“Parlare civile”, così l'incontro visto da Twitter
ROMA - Chiusi i battenti del seminario "Parlare civile",
rimangono le impressioni dei partecipanti e le analisi dei
relatori. Spaccati di interventi e considerazioni che gli iscritti
al seminario e l'Agenzia Redattore Sociale (@RedattoreSocial) hanno
veicolato in pillole attraverso Twitter (#parlarecivile), un modo
di sottolineare in maniera sintetica e corretta quel "Parlare
civile" che è stato l'oggetto della giornata e che rappresenta il
titolo del volume edito da Mondatori e pubblicato da Redattore
Sociale, da oggi in libreria.
Giulio Marcon, presidente del comitato scientifico della
Scuola del sociale e parlamentare di Sel, ha aperto la giornata,
dopo i saluti e l'intervento del direttore dell'Agenzia Stefano
Trasatti. E subito il primo 'cinguettio' segnala: "@GiulioMarcon1
cita Nanni Moretti: chi parla male pensa male". In effetti
Marcon non ha mancato di sottolineare che "parole sbagliate
producono politiche sbagliate", come ricorda Valentina Ersilia. Che
a proposito del successivo intervento della giornalista Rai,
Daniela De Robert, scrive: "Chiamare le cose con il loro nome non è
una banalità. Bisogna imparare a ripensare le parole che si
logorano". E subito dopo Serena Carta, altra iscritta al seminario,
twitta: "Daniela De Robert: le parole hanno un peso e provocano
conseguenze, sono muri o ponti, accendono paure o
speranze".
Sul "Parlare civile" e sull'approccio dei media è
intervenuto il presidente dell'ordine nazionale dei Giornalisti,
Enzo Iacopino, che ha sottolineato come si stiano accumulando carte
deontologiche ma resta ferma la difficoltà di raccontare
correttamente il presente. E se Leonardo Vietri, a tal proposito,
twitta "Iacopino: ignoriamo sistematicamente i bisogni delle
persone, e poi ci affanniamo a cercare definizioni", la Redattore
Sociale aggiunge: "Iacopino: le parole non sono suoni, ho paura che
produciamo parole nuove per poi sporcarle senza affrontare problema
reale". Salvo poi ammonire in un altro tweet, circa la gara a
cercare nuovi vocaboli, non sempre fruibili da chi fa informazione:
"Iacopino: ve lo immaginate uno che scrive prostituite invece di
prostitute? Questa 'gara' mi inquieta".
Diversi commenti anche per Don Vinicio Albanesi, presidente
della Comunità di Capodarco, che nel tweet di Valentina Ersilia
afferma: "Don V.Albanesi: Cercate di conoscere i mondi e userete le
parole giuste. Frequentando mondi non avreste categorie ma
persone".
Molti i brevi messaggi inviati sul social network per alcuni
passi dell'intervento di Luigi Manconi, deputato e presidente
dell'associazione "A buon diritto". In un primo tweet di Redattore
Sociale si legge: "Lavoro su parole va in buona parte fatto contro
giornalisti e loro argomentazioni, è un conflitto ideologico".
Eppoi: "Quello delle parole e delle definizioni è un percorso
lento, evitare le tentazioni censorie", per arrivare a citare i
casi Aldovrandi e Cucchi, per evidenziare i "casi di
stigmatizzazione della figura della vittima".
Il giornalista del Corriere della Sera, Claudio Arrigoni,
riprende ancora una parte dell'intervento di Manconi, e scrive: "La
questione del #politicamentecorretto é terribilmente seria" (Luigi
Manconi). Purtroppo c'é chi se ne vergogna o lo
deride".
Numerosi gli interventi su Twitter anche a proposito delle
relazioni di Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice, e di
Annamaria Testa, docente universitaria e scrittrice, entrambe
partecipanti alla tavola rotonda sul "Peso delle parole".
Interventi molto apprezzati e "twittati". L'Agenzia Redattore
Sociale, per esempio, ha veicolato alcuni passi. Tipo: "Intervento
di @LaLIpperini, #parlarecivile non
riguarda solo i giornalisti ma riguarda i ragazzi e il linguaggio
dei social media". Oppure: "#parlarecivile, parla @LaLipperini, la
rete è democratica, no, può esserlo, non lo è di default". E a
proposito del volume, un tweet di elogio sancisce: "Intervento di
@LaLIpperini, #parlarecivile, libro da insegnare nelle
scuole"
Apprezzati gli interventi delle relatrici su femminicidio e
badanti, tanto che una partecipante al seminario, Laura Emme,
scrive: "@LaLipperini
splendida stamani al #parlarecivile Loredana, lei De Mauro e
Testa insieme... Che gioia avervi ascoltati. Grazie".
Insomma, twitter per tutti, a volontà. Con tante
considerazioni. Simona D'Arcangeli, a proposito di parole
sconvenienti, twitta: "#parlarecivile aggiungerei alla
lista "vecchio" a dispetto dell'
#invecchiamento attivo (OMS)". E un'altra
partecipante: "La sintesi della comunicazione non può rispecchiare
la sintesi del pensiero
#parlarecivile".
Qualcuno ricorda l'intervento della giornalista Raffaella
Casentino, coautrice del volume "parlare civile", che ammonisce i
presenti con "#parlarecivile, l'autrice @RaffaellaRoma ai
giornalisti presenti: non siamo qui per rendervi la vita più
facile".
E c'è anche un ponte con il Parlamento, palcoscenico delle
elezioni per il capo dello Stato. Donata Columbro ritwitta e
scrive, infatti: "#parlarecivile RT: @gba_mm: Il lessico va
cambiato: non ci sono franchi tiratori ma elettori franchi
#quirinale".
Chiude, in questa inevitabilmente incompleta rassegna, la
presenza si Psicoradio, che in un twitter dell'Agenzia Redattore
Sociale viene così segnalata: "@Psicoradio
ci piacerebbe trovare termine sui pazienti che hanno disagio
mentale, lanciamo il concorso né matti, né pazzi...". E
direttamente, stamattina, twitta invece: "Ieri a #parlarecivile di
Redattore Sociale abbiamo lanciato il concorso "nè matti, nè
pazzi". Da anni lavoriamo... http://fb.me/KVVWzcgP".
(daiac)