Discriminazione, Ordine giornalisti impugna la Carta di Roma contro L’Unione Sarda
ROMA - Il caso della "villa con piscina, vasca idromassaggio e aria
condizionata tra marmi e cotto" data come alloggio ad alcune
famiglie rom a Cagliari, in Sardegna, sollevato dall'Unione Sarda
la scorsa estate, finisce sotto la lente della Carta di Roma,
diventando così una delle prime volte in cui il protocollo
deontologico viene utilizzato pubblicamente per dare avvio ad un
procedimento disciplinare contro un giornalista e il direttore
della testata. A darne notizia è l'associazione Carta di Roma che
spiega: "è una delle prime volte che un Ordine regionale fa
pubblicamente riferimento alla Carta di Roma per motivare un'azione
disciplinare". Sotto accusa alcuni articoli comparsi sul quotidiano a metà agosto
e ora al vaglio dell'Ordine che ha avviato un procedimento
disciplinare contro Michele Ruffi, in qualità di autore degli
articoli e Roberto Casu, direttore responsabile, "per violazione della Carta di Roma".
A dare impulso al procedimento, la denuncia da parte
dell'Associazione sarda contro l'emarginazione dopo la
pubblicazione degli articoli in cui veniva raccontata la nuova
sistemazione di alcune famiglie rom dopo un trasferimento voluto
dal Comune di Cagliari in una discoteca dismessa sul litorale
quartese. Una struttura, come si legge in uno degli articoli incriminati, che "consta di
piscina, vasca idromassaggio e aria condizionata in ciascuna delle
quattro camere da letto. Il primo anno di affitto lo pagherà il
Comune".
Un racconto dei fatti che non ha convinto alcuni siti internet che, telecamera alla mano, hanno documentato lo stato di assoluto degrado della struttura, che invece era stata dipinta in più occasioni come una residenza di lusso. "Apprezziamo la decisione dell'Ordine della Sardegna - afferma Valentina Loiero, presidente dell'associazione Carta di Roma - perché questo dimostra che la Carta di Roma è entrata a pieno titolo nella deontologia professionale avvicinandola sempre più all'esempio della Carta di Treviso, che tutela i minori. Ci auguriamo che questo rappresenti un esempio per i giornalisti di altre Regioni dove si continuano a verificare attraverso la stampa violazioni soprattutto nei confronti delle comunità rom e sinti, seppure non sempre così eclatanti come nel dell'Unione sarda. Il rispetto del codice deontologico deve essere un obiettivo principale anche perché sia chiaro che non si tratta di buonismo ma di fare il nostro lavoro di giornalisti fornendo informazioni esatte e non istigando odi immotivati nei confronti di cittadini di origini straniere".