Avvicinarsi all'essenziale, il ''coinvolgimento è necessario''

29nov2013
A Redattore Sociale Domenico Iannacone, giornalista, e Charlie Barnao, sociologo. Due linguaggi diversi ma la stessa esigenza di avvicinarsi all'essenziale. Empatia, leggerezza, intuitività gli ingredienti necessari per farlo

CAPODARCO - Domenico Iannacone e Charlie Barnao, due linguaggi diversi ma la stessa esigenza di avvicinarsi all'essenziale. E un metodo condiviso, fatto di osservazione e vicinanza. L'uno giornalista, autore di réportage e del programma "I dieci comandamenti" di Rai3. L'altro docente di sociologia all’università “Magna Graecia” di Catanzaro, con all'attivo molte indagini sociali in strada. Il metodo dell'osservazione partecipante, spiega Barnao, è un metodo sociologico per studiare la realtà attraverso un coinvolgimento personale dell'osservatore. "Ho scelto di coinvolgermi il più possibile in quello che cercavo di studiare. - spiega ricordando i primi anni di università a Trento e la vita in una comunità di accoglienza, da cui è partita l'attenzione verso il mondo della strada - Il coinvolgimento è necessario. Controllarlo è importante, ma senza non c'è speranza di comprendere l'altro". Un metodo suggerito direttamente dalla strada, dove l'ascolto e l'osservazione fanno la differenza tra il restare in vita o soccombere e dove l'osservazione è l'unico strumento per comprendere un fenomeno.

Forti le analogie con quello che il critico televisivo Aldo Grasso ha definito "metodo Iannacone". "Ho preso come metro - spiega il giornalista - quello che hanno fatto i grandi documentaristi italiani, come Zavoli, che ha influenzato la mia formazione, o Pasolini e Comencini". "Aver fatto I dice comandamenti mi ha permesso di fare una sorta di arretramento sui temi: voglio raccontare cose che la televisione non racconta perché è distratta e si nutre di se stessa e vado a prendere tutti i temi che gli altri non prendono. Il mio bisogno era raccontare attraverso un'inchiesta morale la società; ho avuto un campo sconfinato davanti. Raccontare la testimonianza, ma anche quello che c'è dietro che è forse l'essenza del racconto".

Empatia, leggerezza, intuitività sono ingredienti necessari per trattare "l'essenziale". E ne è un esempio l'intervista di Iannacone a Max Ulivieri, 42enne web designer e social media manager, alle prese con la distrofia muscolare, di cui uno spezzone viene trasmesso in sala. "Siamo di fronte a modi diversi di avvicinarsi alla realtà di comprendere la realtà con la stessa finalità", sottolinea  Giovanni Battista Sgritta, professore ordinario presso la Facoltà di Scienze statistiche dell’università La Sapienza di Roma, analizzando le modalità di lavoro dei due relatori. "In una realtà complessa gli accidenti diventano sostanza e la sostanza diventa accidente. Ciò che è al cento va in periferia e quello che è in periferia si ritrova la centro. E questo complica la ricerca". E  solleva un nodo critico, quello della  generalizzazione e della rappresentatività. "C'è un punto nel quale tu devi essere in grado di capire qual è il frammento e qual è l'insieme. Il rischio che corri è quella dell'impropria generalizzazione. Vai a fondo del frammento, ma poi non devi dare l'impressione che quel frammento rappresenti la realtà". (cch)