Carta di Roma, Il Tempo: “Vu cumprà? Continueremo a usarlo”
ROMA - Quali parole è giusto usare quando
si parla di immigrazione? I caporedattori di tre importanti
testate: Annalisa Antonucci dell'Ansa, Giancarlo Mola di La
Repubblica e Matteo Vincenzoni del Tempo, coordinati da Giorgio
Zanchini, giornalista di Radio3 si confrontano sulle Linee guida
sulla Carta di Roma al seminario "Sgomebriamoli" in corso oggi a
Roma. Non tutti concordano sulle raccomandazioni della Carta e il
pubblico in sala contesta animatamente. "Vu cumprà? Noi lo usiamo e
continueremo a farlo. E' una questione tecnica: commerciante
straniero abusivo è troppo lungo e non funziona - sottolinea il
caporedattore del Tempo - . La notizia è fatta di tante cose anche
dalla nazionalità delle persone coinvolte nel fatto di cronaca".
Secondo Vincenzoni i tempi stretti della composizione di una pagina
non permettono di soffermarsi troppo su alcuni termini. "Se uso vu
cumprà il lettore capisce subito di cosa si parla, non è offensivo
- aggiunge - . Abbiamo fatto anche delle inchieste che coinvolgono
gli stranieri e abbiamo parlato con loro. Ma è impossibile
chiedergli se alcune parole sono offensive, molti di loro a
malapena parlano italiano". "Se andassi in Africa e mi mettessi a
fare il vu cumprà non mi vergognerei di ciò che faccio e di essere
chiamato così", aggiunge tra un rumoroso brusio della folla.
"A Repubblica ci poniamo delle regole e cerchiamo di creare un
clima anche politicamente corretto, ma se le parole sono importanti
la sostanza lo è ancora di più. Alcuni termini come vu cumprà non
li usiamo più ma clandestino continueremo a scriverlo - aggiunge
Mola - . Sulla vittima la nazionalità non è importante ma nel
caso di chi commette i reati non possiamo foderarci gli occhi. Mi
scandalizzano molto di più dei pezzi apparentemente corretti ma che
nascondono una violenza e una volontà discriminazione del diverso.
La discussione sui fatti deve essere prevalente rispetto a quella
sulle parole". Secondo Annalisa Antonucci non si può essere troppo
critici sulla ricerca delle storie dei migranti ma non perché siano
pruriginose: non c'è paragone di quanto ci si possa
appassionare di una storia umana anziché di una legislazione".
Gli interventi dei tre caporedattori sono stati molto criticati
dal pubblico, in particolare una giornalista di Radio popolare Roma
ha sottolineato la volontà di "autoassoluzione" delle proprie
testate e la poca riflessione su questi temi anche nell'ottica di
formare i lettori. "Non mi sento una formatrice, io riporto i
fatti"ha sottolineato Antonucci. Rispetto alla Carta di Roma
Zanchini ha ricordato che l'Osservatotio che aveva il compito di
monitorare la sua applicazione ha operato solo un anno: "dopo il
primo rapporto è rimasto inerte e sono arrivate poche
sanzioni". "Uno dei problemi nelle redazioni è che non c'è il
punto di vista degli stranieri - aggiunge - perché sono pochi i
giornalisti di altre nazionalità".
E' possibile seguire gli incontri anche dall'esterno, attraverso
una diretta Twitter su @RedattoreSocial con l'hashtag
#sgomberiamoli, sia attraverso i video messi on line su questo
sito. (ec)