Criminalità, al Tg1 tre notizie al giorno
ROMA - Secondo il Rapporto realizzato da Demos & Pi e
Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis (che ha preso in
esame la percezione sociale della sicurezza attraverso sondaggi
d'opinione e la rappresentazione mediatica degli stessi temi sui
principali tg europei), il confronto con l'Europa sulla
criminalitàmette in luce anche significative differenze
quantitative e qualitative.
La quantità di notizie relative alla criminalità in Italia è
superiore a quella degli altri paesi europei: il
Tg1 nel 2010 ha 1023 notizie contro le 514 di Tve, le 307 di Bbc
One, le 255 di France 2 e le 60 di Ard, una media per l'Italia di
quasi tre notizie al giorno. La pagina della criminalità in Italia
è costante e occupata dalla criminalità comune: furti, rapine,
aggressioni distribuiti su tutto il territorio e non
tematizzati.
Ciò che accomuna le modalità di narrazione dei casi criminali nei
telegiornali europei è il superamento della cronaca. Essi diventano
occasione di dibattito in relazione al contesto sociale e politico.
La violenza di genere e le relative campagne di sensibilizzazione
in Spagna, l'uccisione di una poliziotta, le violenze nelle
banlieu e i relativi interventi di Sarkozy in materia di
sicurezza in Francia, la strage di Cumbria e la presunta
inefficienza dei servizi sociali in Gran Bretagna, gli abusi
sessuali, la pedofilia e il controllo sugli istituti educativi in
Germania: sono notiziabili in ragione della loro rilevanza
nell'agenda pubblica e politica. Questo tipo di tematizzazione è
quasi del tutto assente in Italia (basti pensare alla
rappresentazione del Caso Scazzi), se c'è, riguarda la trattazione
della criminalità organizzata, peraltro residuale sul complessivo
della criminalità.
Il confronto con l'Europa evidenzia alcuni scostamenti nelle
modalità di rappresentazione delle notizie ansiogene con gli altri
telegiornali.
Nei telegiornali europei viene assegnato ampio spazio alla crisi
economica: la percentuale di insicurezza è preminente in Germania
(27,1%) e Spagna (35,9%). È al secondo posto in Gran Bretagna
(24,4%) e in Francia (28,9%). Si tratta di notizie che riguardano,
complessivamente, la riduzione del potere di acquisto dei
cittadini, la crisi del lavoro e le pensioni.
La rappresentazione di un'insicurezza sul futuro è trasversale e
presente anche nella trattazione delle questioni sociali: la
difficoltà di trovare casa per l'aumento degli affitti o la
rinuncia alle ferie estive in Spagna, l'estensione degli assegni
sociali o ancora la mobilitazione contro l'aumento delle tasse
universitarie in Gran Bretagna, le difficoltà legate
all'integrazione dei cittadini extra-comunitari in Germania,
l'aumento delle richieste per le case popolari e dei centri di
distribuzione di beni di prima necessità in Francia. Dimensione che
riguarda anche l'immigrazione (4,5% nell'agenda europea, 1,3% in
Italia) che viene tematizzata, tranne in Italia, in relazione alle
politiche di integrazione, alle pratiche culturali (il velo per
esempio) e al lavoro.
In Italia, invece, la rappresentazione mediatica dell'insicurezza
legata a un peggioramento delle condizioni di vita si ferma al 5,6%
e segue la distruzione dell'ambiente (7,3%), la minaccia di atti
terroristici e i problemi di salute (6,6%). Essa si lega a fatti
specifici: la crisi della Fiat e l'aumento di alcuni beni, i tagli
e le relative proteste al settore della cultura e dell'istruzione.
È l'Italia che detiene il record dell'insicurezza legata a fatti
criminali: il 66,5% contro la media europea del 38,2%.
Insomma, alla rappresentazione in Europa di un'incertezza sul
futuro, globale che coinvolge la collettività fa da contraltare in
Italia "un'insicurezza specifica, locale e di tipo emergenziale".
(da.iac)