Msf: l'immigrazione è sempre “emergenza” sui media italiani

15mag2012
Nel 2011 i Tg italiani hanno dedicato agli “sbarchi” dal Medio Oriente 1.391 notizie. Nel 76% dei casi il tono è allarmistico, solo il 4% approfondisce il tema. Parola ai politici nel 26% delle notizie, ai migranti nel 14%

ROMA - 1.391 notizie sono state dedicate dai telegiornali italiani, nel corso del 2011, all'ondata migratoria sollevata dalla cosiddetta "primavera araba", che ha interessato in buona parte la costa siciliana. Il dato è riferito dall'ottavo rapporto di Medici senza Frontiere, dedicato alle crisi umanitarie dimenticate e presentato oggi a Roma. "Nella rappresentazione dell'ondata migratoria - si legge - si possono individuare alcuni aspetti ricorrenti, con in primis la cronaca degli sbarchi e della situazione sull'isola di Lampedusa, eventi questi raccontati attraverso una narrazione prevalentemente cronachistica e fortemente emergenziale, nelle parole e nelle immagini". Gli altri elementi ricorrenti in queste notizie sono, accanto agli sbarchi, il dibattito politico - istituzionale, l'organizzazione dei trasferimenti e dell'accoglienza e le polemiche sui respingimenti. "Nella rappresentazione di questa crisi - si legge nel rapporto - i migranti, soggetti del dramma e protagonisti del notiziario per diversi giorni, escono di scena non appena esaurita la carica di notiziabilità data dall'eccezionalità degli eventi. Scemata l'emergenza, di questi migranti non si sa quasi più nulla con la sceneggiatura che si interrompe senza uno sguardo sul dopo".

Molta cronaca, quindi, ma poco approfondimento: 200 dei 315 servizi analizzati (63%) raccontano il presente immediato, la cronaca degli arrivi, la situazione a Lampedusa e nei centri di accoglienza. Di conseguenza, "il tono nei servizi sugli sbarchi è risultato allarmistico nel 76% dei casi. [...] Il termine 'emergenza' è il più diffuso per comunicare in maniera sintetica il contenuto della notizia e per definire la cornice di senso entro la quale collocare tutti i servizi". In compenso, il linguaggio è giuridicamente più appropriato e conforme alla Carta di Roma, il documento di deontologia giornalistica dedicato proprio alla questione migratoria: "i termini più adoperati in relazione ai protagonisti degli sbarchi sono 'migranti/immigrati' (45% dei casi), 'qualificatori di nazionalità', come ad esempio tunisini, libici, eritrei (21%), 'profughi' (15%)", ma non scompare la parola "clandestino", utilizzata nel 12% dei casi.

I servizi dedicati riguardano nel 34% dei casi il dibattito politico, mentre soli il 4% dei servizi include una "tematizzazione" sul fenomeno migratorio. "Nei servizi analizzati, i soggetti maggiormente intervistati, che godono dunque di un tempo di parola più elevato nei notiziari, sono gli esponenti politici (26%), di governo (25%) e gli amministratori locali (14%); insieme, queste tre categorie di attori conquistano il 65% del tempo di parola di tutti i soggetti". Al contrario i migranti e le comunità locali prendono la parola rispettivamente nel 14% e nel 12% dei casi. La stessa notizia non riceve pari attenzione nel resto d'Europa: mentre i Tg italiani dedicano alla questione tra l'1,7% e il 4,3% dei servizi, in Europa la percentuale si abbassa tra lo 0,7 e lo 0,1%.