Boldrini (Unhcr): “I media hanno bucato l’immigrazione”

Boldrini ha affrontato poi la questione della terminologia: "Le parole sono rimaste quelle di 15 anni fa, parliamo di extracomunitario, di clandestini, ma il fenomeno dell'immigrazione è cambiato, la società è cambiata, e questo sfugge a chi la società la deve raccontare". La conseguenza è che poi "si frena l'emancipazione nazionale, perché l'appiattimento dei media crea deficit democratico".
"Ma è proprio vero che gli immigrati vengono tutti da noi, che sono troppi come spesso si sente dire?", ha chiesto la portavoce alla platea. La risposta: "Sono 214 milioni nel mondo, il 3% della popolazione globale. E da 40 anni sono il 3% della popolazione globale, quindi non sono troppi". In questo "tourbillon" si inserisce poi la migrazione forzata: "Molti di loro non hanno un disegno migratorio, chiediamoci perché arrivano senza docuementi, il motivo è che scappano dalle guerre e dalla fame".
A seguire, un riferimento alla Carta di Roma: "Ce n'era bisogno? Sì, l'Unhcr l'ha fortemente voluta, perché è nata da un buco del giornalismo. E la cosa importante è che oggi chi fa l'esame per diventare giornalista deve conoscerla". Un esempio pratico? "Nei titoli, in Francia non viene usata la nazionalità della persona, dentro il pezzo sì, perché si è capito che altrimenti si crea stigma". Infine, Boldrini ha commentato in particolre l'utilizzo della parola "clandestino": "Chi la usa ha fatto una scelta politica, cioè ha scelto di sollevare solo gli aspetti problematici. Ma questa parola giuridicamente non ha senso, è corretto invece dire che una persona ha i documenti in regola o non li ha. Ed è grave se la si usa a livello istituzionale. Usiamo le parole in maniera corretta".
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