"I media incitano all’odio": l’allarme dell’Unar

08mar2012
Duecento casi monitorati nel 2011, molti processi penali in corso per violazione della legge Mancino. A volte l’azione giudiziaria è partita dall’Unar che ha segnalato anche un bollettino parrocchiale di Arezzo

ROMA - C'è il prete di Arezzo che inneggia a Himmler sul giornale della parrocchia o l'amministratice locale che per radio paragona i rom ai cani, il blog del Ku Klux Klan e l'ex parlamentare della Lega che insulta i rom su Facebook. Sono i media, e soprattutto internet, l'ambito in cui avviene il numero maggiore di comportamenti razzisti in Italia secondo la relazione inviata dall'Unar al Parlamento per l'anno 2011, con circa un quarto delle segnalazioni complessive (23%), pari a 200 casi. Di questa ampia fetta, ben l'84% riguarda il web. "Internet è sempre più spesso un ambiente dove si manifestano condotte discriminatorie. L'anonimato offerto dalla rete lascia emergere i razzismi, così come il sessismo, l'omofobia e tutte le altre forme discriminatorie con più forza - si legge nel documento - Siti web, blog e social network sono il luogo dove i cosiddetti hate speech trovano nuove modalità espressive". In particolare nel 2011 sono state denunciati diversi episodi di gay bashing (abusi verbali contro gli omosessuali) diffusi sul web. Nell'ambito dei mass media si verificano molti comportamenti discriminatori connessi a fattori diversi dall'etnia e dalla razza. E quindi riguardanti anche la disabilità, la religione e le persone Lgbt.  

Per molti di questi casi ci sono processi penali in corso. L'Unar ha monitorato 166 procedimenti giudiziari in corso, di cui 145 sono penali, 19 civili e 2 sono ricorsi al Tar. E se soltanto 33 processi si sono chiusi, di cui 28 con esito positivo, ci sono 9 processi penali che sono partiti proprio da notizie di reato denunciate dall'Unar all'autorità giudiziaria. Agli autori viene contestato il reato di incitazione a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi così come l'aggravante speciale dell'odio razziale etnico, nazionale o religioso,  in base all'articolo 3 della "Legge Mancino".  Oltre  ai 9 casi penali avviati per denuncia dell'Unar, ci sono altri 39 casi di aggressioni, ingiurie o calunnie ai danni di uno straniero, in cui risulta esserci l'aggravante dell'odio per le origini straniere della vittima.

Fra i procedimenti penali in corso, anche quelli contro Tiziana Maiolo, portavoce di Futuro e Libertà nel Consiglio Comunale di Milano, che disse "E'più facile educare un cane di un rom" durante una  trasmissione radiofonica e contro don Virgilio, parroco di Rigutino, ad Arezzo. "Himmler dette l'ordine di aggiungere ad ogni convoglio di ebrei un vagone di rom: ma perché uno solo invece di due?" scrisse il prete sul bollettino parrocchiale a Natale del 2010, dopo aver subìto un paio di furti. Un caso si è già concluso davanti al Tribunale di Padova che ha condannato Vittorio Massimo Aliprandi, ex parlamentare padovano della Lega Nord, oggi consigliere del comune veneto, ad una pena di 4 mila euro nonché a liquidare 2mila euro a testa alle parti civili (associazione Opera Nomadi e 2 persone rom) per le frasi offensive contro i rom che aveva pubblicato Facebook nel dicembre 2010 e nel gennaio 2011. 

Le 200 discriminazioni del 2011 sui media, riguardano in 15 casi la stampa, (erano 12 nel 2010) rispetto alle quali sono state effettuate 2 segnalazioni all'Ordine regionale competente (istruttoria in corso) e indirizzate 5 note al Direttore con esito positivo. Nel caso del giornale parrocchiale ad Arezzo è stata formalizzata la notizia di reato per violazione della Legge Mancino, con il procedimento penale in corso. Nell'ambito della televisione sono state 6 le istruttorie svolte (erano 3 nel 2010). In 2 casi l'UNAR si è rivolto all'Agcom, anche se la normativa vigente non prevede sanzioni. In un caso, dopo la segnalazione all'Ordine regionale competente, è stata inflitta una sanzione disciplinare al giornalista. Nell'ambito della radiofonia sono state 6 le istruttorie svolte (nessuna nel 2010). Il resto viaggia sul web. "In tutti i casi si è intervenuti mediante nota al Direttore con esito positivo tranne uno - si legge nella relazione - Per quanto concerne "internet", si evidenzia come le istruttorie abbiano riguardato essenzialmente la rilevazione e la rimozione, mediante intervento della Polizia Postale, di dichiarazioni/affermazioni contenute in blog o social network". (rc)