Immigrazione, arriva il glossario. Al bando la parola “clandestino”
ROMA - Un vero e proprio dizionario in trecento parole, tradotte
nelle principali lingue dell'Unione europea, per mettere fine alla
Babele del linguaggio legato all'immigrazione. È stato presentato
oggi a Roma il Glossario dei termini in materia di immigrazione e
asilo, realizzato dall'European migration network (Emn), che in
Italia fa capo al ministero dell'Interno, con il supporto tecnico
dei redattori del "Dossier Statistico Immigrazione"
Caritas/Migrantes.
Quella in italiano è la seconda versione del volume che a breve
verrà tradotto e diffuso in tutti gli stati europei. "È dal 2005
che stiamo lavorando a questo glossario, che vuole creare una
piattaforma comune tra i paesi membri sui termini dell'immigrazione
- spiega Antonio Ricci, curatore del testo - Abbiamo usato come
criterio l'acquis communautaire e le definizioni contenute
nella normativa europea". Per questo all'interno del volume
alcune parole non sono presenti, mentre per altre viene suggerito
un uso ponderato. "Il termine clandestino, che non ha valore
giuridico e che non viene utilizzato dagli altri pesi dell'Unione,
non è presente - aggiunge Ricci - C'è invece la definizione di
migrante irregolare". Non solo, ma secondo il curatore del volume è
necessario fare attenzione anche ad altri termini come "rimpatrio".
"Questo termine - afferma - viene usato anche nel caso delle
espulsioni, ma non è corretto. Per rimpatrio si intende, infatti,
il diritto di un rifugiato o di un prigioniero di guerra di tornare
al suo paese".
Il Glossario, nato per favorire un discorso corretto sul tema
delle migrazioni e facilitare lo scambio di informazioni tra gli
Stati membri, presenta per ogni termine non solo la traduzione
nelle diverse lingue ma anche la fonte giuridica di riferimento e
le definizioni correlate. Destinatari del volume sono tutti coloro
che si occupano di questi temi, dai politici ai giornalisti ai
mediatori culturali. "È uno strumento che permette di tradurre
correttamente il linguaggio sull'immigrazione ed è importante
perché un errore su questi termini può influire sulla vita delle
persone", sottolinea Lucio Battistotti, direttore della
rappresentanza in Italia dell'Unione europea. Anche Angelo
Malandrino, direttore centrale per le Politiche dell'immigrazione e
asilo del ministero dell'Interno, ha ribadito l'importanza di un
lavoro che "getta le basi per una corretta comprensione tra gli
Stati membri, nell'auspicio che ci sia presto un governo effettivo
dell'Europa sui temi dell'immigrazione".
Se infatti, in Ue passi in avanti sono già stati fatti in tema di
asilo, secondo Malandrino molto resta ancora da fare sulle
politiche dell'immigrazione. "Le politiche di ingresso vengono
lasciate alla sovranità degli stati - aggiunge - ci auguriamo che
presto tutto questo sia superato".
Infine, il preside della facoltà di Scienze della comunicazione,
Mario Morcellini, ha sottolineato che il significato del glossario
è che "incontrarsi a Babele è possibile", ricordando però come
spesso, alla base di una comunicazione non corretta su questi temi,
ci sia il sistema dei media. "Questo glossario è necessario perché
qualcuno le parole le ha sprecate- ha detto-. Come non accorgersi
che sui migranti c'è stato un vero e proprio esercizio della
pigrizia da parte del giornalismo italiano? Per questo è sta fatta
la Carta di Roma e esiste un osservatorio sui media. Speriamo che
questi strumenti servano a non far dormire più i giornalisti".
(ec)