Immigrati: il web non li chiama “clandestini”, ma “cittadini del mondo”
ROMA - Completa, plurale, interdisciplinare e approfondita: sono
le caratteristiche dell'informazione che viaggia sul web. E quando
si tratta di notizie sugli immigrati, si scopre che la libertà di
Internet permette di svincolarsi dalla rappresentazione dei media
tradizionali, più stereotipata e basata sui pregiudizi.
E' quanto emerge dal volume "Etnie
e web. La rappresentazione delle popolazioni migranti e rom nella
rete Internet" pubblicato dall'Isfol, nella collana "I libri
del Fondo Sociale Europeo". L'indagine, svolta con ricerche
online effettuate attraverso Google e Google News, ha messo in
correlazione i termini "immigrazione" e "rom" con cinque parole
chiave: integrazione, sicurezza, criminalità, cultura, diritti. I
risultati confermano la potenzialità che offre la rete per trattare
i diversi argomenti in maniera estesa, approfondita e plurale. La
maggior parte dei documenti che trattano il tema dell'immigrazione
è contenuta nelle sezioni di approfondimento (quasi il 50%), nei
social media e nei siti dedicati all'argomento. Si segnala,
di contro, il carattere cronachistico delle notizie che riguardano
le popolazioni rom, contenute nei quotidiani e periodici on line.
Anche il livello di approfondimento riscontrato nella trattazione
del tema immigrazione dimostra che prevalgono documenti di media
lunghezza: analisi, inchieste, interviste. La rete consente poi di
pubblicare, oltre agli articoli, video, immagini, audio.
Anche in questo caso si evidenzia una significativa differenza con
il tema rom, in cui è discreta la presenza di notizie brevi (oltre
il 20%).
Anche il linguaggio del web, dall'indagine risulta meno
stereotipato rispetto ai media tradizionali. I termini più diffusi
per descrivere i protagonisti sono infatti "immigrato" e
"straniero", mentre i media tradizionali usano maggiormente
"immigrato" e "clandestino". Allo stesso tempo il linguaggio online
si presenta ricco di neologismi sintattici che rappresentano le
istanze di partecipazione e cittadinanza di cui le popolazioni
stesse sono portatrici ("cittadini del mondo") e le nuove identità
che vengono loro attribuite ("nuovi italiani"). Tra la terminologia
utilizzata si evidenziano espressioni con connotazione "positiva"
attraverso l'uso di sostantivi o aggettivi, come ad esempio:
"persona onesta", "lavoratore", "brave persone",
"contribuenti".
Il linguaggio della politica è invece ideologico e caratterizzato
da espressioni stereotipate che contribuiscono a deteriorare la
rappresentazione delle diverse etnie nell'immaginario collettivo
("abusivo", "comunitario nullafacente", "carne da macello"), se non
addirittura ad attivare paure e rifiuto dell'altro. Dunque, anche
nella rete circolano documenti dai contenuti razzisti o
discriminatori, ma l'ampiezza e la pluralità delle informazioni
possono garantire una più approfondita lettura degli avvenimenti e
promuovere quindi una conoscenza che tenga conto della complessità
dei fenomeni sociali, più libera dai pregiudizi e stereotipi e
attenta alle diversità. Per questo l'indagine riconosce a Internet
un ruolo importante per il contrasto alle discriminazioni.
Un altro punto di forza della rete è che consente di acquisire i
contenuti secondo la soggettività del consumatore: una logica
diversa da quella verticale che caratterizza la selezione
centralizzata delle notizie prodotte dai media tradizionali. E
ancora, un fenomeno interessante è l'attivismo in particolare dei
giovani di seconda generazione, nella conquista dello spazio
pubblico attraverso il web. Il monito dell'indagine è dunque
che le istituzioni riconoscano il potenziale della rete dando
maggiore visibilità in internet al loro operato in materia di lotta
alle discriminazioni e prevedendo campagne di informazione e
sensibilizzazione via web.