Redazioni sempre più inaccessibili ai giovani giornalisti

04nov2011
Rapporto Lsdi. I contratti di praticantato complessivi sono passati nel corso dell'anno da 1.306 a 899 (-31%) con un sostanziale blocco del turn over. Gli autonomi sono aumentati del 7,7%

ROMA - Il lavoro autonomo cresce anche perché nelle redazioni sta diventando impossibiIe entrare per i giovani giornalisti, come dimostra la diminuzione secca dei rapporti di lavoro di praticantato complessivi nel corso dell'anno, da 1.306 a 899 (meno 31%) con un sostanziale blocco del turn over. Il dato è contenuto nel rapporto "Giornalismo, una professione sempre più frammentata" di Pino Rea del Laboratorio "Libertà di Stampa, Diritto all'Informazione" (Lsdi), presentato oggi nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana, in occasione della giornata europea dedicata ai giornalisti precari e freelance "Stand up for journalism". (vedi lancio precedente)
Gli autonomi effettivi sono aumentati del 7,7% nel 2010, passando da 23.213 a 25.011. Tra loro ci sono più donne che in passato. Le giornaliste freelance sono 10.600 (42,4%), con una crescita del 190% rispetto al 2002, quando erano 3.661 su 9.373 complessivi. In Veneto quasi un giornalista su 2 fa lavoro autonomo ed è iscritto alla gestione separata dell' Inpgi. Sul fronte economico, l' analisi delle denunce dei redditi mostra un ulteriore impoverimento della categoria. Cresce infatti in percentuale il numero delle ''denunce'' di reddito zero: 4.000 su 17.374 denunce presentate nel 2010 per il 2009, pari al 23,2%, contro il 20% dell' anno precedente.  Nel 2010 sei  giornalisti autonomi su 10 denunciano redditi inferiori a 5.000 euro (il 62%, contro il 55,3% dell' anno scorso), mentre calano quelli nelle fasce con redditi  fino a 25.000 euro (27,6% rispetto al 32,5%), fra 25 e 50.000 euro (7,5% rispetto all' 8,8%) e oltre i 50.001 (3% contro il 3,3%).

La Regione che ha perso il maggior numero di rapporti di lavoro è la Lombardia, con meno 285 unità, seguita dal Lazio (meno 168), anche se la Liguria (meno 121) sembra la regione che in proporzione ha subito il 'salasso' peggiore, con un calo da 562 a 441 rapporti. Seguono ancora Emilia-Romagna (meno 83) e Campania (meno 50). In percentuale in Lombardia il calo è stato del 4,8%, nel Lazio del 3%, in Liguria del 21,5%, in Emilia-Romagna del 6,3% e in Campania del 4,3%. In cinque regioni invece i rapporti di lavoro sono aumentati:  Calabria (più 15), Sicilia (8), Friuli Venezia Giulia (2), Val d' Aosta (2) e Abruzzo (1). 

Anche nelle pensioni la disparità è enorme.  Il 60,3% dei giornalisti pensionati, iscritti all'Inpgi1, ha un trattamento pensionistico compreso fra 50.001 e 100.000 euro. Quasi un giornalista pensionato su 10 (l' 8,6%) gode di un trattamento superiore ai 100.001 euro annui, mentre nel 2009 la percentuale era dell' 8,1%.  Tra gli autonomi invece, alla fine del 2010 l' Inpgi2 corrispondeva 899 pensioni (802 dirette e 97 indirette), i cui importi sono da fame. Sono 485 (il 60,2%) quelle che non superano i 500 euro annui, mentre nel 2009 erano il 63%. Quelle fra 501 e 1.000 euro sono 155 (19,3%; erano il 19,6% nel 2009), mentre sono 162 quelle superiori ai 1.000 euro (20,2%, contro il 17,4% dell' anno precedente). (rc)