“Cronache di ordinario razzismo”: in Italia dal 2007 oltre 1300 casi e 16 morti
ROMA - Sono 861 i casi di discriminazione e di razzismo
monitorati sulla stampa e sul web tra il 15 luglio 2009 e il
31 agosto 2011, 1311 se si aggiungono quelli dal 2007 al 2009.
Da Rosarno a Adro a Lampedusa: le vicende di intolleranza e
xenofobia che hanno fatto il giro del mondo ma anche una raccolta
di storie molto meno note sebbene altrettanto gravi. Sono le
"Cronache di ordinario razzismo", titolo del nuovo libro bianco sul
razzismo in Italia, presentato da Lunaria al Salone dell'editoria
sociale a Roma. A distanza di due anni dal primo libro bianco sul
tema, l'associazione fa il quadro delle scelte istituzionali, degli
articoli dei mass media e delle ordinanze comunali dei sindaci
della Lega Nord sul "razzismo quotidiano" nel nostro paese. A
essere presi di mira sono i cittadini stranieri e i rom. Il volume
si propone di passare dalla denuncia alla costruzione di una
memoria collettiva sugli atti razzisti compiuti con sorprendente
'normalità' per offrire uno strumento utile a combatterli meglio.
Cronache di ordinario razzismo, edizioni dell'Asino, è un
lavoro collettivo di Paola Andrisani, Sergio Bontempelli, Andrea
Callaioli, Serena Chiodo, Giuseppe Faso, Filippo Miraglia, Grazia
Naletto, Maria Silvia Olivieri, Alan Pona, Enrico Pugliese,
Annamaria Rivera, Ilaria Traina ed è realizzato grazie alla
collaborazione con la Fondazione Charlemagne e con la Tavola
Valdese.
I dati raccolti parlano di un aumento esponenziale delle violenze.
Negli ultimi cinque anni 16 persone sono morte a causa di azioni
razziste. Una nel 2007, cinque nel 2008 e nel 2009, tre nel 2010,
due nel 2011. I casi di violenze fisiche nel complesso sono stati
350 dal 2007 a oggi. L'anno peggiore è stato il 2009 con il record
negativo di 127 episodi. Rispetto al 2008, quando si registravano
26 casi di violenze verbali, nel 2009 la cifra è schizzata a 126,
per aumentare ancora negli anni seguenti: 131 nel 2010, 202 nel
2011. La maggiorparte è propaganda razzista, come dichiarazioni,
discorsi, scritte e manifesti. In numero minore, ma sempre
elevato (poco meno di 200 casi), si tratta di offese, minacce o
molestie. Sempre negli ultimi cinque anni, 366 i casi di
discriminazione di cui 85 sono le ordinanze dei sindaci. Queste
ultime hanno conosciuto un picco a partire dal 2009, nel biennio
precedente infatti se ne erano registrate soltanto tre.
I moventi delle violenze o delle discriminazioni sono in gran
parte le origini nazionali o etniche (817 casi), seguiti dai tratti
somatici (226) e dall'appartenenza religiosa (173). Gli ambiti in
cui si sono verificate, sono soprattutto all'interno della sfera
pubblica, dei rapporti con le istituzioni e delle relazioni sociali
o della scuola. Si scopre così che gli autori di violenze e
discriminazioni sono nella maggiorparte dei casi (427 su 1311)
attori istituzionali e questo soprattutto dal 2009 in poi. Seguono
gruppi (391) e individui singoli (396).
Fra i gruppi che hanno commesso le azioni razziste, 125 non sono
noti, 153 sono non partitici, 74 di estrema destra e 39 sono gruppi
leghisti. I gruppi più presi di mira sono stati nell'ordine
rom, musulmani ed ebrei. Laddove era nota l'appartenza politica
degli autori di violenze e discriminazioni razziali, siano essi
singoli, gruppi o istituzioni, è stata registrata una prevalenza
della Lega Nord (170 casi), seguita dal Pdl (47), Pd (6) e Fli (3).
(rc)