La “passione criminale” dei Tg italiani
ROMA - Presentato il 26 gennaio a Roma il quarto rapporto sulla
sicurezza in Italia e in Europa, realizzato da Demos & Pi e
Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis. Il rapporto, giunto
alla sua quarta edizione, utilizza una doppia prospettiva: la
percezione sociale della sicurezza, nelle sue diverse dimensioni,
attraverso sondaggi d'opinione condotti in Italia e in altri 4
Paesi europei (Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania), e la
rappresentazione mediatica degli stessi temi, in base
all'indicizzazione dei Tg della televisione (pubblica e privata)
italiana e al confronto con l'informazione delle principali reti
pubbliche europee.
Diciamo subito che il rapporto presenta elementi di continuità con
il passato e alcune novità significative. Il principale elemento di
continuità concerne il peso della criminalità sui media e nei Tg in
Italia. Esso resta alto e, anzi, torna a crescere in modo
significativo, anche per ragioni specifiche (come evidenziato
nell'ultimo semestre anche dalla vicenda di Sara Scazzi, che ha
fatto "esplodere i Tg con 867 servizi in 4 mesi). Si tratta di un
aspetto che distingue l'informazione in Italia rispetto a ogni
altro Paese europeo. La distanza tra i notiziari televisivi
italiani e tutti gli altri, sotto questo aspetto, è netta. Nel 2010
il Tg1 ha dedicato oltre mille notizie ai fatti criminali, il
doppio rispetto al Tg pubblico spagnolo, tre volte rispetto a
quello inglese, quattro volte rispetto a quello francese e, infine,
ben diciotto volte rispetto al Tg pubblico tedesco.
Una sorta di "passione criminale" dei Tg italiani, che cozza con i
dati emersi dai sondaggi di Demos e Pragma e altri istituti
europei, che evidenziano l'affermarsi dei temi economici in testa
alle preoccupazioni dei cittadini. In particolare della
disoccupazione. E', questo, ciò che avviene nei cinque maggiori
Paesi dell'Ue: Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.
Infatti, interrogate sulle questioni da affrontare con maggiore
urgenza nel proprio Paese, 6 persone su 10 indicano problemi
economici: si va dall'89% della Spagna al 34% della Germania.
Vicine alla Spagna sono l'Italia (65%) e la Francia (63%), mentre
in Gran Bretagna l'economia preoccupa la metà della popolazione
(51%).
Tra le tematiche economiche, è il rischio legato al posto di lavoro
ad occupare una posizione dominante: quasi la metà del campione
interrogato, sia in Spagna (49%) che in Italia (48%), individua
nella disoccupazione la prima emergenza. E' il 36% dei francesi a
mettere al primo posto il tema del lavoro, mentre in Gran Bretagna
è la "situazione economica", nel suo complesso, a occupare la vetta
della graduatoria (22%), seguita dall'immigrazione (18%). Del tutto
specifica è invece la sequenza tedesca: la disoccupazione si ferma
al secondo posto (17%), superata dalla qualità del sistema
sanitario (18%), che assieme alla qualità della scuola accomuna
come preoccupazione oltre il 30% del campione.
Parallelamente, la criminalità non sembra suscitare particolare
timore. Gli stessi fenomeni migratori appaiono ridimensionati. Il
livello maggiore di preoccupazione verso i fatti criminali si
osserva in Italia e in Gran Bretagna, dove però solo il 5% degli
intervistati considera la criminalità come prima emergenza. E in
particolare per l'Italia il dato appare più basso rispetto al
recente passato.
La Gran Bretagna è, allo stesso tempo, il Paese dove sono più
intense le paure prodotte dal terrorismo (17%): un livello di
apprensione comparabile solamente a quello rilevato in terra
tedesca (13%). Gran Bretagna e Germania condividono, inoltre, una
specifica reattività sul tema dell'immigrazione: quasi un cittadino
britannico su tre (31%) e il 16% dei cittadini tedeschi citano i
fenomeni migratori tra le due questioni di prioritario rilievo.
(da.iac)