Giornalisti, “lavorare per meno di 5 euro lede la dignità personale”
Roma - "Non possiamo più accontentarci di statistiche e
numeri, un collaboratore non è considerato nemmeno un lavoratore,
una persona che lavora per meno di 5 euro non è neanche una persona
a quel punto". E' quanto ha affermato il deputato Enzo Carra,
relatore alla Camera della proposta di legge sull'equo compenso
giornalistico, commentando la ricerca di Lsdi nel corso della
giornata europea contro il precariato nelle professioni "Stand up
for journalism". Il disegno di legge Moffa prevede, tra l'altro, di
concedere l'erogazione di contributi pubblici soltanto a quegli
editori che non sfruttano i giornalisti. "Che questa legge possa
essere da apripista per altre. E' stata firmata da esponenti della
maggioranza" ha detto Carra. La Commissione Cultura della
Camera dei Deputati nella seduta del 25 ottobre 2011 ha
adottato il testo definitivo del disegno di legge volto a
promuoverel'equità retributiva nel lavoro giornalistico. Il testo è
stato trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti per
l'espressione del parere necessario anche ai fini dell'eventuale
trasferimento in sede legislativa.
"L'accelerazione della legge in Parlamento è stata conseguenza di
una tragedia - ha spiegato il presidente dell'Ordine nazionale dei
giornalisti - il presidente della Camera, invitato a riflettere
dopo il suicidio del collega Pierpaolo Faggiano sulla giungla in
questa professione, si è fatto carico della proposta di legge".
Iacopino ha precisato che "la linea dell'Ordine è la chiusura di
alcune scuole e la non apertura di altre". Il prossimo 8 novembre
il Consiglio nazionale dell'Ordine discuterà l'approvazione
della Carta di Firenze sul precariato, che prevede la
sanzionabilità dei redattori e direttori che permettono lo
sfruttamento dei colleghi collaboratori. Ma la Carta è già sotto
attacco nelle stanze del potere del giornalismo italiano.
"In queste settimane c'è chi sta tentando di avvelenare i pozzi
per recuperare 4 miserabili preferenze per le elezioni dell'Inpgi.
Noi non stiamo facendo questa battaglia contro i colleghi
prepensionati - ha detto Iacopino - Non è morale che i colleghi
pensionati siedano alla stessa scrivania facendo lo stesso lavoro
che facevano prima. In molte testate, il comitato di redazione non
si accorge che il sito internet è pieno di colleghi prepensionati.
Visto che i Cdr non se ne accorgono, ho chiesto all'Inpgi di
fornire i nomi dei colleghi prepensionati, sono dati pubblici, ho
chiesto di fornire la documentazione relativa all'esistenza di
contribuzione dopo l'andata in pensione degli stessi colleghi. Ma
perché un editore deve assumere un giovane a 3000 euro, ovvio che
non lo inserirà mai se può far fare la stessa cosa a un collega che
seguiva il senato al quale fa un contratto di mille euro.
Incoraggiamo quest'opera di chiarezza".
Il segretario dell'Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti,
Franco Siddi ha affermato in apertura dell'iniziativa che "il
lavoro autonomo raramente è un lavoro vero, spesso è precario, in
altri casi vergognoso è il compenso dato dagli editori a fronte di
prestazioni quotidiane, la professione è in crisi ed è in
difficoltà". A peggiorare le cose si aspetta una nuova crisi in
arrivo nel 2012. "Lo sviluppo non c'è, è fermo e rischia di
diventare drammatico nel corso del prossimo anno - ha detto - se
nei prossimi sei mesi dovesse arrivare lo tsunami pubblicitario,
questa professione sarà investita da situazioni molto difficili".
Per il segretario del sindacato dei giornalisti "Il collaboratore
giornalista che si affida alla mano di dio dell'editore che fa
quello che vuole". La professione giornalistica è in crisi come
dimostra il calo dell'occupazione. "Gli occupati stabili sono
diminuiti, nel saldo entrate uscite abbiamo 200 contrattualizzati
in meno quest'anno per la prima volta, l'occupazione non cresce- ha
concluso - La solidarietà interna sempre difficile è oggi
indispensabile. Quando scoppiano le crisi e anche quando ci sono
posizioni di vantaggio, la categoria non è molto propensa ad
occuparsi attivamente in termini solidali di chi è massacrato nel
lavoro". (rc)