"Niente facebook, twitter e sito". La parca dieta mediatica di Marcorè

03dic2012
Chiude la tre giorni di Redattore Sociale. L'attore: "La tecnologia è un'autoprigione. Alcune cose me le risparmio a priori". Albanesi (Capodarco): "Neri coerente e molto vicino ai nostri temi"

Neri MarcorèCAPODARCO - Connessi si ma bravi a "ritagliarsi spazi mentali in cui essere scollegato e concedersi dei lussi come l'ozio e il silenzio''. E' parca la dieta mediatica di Neri Marcoré che chiude l'edizione 2012 del Seminario di Redattore Sociale, sollecitato da Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre. "La tecnologia è un'autoprigione, una prigionia che ci infliggiamo da soli. Alcune cose me le risparmio a priori: non ho facebook, non ho un sito mio. E quando esagero ho orrore di me stesso"'. 

Nell'infanzia di Marcorè le informazioni arrivavano, come per molti, dai tg delle venti. "Io ero felice quando c'ero lo sciopero dei giornalisti perché al posto del telegiornale c'erano i cartoni animati. - dice suscitando risate e applausi - Adesso con questo eccesso di fonti fai fatica". Tante voci diverse, tanta informazione ma è difficile  "riconoscere l'autorevolezza". Un sistema che non è reversibile, che vive una dimensione bipolare tra l'illusione di  essere liberi e la paura di essere tracciati e che per Neri Marcorè può finire per sviluppare un effetto contrario: "Poi non leggi più niente".

Sollecitato da Sinibaldi su quanto la satira e la fiction  contribuiscano a informare e a formare l'opinione pubblica racconta dell'unica volta in cui è stato censurato: "E' come se qualcuno ti viene a rubare in casa, una violazione che lede la tua libertà". Attraverso la satira, spiega, può raggiungere l'informazione che non è arrivata attraverso i canali comuni o che è stata censurata, perché la satira è informazione e comicità messa insieme. L'attore  ha anche spiegato le ragioni che l'anno spinto a interpretare il personaggio di Vittorio nel'ultima Fiction, Questo nostro amore, che racconta la storia una famiglia ''irregolare'' nel 1967. "Parla anche dei diritti negati di oggi. Indirettamente si poteva parlare dei pregiudizi e delle pigrizie mentali che abbiamo anche oggi,  basta sostituire ai concubini le coppie di fatto, ai meridionali di allora agli immigrati di oggi".

Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, chiude il seminario ringraziando Marcorè: ''E' una persona riservata, coerente e molto vicina ai nostri temi, è eccezionale". E confida la commozione per la sua interpretazione di Papa Luciani nella miniserie dedicata a Papa Giovanni Paolo I. Poi l'invito a ritrovarvi a Redattore Sociale 2013, che segna i venti anni di attività. ''Ci vediamo il prossimo anno''. (cch)

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