Emilia-Romagna, nei tg rappresentazione dei migranti “non è adeguata e corretta”

23gen2013
Le conclusioni di una ricerca del Corecom su 598 edizioni di telegiornali di 19 emittenti regionali nel 2011. Su 816 notizie, 605 sono di cronaca. Gardini: “La presenza dei migranti non trova spazio nei mezzi di informazione e mancano le voci delle persone"

BOLOGNA - L'accostamento mediatico tra "immigrazione" e "criminalità" continua a essere presente nei telegiornali delle emittenti locali emiliano-romagnole. E "a oggi non può certo dirsi acquisita una rappresentazione corretta, completa e adeguata dell'immigrazione e dei migranti". È quanto emerge da una ricerca effettuata dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) nel 2012, commissionata dalla Regione, sul tema "Telegiornali e immigrazione". Un'analisi che era già stata effettuata nel 2009, all'interno dei percorsi individuati da un Protocollo d'intesa sulla comunicazione interculturale firmato 4 anni fa, i cui risultati sono stati presentati e discussi assieme alla ricerca del 2012 durante un seminario in viale Aldo Moro. Marco Gardini, presidente del Corecom dell'Emilia-Romagna, nella premessa della ricerca commenta i dati forniti: "Anche se si cominciano a rilevare servizi che raccontano il fenomeno (dell'immigrazione, ndr) senza il consueto riferimento a fatti di cronaca, quello che manca è la descrizione della quotidianità". La presenza dei migranti, infatti, "non trova spazio nei mezzi di informazione e mancano le voci delle persone", nonostante in regione ci sia "un costante aumento dei cittadini stranieri, che hanno superato ormai le 500 mila unità, pari all'11,3% della popolazione" (dati del dossier statistico Immigrazione 2011 di Caritas Migrantes). "L'immagine dei migranti sia ancora legata alla devianza sociale", spiega Rossella Tirotta del Corecom. Questo non solo "non favorisce in alcun modo l'integrazione", ma fornisce "una rappresentazione non veritiera della realtà".

L'analisi del Corecom è stata condotta sulle edizioni giorno e sera dei telegiornali trasmessi tra l'1 e il 10 febbraio e tra l'1 e il 10 maggio 2011. In tutto si tratta di 598 telegiornali di 19 emittenti locali. Emerge che "la categoria principale a cui si riferiscono le notizie che coinvolgono migranti è la cronaca (605 notizie su 816 totali), seguono servizi relativi all'immigrazione (63 notizie), sport (47) e costume società (32)". Ma oltre alla "rappresentazione parziale e non veritiera", un altro problema riguarda quello che Tirotta chiama "diritto di parola": in sostanza gli eventi vengono raccontati quasi esclusivamente dai giornalisti e gli stranieri "sono chiamati a esprimersi su questioni che li riguardano da vicino o temi di rilevanza internazionale", con un "tempo di parola che resta solo una piccola parte rispetto al tempo di notizia dei servizi che li riguardano". Ciò contribuirebbe a far sì che "manchi una rappresentazione della presenza degli stranieri nella quotidianità". La pensa così anche Azeb, una ragazza di origine straniera che ha lavorato anche a Radio Città del Capo e che sottolinea: "Nelle pubblicità e nei servizi di tutti i giorni non appaiono mai cittadini stranieri, eppure anche io potrei avere bisogno di dimagrire, di guidare una macchina o di usare le creme per il viso, no?". Questo, secondo Azeb, è "uno degli aspetti da curare di più anche all'interno delle rete dei media interculturali dell'Emilia-Romagna (Mier)", creata proprio in funzione del Protocollo d'intesa.

La ricerca del Corecom tuttavia "è doppiamente parziale - commenta il presidente regionale dell'ordine dei giornalisti, Gerardo Bombonato - perché non prende in considerazione la carta stampata, né le trasmissioni delle tv locali che non siano telegiornali". Inoltre, il direttore di Redattore Sociale, Stefano Trasatti, sostiene che "occorrerebbe che la ricerca scendesse in valutazioni dei toni usati durante i servizi (allarmistico, pietistico ecc.) e capire anche quante volte e come viene usata la nazionalità dei protagonisti delle notizie", ovvero "se viene usata in modo rilevante ai fini dell'informazione". Infine, conclude Trasatti, "andrebbe analizzato quanto succede nei programmi sportivi, nelle pubblicità". (Giovanni Baiano)