Mister Media: radio e tv diffondono stereotipi sulle minoranze
ROMA - Marginalità, semplificazione, distorsione e stereotipi.
Sono le caratteristiche dello spazio che hanno le minoranze a
rischio discriminazione sui media italiani. Lo afferma la ricerca
Minorities Stereotypes on Media (Mister Media), progetto nato dalla
collaborazione tra il Centro D'Ascolto dell'Informazione
Radiotelevisiva e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca
Sociale della Sapienza, e con il supporto di Open Society
Foundations. La ricerca si basa un un monitoraggio effettuato 24
ore su 24 dell'intera offerta radiotelevisiva di informazione - le
news, i programmi di approfondimento, attualità e infotainment in
un periodo di rilevazione che va dal 1 luglio al 31 dicembre 2010 e
dal 1 aprile al 30 giugno 2011, per un totale di 275 giorni. Il
totale dei "file" (servizi tg o gr, trasmissioni tv o radio)
analizzati è di 7153 (circa l'80% dei quali sono contenuti
radiofonici), vale a dire una media di circa 26 "passaggi" al
giorno in cui sono state trattate minoranze o eventi che
coinvolgessero appartenenti a minoranze.
Nella ricerca si intendono per minoranze alcuni gruppi sociali
soggetti a discriminazione, vale a dire gli immigrati, rom e sinti,
gay lesbiche e transessuali, religioni minoritarie e ex
tossicodipendenti ed ex detenuti. "Le minoranze sembrano risentire
di una marginalità informativa, a prima vista derivante da
una semplicistica, e quindi discutibile, equazione concettuale in
base a cui, riguardando una porzione ridotta della società, esse
sono destinate a suscitare un'attenzione ridotta da parte della
maggioranza del corpo sociale" si legge nel rapporto. Sotto accusa
finiscono il modo di selezionare le notizie nelle redazioni
radiotelevisive italiane, il linguaggio utilizzato e la scarsa
conoscenza dei fenomeni sociali da parte di chi fa informazione. I
giornalisti italiani scelgono le notizie in base a ciò che
ritengono di maggiore interesse per il pubblico e quindi le
minoranze, proprio perché tali, restano sullo 'sfondo' del panorama
informativo italiano. "Soltanto quando gli eventi legati alle
minoranze sono considerati il frutto di comportamenti "devianti"
questi sembrano assumere una maggiore visibilità, riuscendo a
soddisfare altre regole dell'informazione (ad esempio bad
news good news)" continua l'analisi Minorities
Stereotypes on Media, presentata oggi a Roma.
Migranti, rom, tossicodipendenti o omosessuali diventano temi
"appetibili" per i mass media italiani soltanto quando compiono
atti devianti e finiscono nel calderone della cronaca nera.
"L'esito finale che spesso ne deriva è la proliferazione di
argomenti simili, caratterizzati da linguaggi ripetitivi, capaci di
alimentare e perpetuare luoghi comuni e stereotipi - conclude la
ricerca - Le minoranze, sono una parte della realtà
sociale ritenuta "diversa" perché poco conosciuta".
Ad esempio l'immigrazione "spesso fa notizia quando
diventa problema o emergenza: così i migranti, o più semplicemente
gli immigrati, si trasformano in una minaccia costante
alla sicurezza e alla cultura degli italiani", si legge nel
rapporto Mister Media. Lo stesso trattamento viene riservato anche
a molte altre minoranze, producendo l 'equazione fra devianza e
minoranza, con effetti deleteri che influenzano la percezione
del pubblico. La ricerca è stata sia quantitativa che qualitativa e
si è avvalsa di alcuni 'focus group', uno dei quali si è tenuto con
giornalisti delle principali testate italiane fra radio, tv e
agenzie di stampa. Dall'incontro è emerso che " un ruolo decisivo
viene giocato anche dalla politica; in particolare,
osservando il ritratto radiotelevisivo delle minoranze è evidente
la stretta interdipendenza tra l'agenda dei media e i temi "caldi"
della politica". I media italiani risultano conformisti rispetto
alle versioni della realtà sociale fornite dai politici quando si
parla di minoranze. "In questo ambito - conclude la ricerca - il
discorso giornalistico incontra non poche difficoltà nella
creazione di un racconto autonomo della realtà, risentendo in molti
casi dei desiderata e dei protagonismi della politica". (rc)