Ma come si formano i giornalisti? Le risposte del XX seminario di Capodarco
Dal 2014 diventerà obbligatoria per i giornalisti la Formazione professionale continua (Fpc), che prevede l’ottenimento di un certo numero di crediti formativi ogni anno frequentando corsi, seminari e altre occasioni di aggiornamento. E’ una piccola svolta per la professione, di cui però non si conoscono ancora le caratteristiche e gli sviluppi. Cosa significa “formazione” per i giornalisti? Quali soggetti devono/possono fornirla? E come ci si è formati o aggiornati fino ad oggi?
Sarà questo uno dei temi al centro della prima giornata de “La sostanza e gli accidenti”, ventesima edizione del seminario di formazione per i giornalisti “a partire dai temi del disagio e delle marginalità” organizzato da Redattore sociale e previsto alla Comunità di Capodarco di Fermo da venerdì 29 novembre a domenica 1 dicembre.
La tre-giorni – alla quale si attendono circa 200 giornalisti da tutta Italia – sarà infatti aperta da un dibattito con don Vinicio Albanesi e tre dei massimi rappresentanti della categoria: il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, il presidente della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) Giovanni Rossi, il segretario dell’UsigRai Vittorio Di Trapani (sindacato di testata che rappresenta il più alto numero di giornalisti).
Punto di partenza sarà “Raccontare come va il viaggio”, il libro appena uscito che racconta i venti anni di seminari di Redattore Sociale (42 edizioni tra Capodarco e altre 6 città italiane, con oltre 6.500 partecipanti in totale). Una storia ripercorsa in due parti: con le parole di quasi 100 tra gli ospiti ascoltati a Capodarco (da Kapuscinski a Aleksievic, da De Bortoli a Calabresi, da Fofi a Altan, da Diamanti a Lerner, da Mentana a Marcorè ecc.), “appunti di viaggio utili a chi svolge (o intende svolgere) la professione del giornalista, una collezione preziosa di idee e suggerimenti offerti con generosità, da leggere e rileggere”. E con i programmi di tutti i seminari, attraversati da alcune costanti come l’appello all’approfondimento e allo studio; l’esortazione a entrare “dentro” le storie; il riconoscimento delle difficoltà oggettive della professione, ma senza alcuna indulgenza; l’invito all’ascolto reciproco, “perché l’autoreferenzialità uccide sia il giornalismo che l’azione degli operatori sociali”.
La sessione sarà aperta da un intervento del grande illustratore Andrea Rauch, che ha firmato gran parte dei depliant di questi anni.
Nella seconda parte si entrerà più nel tema del seminario di quest’anno, cercando cioè di capire come, nella pratica giornalistica quotidiana, si possa andare “alla ricerca dell’essenziale” evitando nel contempo “le trappole della transizione”. E proprio “Avvicinarsi all’essenziale” sarà il titolo del dialogo, moderato da Laura Badaracchi, tra il giovane sociologo e ricercatore Charlie Barnao (e il suo metodo della “osservazione partecipante”) e il giornalista Domenico Iannacone (“I dieci comandamenti”, Rai Tre), e con un intervento di uno dei padri della ricerca sociale italiana, Giovanni Battista Sgritta.
Infine, nel dopo cena, anteprima assoluta di “Eu 013 L’ultima frontiera”, il documentario di Alessio Genovese e Raffaella Cosentino (62’) che racconta il mondo spesso assurdo dei Centri di identificazione ed espulsione italiani (Cie).
Il seminario proseguirà fino a domenica alle 13 con un intenso programma che vedrà protagonisti tra gli altri Sergio Zavoli, Vito Mancuso, Marco Damilano, Marco Imarisio, Marino Sinibaldi, e che può essere consultato a questa pagina.
Per informazioni: 0734 681001, giornalisti@redattoresociale.it.
Indicazioni per arrivare alla Comunità di Capodarco.