Emergenze sanitarie: 92 notizie sull’influenza, 14 sull’Aids
ROMA - Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011, i telegiornali
italiani hanno dedicato circa il 10% del totale dei servizi a
contesti di crisi, a conflitti e a emergenze umanitarie e
sanitarie.: un dato in crescita, rispetto al 6% registrato nel
2009. E' quanto rivela l'ottavo Rapporto sulle crisi dimenticate
presentato oggi da Msf, che però evidenzia come questa crescita di
attenzione sia "dovuta in buona
parte a due eventi di portata eccezionale avvenuti nel 2011 e ai
quali i Tg hanno prestato attenzione: le rivolte della Primavera
araba e il terremoto in Giappone". Di contro, sono rimasti quasi
invisibili "crisi e conflitti, magari protratti nel tempo e lontani
geograficamente e culturalmente, laddove non hanno 'offerto' eventi
di alta drammaticità".
Aids. Sono in tutto 14 i servizi nei quali si
parla di hiv/aids nel corso dell'anno. "Come già avvenuto in
passato, - precisa però il Rapporto - anche quest'anno l'attenzione
telegiornalistica per l'aids si sviluppa in parte a seguito alle
dichiarazioni e agli appelli del pontefice nei suoi viaggi
pastorali in Africa. Nel 2011 delle 14 notizie dedicate all'aids, 7
sono quelle che hanno come focus l'appello di Benedetto XVI in
visita in Benin". Interessante notare che neanche un servizio
è stato delicato alla malattia in occasione della Giornata mondiale
del 1 dicembre. Molta attenzione, di contro, nei confronti delle
"nostre emergenze sanitarie": alla Escherichia coli in Francia e
Germania sono stati dedicati 148 servizi, all'influenza stagionale
92 e ai casi di tbc presso il Policlinico Gemelli di Roma 33
notizie.
Carestia ed emergenze sanitarie. Solo 41 servizi
sono stati dedicati, prevalentemente nella seconda metà di luglio,
alla grave carestia che ha colpito la Somalia e le zone
circostanti, che peraltro è stata presentata dai telegiornali come
"una catastrofe senza precedenti", "la più grande emergenza
umanitaria del mondo". Eppure, maggiore attenzione è stata dedicata
ai pirati del mare, che si sono aggiudicati 66 servizi. "La Somalia
dei pirati batte quella della fame quando si tratta di far
diventare quel contesto geografico notiziabile e visibile",
commentano gli autori del Rapporto.