Cie vietati alla stampa, mobilitati i parlamentari
ROMA - Il ritiro immediato della circolare del ministero
dell'Interno che impedisce di fatto ai giornalisti di entrare in
tutti i centri per migranti, siano essi di accoglienza o di
detenzione. E' quanto hanno chiesto alcuni parlamentari nel corso
di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata da
Articolo 21 dopo l'appello "Lasciateci entrare" promosso
da alcuni giornalisti, testate e siti come Redattore
Sociale, l'Unità , Il Manifesto e
l'osservatorio Fortress Europe. Per raggiungere questo
scopo saranno promosse alcune iniziative. Tra queste, una nuova
interrogazione parlamentare urgente presentata in identico testo
alla Camera e al Senato per chiedere al ministro dell'Interno
Roberto Maroni di riferire in aula e di abrogare la disposizione
inviata a tutte le prefetture. E anche una raccolta firme non solo
dei cronisti ma di tutti i cittadini per la libertà di stampa, con
una giornata di mobilitazione e di disobbedienza civile davanti
alle prefetture e ai centri che sarà organizzata nei prossimi
giorni.
"Non accettiamo la sospensione della Costituzione e della legalità
in nessun luogo sul territorio nazionale, non è una questione da
sollevare con una circolare - ha affermato il deputato Giuseppe
Giulietti (gruppo Misto) - il divieto è stato imposto anche ai
parlamentari e ora si impedisce ai cronisti di entrare nei centri
al seguito dei parlamentari, una cosa che è successa anche in
alcune tendopoli dopo il terremoto in Abruzzo". Jean Leonard Touadì
(Pd), tra i primi ad aderire all'appello dei giornalisti, ha
definito i centri "dei luoghi di non diritto, le piccole Guantanamo
del ministro Maroni, in cui le garanzie costituzionali sono sospese
con una circolare ministeriale, come l'articolo 21 sospeso vietando
l'accesso ai giornalisti che non possono entrare nei centri nel
momento in cui alcuni tunisini fanno lo sciopero della fame". Il
deputato democratico ha ravvisato una serie di gravi lesioni dei
diritti nella circolare 1305 del primo aprile scorso. "Si è
proceduto a un ingresso selettivo dove, come in tempi remoti della
nostra storia, è il governo che decide chi può entrare e chi no -
ha detto Touadì - La cosa grave è che anche l'importante
prerogativa costituzionale del sindacato ispettivo dei parlamentari
è stata soppressa con una semplice circolare. La circolare parla
genericamente di 'centri per immigrati' e non specifica nulla in
termini di Cie e di Cara. Il tutto avviene in un limbo normativo in
quanto il pacchetto sicurezza è illegale perché la norma europea è
primaria e l'Italia non ha applicato la direttiva europea sui
rimpatri del 2008. Siamo fuori dalla legalità internazionale. Non
sono potuti entrare il deputato Andrea Sarubbi e nemmeno Furio
Colombo, presidente della Commissione Diritti Umani della Camera
dei Deputati".
La circolare firmata dal ministro Roberto Maroni non è stata fatta
vedere ai giornalisti dalle prefetture, sono stati i parlamentari a
diffonderne una copia nel corso della conferenza stampa. "In
considerazione del massiccio afflusso di immigrati provenienti dal
Nord Africa e al fine di non intralciare le attività loro rivolte,
l'accesso alle strutture presenti su tutto il territorio nazionale,
di cui alla circolare n.1305 del 24 aprile 2007, è consentito, fino
a nuova disposizione, esclusivamente alle seguenti organizzazioni:
Acnur, Oim, Cri, Amnesty International, Medici senza frontiere,
Save the children, nonché a tutte le associazioni che hanno in
corso con il Ministero dell'Interno progetti in fase di
realizzazione nelle strutture di accoglienza, finanziati con i
fondi nazionali ed europei".
Per il senatore del Pd Vincenzo Vita "c'è un lato oscuro in questa
storia, perché è nostro dovere di parlamentari andare a valutare le
condizioni dei centri, la visita del sindacato ispettivo non è
negata nemmeno nelle carceri. I centri per migranti sono anomali,
luoghi inquietanti e si vuole impedire il racconto con il divieto
grottesco ai giornalisti di entrare. Chiediamo che venga abolita
questa circolare illegale, siamo indignati perché viene leso un
diritto elementare. Non si sa bene chi è lì che fine fa, come viene
trattato, c'è il legittimo sospetto che accadano cose che non si
devono sapere".
Alla conferenza è intervenuto anche Roberto Natale, presidente del
sindacato dei giornalisti, la Fnsi. "Questa circolare, ci segnalano
i colleghi, non era consultabile, oltre al fatto che le
disposizioni 'sine die' non sono da paese civile, non è accettabile
che l'attività di informare venga considerata un intralcio, non
siamo degli scocciatori- ha dichiarato- Ricordiamo al
ministro dell'Interno che la trasparenza è un dovere e un valore."
All'iniziativa e all'appello "lasciateci entrare" hanno aderito
anche il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori e i Radicali,
questi ultimi hanno presentato altre interrogazioni parlamentari.
Altre adesioni sa segnalare sono quella del giornalista Fabrizio
Gatti, che in passato si finse un migrante per entrare nel centro
di Lampedusa, e la Federazione delle chiese Evangeliche. Il
presidente Massimo Aquilante ha scritto in una nota che "è una
circolare pericolosa per la libertà di informazione e per la
dignità dei migranti" (raffaella cosentino)