A Capodarco il “viaggio” di Arminio nei paesi invisibili

03dic2012
Il “paesologo”, finalista al premio Volponi 2012, racconta il suo modo poetico di vedere e di descrivere attraverso la scrittura i luoghi dove passa e si ferma ad osservare

CAPODARCO DI FERMO - "Un particolare racconto di viaggio" è il titolo del workshop tenuto da Franco Arminio, finalista del Premio Paolo Volponi 2012, nell'ambito del Seminario per giornalisti di Redattore Social. Arminio, maestro  di scuola elementare di Bisaccia, in provincia di Avellino,  ha dato una svolta alla sua vita proprio nel momento tragico del terremoto dell'80 in Irpinia: "Quando la terra stava ancora tremando mi sono reso conto che la mia vita stava cambiando. Vedevo i giornalisti che andavano lì, si fermavano poche ore e scrivevano pezzi che non mi piacevano un po' scontati, superficiali".

Da lì la curiosità di girare nei paesi intorno per vedere come andavano le cose, dopo venti anni di "residenza ad oltranza" nel proprio paese e la scrittura di una serie di articoli-racconti-sensazioni raccolti nel libro "Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia" pubblicato recentemente e tra i tre finalisti del Premio Paolo Volponi 2012, la cui serata finale si svolgerà stasera al Teatro delle Api di Porto Sant'Elpidio.

Arminio non si sente giornalista, si definisce paesologo: "mi definisco un paesologo, non sono un giornalista, giro, guardo, osservo e porto il mio corpo, le mie paure, il mio disagio e tutto questo si mescola con la tristezza del paese dove mi trovo." Lo interessa raccontare la quotidianità di piccoli paesi di cui l'Italia è ricca "perché la realtà è grandiosa e colossale e non c'è nulla da aggiungere" e seppure spesso si tratta di luoghi quasi abbandonati, "arrivare in un posto un po' dismesso a me da un po' di gratitudine perché la realtà, soprattutto di certi posti, fornisce sempre una continua amarezza". Per Arminio è importante raccontare tutte queste situazioni, le scene di vita quotidiana che vede, come un signore su una panchina, una goccia di sudore su una maniglia di un'auto che in due secondi si asciuga "tutto quello che un giornalista non può fare".  Definisce il suo un punto di vista più poetico ed originale, "non so fare né romanzo né giornalismo, mi vengono fuori una serie di frasi e le butto giù, è il mio corpo che si deposita sulla pagina; io scrivo così perché il mio corpo funziona così,  è il mio modo di raccontare:  tra il bombardamento della realtà e il mio corpo con tutto il mio disagio".

Come asserisce il moderatore del workshop, lo scrittore Angelo Ferracuti "la scrittura di Arminio si adatta ai luoghi abitati da lunatici", citando Volponi. Franco Arminio collabora con diverse testate locali e nazionali come "Il Manifesto", "Il Mattino" di Napoli, "Ottopagine", "Corriere del Mezzogiorno", ed è animatore del blog "Comunità Provvisoria" http://www.facebook.com/francoarminio?fref=ts

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