato di sottolineare che "parole sbagliate producono politiche sbagliate", come ricorda Valentina Ersilia. Che a proposito del successivo intervento della giornalista Rai, Daniela De Robert, scrive: "Chiamare le cose con il loro nome non è una banalità. Bisogna imparare a ripensare le parole che si logorano". E subito dopo Serena Carta, altra iscritta al seminario, twitta: "Daniela De Robert: le parole hanno un peso e provocano conseguenze, sono muri o ponti, accendono paure o speranze".

Sul "Parlare civile" e sull'approccio dei media è intervenuto il presidente dell'ordine nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino, che ha sottolineato come si stiano accumulando carte deontologiche ma resta ferma la difficoltà di raccontare correttamente il presente. E se Leonardo Vietri, a tal proposito, twitta "Iacopino: ignoriamo sistematicamente i bisogni delle persone, e poi ci affanniamo a cercare definizioni", la Redattore Sociale aggiunge: "Iacopino: le parole non sono suoni, ho paura che produciamo parole nuove per poi sporcarle senza affrontare problema reale". Salvo poi ammonire in un altro tweet, circa la gara a cercare nuovi vocaboli, non sempre fruibili da chi fa informazione: "Iacopino: ve lo immaginate uno che scrive prostituite invece di prostitute? Questa 'gara' mi inquieta".

Diversi commenti anche per Don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, che nel tweet di Valentina Ersilia afferma: "Don V.Albanesi: Cercate di conoscere i mondi e userete le parole giuste. Frequentando mondi non avreste categorie ma persone".
Molti i brevi messaggi inviati sul social network per alcuni passi dell'intervento di Luigi Manconi, deputato e presidente dell'associazione "A buon diritto". In un primo tweet di Redattore Sociale si legge: "Lavoro su parole va in buona parte fatto contro giornalisti e loro argomentazioni, è un conflitto ideologico". Eppoi: "Quello delle parole e delle definizioni è un percorso lento, evitare le tentazioni censorie", per arrivare a citare i casi Aldovrandi e Cucchi, per evidenziare i "casi di stigmatizzazione della figura della vittima".
Il giornalista del Corriere della Sera, Claudio Arrigoni, riprende ancora una parte dell'intervento di Manconi, e scrive: "La questione del #politicamentecorretto é terribilmente seria" (Luigi Manconi). Purtroppo c'é chi se ne vergogna o lo deride".

Numerosi gli interventi su Twitter anche a proposito delle relazioni di Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice, e di Annamaria Testa, docente universitaria e scrittrice, entrambe partecipanti alla tavola rotonda sul "Peso delle parole". Interventi molto apprezzati e "twittati". L'Agenzia Redattore Sociale, per esempio, ha veicolato alcuni passi. Tipo: "Intervento di @LaLIpperini, #parlarecivile non riguarda solo i giornalisti ma riguarda i ragazzi e il linguaggio dei social media". Oppure: "#parlarecivile, parla @LaLipperini, la rete è democratica, no, può esserlo, non lo è di default". E a proposito del volume, un tweet di elogio sancisce: "Intervento di @LaLIpperini, #parlarecivile, libro da insegnare nelle scuole"
Apprezzati gli interventi delle relatrici su femminicidio e badanti, tanto che una partecipante al seminario, Laura Emme, scrive: "@LaLipperini splendida stamani al #parlarecivile Loredana, lei De Mauro e Testa insieme... Che gioia avervi ascoltati. Grazie".

Insomma, twitter per tutti, a volontà. Con tante considerazioni. Simona D'Arcangeli, a proposito di parole sconvenienti, twitta: "#parlarecivile aggiungerei alla lista "vecchio" a dispetto dell' #invecchiamento attivo (OMS)". E un'altra partecipante: "La sintesi della comunicazione non può rispecchiare la sintesi del pensiero #parlarecivile".
Qualcuno ricorda l'intervento della giornalista Raffaella Casentino, coautrice del volume "parlare civile", che ammonisce i presenti con "#parlarecivile, l'autrice @RaffaellaRoma ai giornalisti presenti: non siamo qui per rendervi la vita più facile".
E c'è anche un ponte con il Parlamento, palcoscenico delle elezioni per il capo dello Stato. Donata Columbro ritwitta e scrive, infatti: "#parlarecivile RT: @gba_mm: Il lessico va cambiato: non ci sono franchi tiratori ma elettori franchi #quirinale".

Chiude, in questa inevitabilmente incompleta rassegna, la presenza si Psicoradio, che in un twitter dell'Agenzia Redattore Sociale viene così segnalata: "@Psicoradio ci piacerebbe trovare termine sui pazienti che hanno disagio mentale, lanciamo il concorso né matti, né pazzi...". E direttamente, stamattina, twitta invece: "Ieri a #parlarecivile di Redattore Sociale abbiamo lanciato il concorso "nè matti, nè pazzi". Da anni lavoriamo... http://fb.me/KVVWzcgP". (daiac)