A Capodarco il “viaggio” di Arminio nei paesi invisibili
CAPODARCO DI FERMO - "Un particolare racconto di viaggio" è
il titolo del workshop tenuto da Franco Arminio, finalista del
Premio Paolo Volponi 2012, nell'ambito del Seminario per
giornalisti di Redattore Social. Arminio, maestro di
scuola elementare di Bisaccia, in provincia di Avellino, ha
dato una svolta alla sua vita proprio nel momento tragico del
terremoto dell'80 in Irpinia: "Quando la terra stava ancora
tremando mi sono reso conto che la mia vita stava cambiando. Vedevo
i giornalisti che andavano lì, si fermavano poche ore e scrivevano
pezzi che non mi piacevano un po' scontati, superficiali".
Da lì la curiosità di girare nei paesi intorno per vedere come
andavano le cose, dopo venti anni di "residenza ad oltranza" nel
proprio paese e la scrittura di una serie di
articoli-racconti-sensazioni raccolti nel libro "Terracarne.
Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia"
pubblicato recentemente e tra i tre finalisti del Premio Paolo
Volponi 2012, la cui serata finale si svolgerà stasera al Teatro
delle Api di Porto Sant'Elpidio.
Arminio non si sente giornalista, si definisce paesologo: "mi
definisco un paesologo, non sono un giornalista, giro, guardo,
osservo e porto il mio corpo, le mie paure, il mio disagio e tutto
questo si mescola con la tristezza del paese dove mi trovo." Lo
interessa raccontare la quotidianità di piccoli paesi di cui
l'Italia è ricca "perché la realtà è grandiosa e colossale e non
c'è nulla da aggiungere" e seppure spesso si tratta di luoghi quasi
abbandonati, "arrivare in un posto un po' dismesso a me da un po'
di gratitudine perché la realtà, soprattutto di certi posti,
fornisce sempre una continua amarezza". Per Arminio è importante
raccontare tutte queste situazioni, le scene di vita quotidiana che
vede, come un signore su una panchina, una goccia di sudore su una
maniglia di un'auto che in due secondi si asciuga "tutto quello che
un giornalista non può fare". Definisce il suo un punto di
vista più poetico ed originale, "non so fare né romanzo né
giornalismo, mi vengono fuori una serie di frasi e le butto giù, è
il mio corpo che si deposita sulla pagina; io scrivo così perché il
mio corpo funziona così, è il mio modo di raccontare:
tra il bombardamento della realtà e il mio corpo con tutto il mio
disagio".
Come asserisce il moderatore del workshop, lo scrittore Angelo
Ferracuti "la scrittura di Arminio si adatta ai luoghi abitati da
lunatici", citando Volponi. Franco Arminio collabora con diverse
testate locali e nazionali come "Il Manifesto", "Il Mattino" di
Napoli, "Ottopagine", "Corriere del Mezzogiorno", ed è animatore
del blog "Comunità Provvisoria" http://www.facebook.com/francoarminio?fref=ts