"Niente facebook, twitter e sito". La parca dieta mediatica di Marcorè
CAPODARCO - Connessi si ma bravi a
"ritagliarsi spazi mentali in cui essere scollegato e concedersi
dei lussi come l'ozio e il silenzio''. E' parca la dieta mediatica
di Neri Marcoré che chiude l'edizione 2012 del Seminario di
Redattore Sociale, sollecitato da Marino Sinibaldi, direttore
di Rai Radio Tre. "La tecnologia è un'autoprigione, una
prigionia che ci infliggiamo da soli. Alcune cose me le risparmio a
priori: non ho facebook, non ho un sito mio. E quando esagero ho
orrore di me stesso"'.
Nell'infanzia di Marcorè le informazioni arrivavano, come per
molti, dai tg delle venti. "Io ero felice quando c'ero lo sciopero
dei giornalisti perché al posto del telegiornale c'erano i cartoni
animati. - dice suscitando risate e applausi - Adesso con questo
eccesso di fonti fai fatica". Tante voci diverse, tanta
informazione ma è difficile "riconoscere l'autorevolezza". Un
sistema che non è reversibile, che vive una dimensione bipolare tra
l'illusione di essere liberi e la paura di essere tracciati e
che per Neri Marcorè può finire per sviluppare un effetto
contrario: "Poi non leggi più niente".
Sollecitato da Sinibaldi su quanto la satira e la fiction
contribuiscano a informare e a formare l'opinione pubblica
racconta dell'unica volta in cui è stato censurato: "E' come se
qualcuno ti viene a rubare in casa, una violazione che lede la tua
libertà". Attraverso la satira, spiega, può raggiungere
l'informazione che non è arrivata attraverso i canali comuni o che
è stata censurata, perché la satira è informazione e
comicità messa insieme. L'attore ha anche spiegato le ragioni
che l'anno spinto a interpretare il personaggio di Vittorio
nel'ultima Fiction, Questo nostro amore, che racconta la storia una
famiglia ''irregolare'' nel 1967. "Parla anche dei diritti negati
di oggi. Indirettamente si poteva parlare dei pregiudizi e delle
pigrizie mentali che abbiamo anche oggi, basta sostituire ai
concubini le coppie di fatto, ai meridionali di allora
agli immigrati di oggi".
Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, chiude
il seminario ringraziando Marcorè: ''E' una persona riservata,
coerente e molto vicina ai nostri temi, è eccezionale". E confida
la commozione per la sua interpretazione di Papa Luciani nella
miniserie dedicata a Papa Giovanni Paolo I. Poi l'invito a
ritrovarvi a Redattore Sociale 2013, che segna i venti anni di
attività. ''Ci vediamo il prossimo anno''. (cch)