Ordine Emilia Romagna: “Gli operatori dei media imparino a raccontare la realtà”

22mar2011
Sviluppare una sensibilità diversa nel trattare temi come l'immigrazione. È quello che dovrebbero fare i giornalisti secondo Bombonato, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna. “Danno la notizia ma non fanno la storia”

BOLOGNA - A pochi giorni dalla pubblicazione del report del Corecom sull'immagine degli immigrati nei telegiornali locali (vedi lancio precedente) da cui emerge che gli immigrati non hanno voce, sono presenti solo se protagonisti di fatti di cronaca nera o di eventi sportivi, il presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, Gerardo Bombonato, sottolinea: "Il problema riguarda l'informazione nella sua generalità, nei tg è più accentuato per motivi di spazio e di tempo". Secondo Bombonato il difetto dei giornalisti - "non di tutti, certo" - è che non si approfondisce mai, si dà la notizia di cronaca e non si fa la storia per far capire il contesto. "Ogni notizia ha un padre e una madre - chiarisce - Tirare il filo e metterle insieme è fondamentale perché chi ascolta capisca di cosa parliamo". E ciò vale per l'immigrazione come per le altre notizie.
 
"Il nostro è un giornalismo molto provinciale, ci perdiamo in retroscena e gossip e la politica occupa tutto lo spazio - spiega Bombonato - In altri Paesi non è così, El Pais, ad esempio, costruisce il giornale partendo dagli esteri e poi arriva ai fatti interni: se è vero che nel 2020 il 20% della popolazione sarà di origine straniera - conclude - come giornalisti non possiamo stare fermi e dobbiamo raccontare la realtà". Per farlo, i giornalisti dovrebbero maturare una sensibilità diversa verso certe tematiche. "Ben venga la ricerca, anche se non aggiunge una virgola a ciò che già sappiamo - afferma Bombonato - A questa indagine bisognerebbe aggiungere delle proposte, come, ad esempio, la formazione e l'educazione degli operatori dei media a sviluppare una sensibilità diversa nel trattare i temi dell'immigrazione e della multiculturalità".
 
Dalla ricerca del Corecom emerge che la formazione delle notizie si basa quasi sempre su fonti istituzionali e che gli immigrati non hanno voce sulle notizie che li riguardano. "Non voglio generalizzare - afferma Bombonato - ma capita spesso che i giornalisti non siano documentati o che abbiano un'agenda piena di relazioni telefoniche solo di chi una voce ce l'ha già". Non si tratta solo di una questione di mancanza di tempo, anche se la "fretta" è una costante del lavoro del giornalista, ma anche dei meccanismi di formazione della notizia e delle fonti. "Se ad esempio un cittadino eritreo viene coinvolto in un avvenimento - racconta - nell'agenda del giornalista dovrebbe esserci il numero di un rappresentante o di una voce autorevole di quella comunità". Gli immigrati non hanno voce, dunque, e non sono nemmeno presenti come giornalisti nelle redazioni locali. "La legge istituzionale dell'ordine sicuramente non aiuta - afferma Bombonato - ma la difficoltà non è tanto quella di diventare giornalisti, quanto l'essere inseriti nelle redazioni". Un problema che non riguarda solo i cittadini stranieri, ma anche gli italiani. "Esistono però esempi positivi - conclude - come Mondinsieme di Reggio Emilia che pubblica settimanalmente una pagina sulla multiculturalità". (lp)