Giornalisti minacciati, Spampinato: “Lasciarli soli non è degno"
NAPOLI - "Tra gli ostacoli alla libera informazione, oltre alla
censura imposta dall'esterno, c'è l'autocensura". Questo il monito
lanciato dal presidente della Fnsi, Roberto Natale, in occasione
della presentazione del rapporto 2010 di Ossigeno, l'Osservatorio
sui cronisti sotto scorta promosso da Federazione nazionale della
stampa e Ordine nazionale dei giornalisti, in collaborazione con
Libera informazione, Unione nazionale cronisti italiani e Articolo
21, che si è svolta oggi a Napoli, presso la sede del quotidiano Il
Mattino. Per la seconda edizione del dossier è stata scelta una
data simbolica: il 23 settembre, giorno in cui veniva assassinato
25 anni fa il giovane giornalista "abusivo" Giancarlo Siani. "Un
ringraziamento va alla famiglia di Siani per aver legato la nostra
iniziativa al suo nome" dichiarano Roberto Natale e Alberto
Spampinato, responsabile dell'Osservatorio.
"I dati ci dicono - sottolinea Roberto Natale - che il numero di
giornalisti minacciati dalla camorra aumenta, molto più di quanto
si possa normalmente immaginare. Ma di loro non c'è traccia
nell'informazione nazionale, a cominciare dalla tv. Chi sono questi
cronisti che rischiano la propria vita per scavare a fondo alla
ricerca della verità? Nella maggior parte dei casi si tratta di
cronisti precari, che non possono neanche contare su uno stipendio
fisso a fine mese, il che è ancora più devastante". "Occorre
aumentare la 'scorta mediatica' - sottolinea il presidente
nazionale della Fnsi - e noi ci impegneremo in questa direzione
affinché l'Osservatorio, accanto agli interventi legislativi e
sindacali, possa incidere in qualche modo anche sulle scelte che si
fanno all'interno delle redazioni. Redazioni che dovrebbero essere
orientate all'informazione, ma che troppo spesso sono spinte da
logiche di intrattenimento e sensazionalismo".
Sulla stessa lunghezza d'onda Alberto Spampinato: "Non ci
illudiamo di vivere in un paese sicuro. Centinaia di giornalisti
subiscono continuamente minacce e intimidazioni: lasciarli soli non
è degno di una società civile". "Ci sono ancora persone e colleghi
che vi chiedono 'Chi ve lo fa fare?' - sostiene Spampinato - ma
sono gli stessi che fanno la raccolta differenziata delle notizie,
l'antitesi del vero giornalismo". Il giornalista si rivolge in
particolare ai cronisti presenti in sala: Rosaria Capacchione,
firma del Mattino minacciata dai Casalesi; Lirio Abbate,
giornalista dell'Espresso che ha subito intimidazioni per aver
fatto luce sulle collusioni tra criminalità organizzata e potere
politico; Arnaldo Capezzuto, ai tempi in cui scriveva per il
quotidiano cittadino Napolipiù, oggetto per ben quattro volte di
minacce da parte dei clan Giuliano e Mazzarella.
Quest'ultimo è stato il primo caso in Italia in cui un giornalista
ha denunciato e vinto la causa contro gli autori della minaccia:
Capezzuto dovrebbe avere anche un risarcimento di 10mila euro che,
insieme ai 25mila che dovrebbe ricevere l'Ordine dei Giornalisti
della Campania, serviranno a finanziare le attività sociali del
rione Forcella, dove è stata uccisa Annalisa Durante. Il giovane
giornalista napoletano è stato anche insignito, insieme a molti
altri, della targa per il Premio Siani, giunto alla sua settima
edizione con una giuria presieduta da Marco Risi, regista di
"Fortapàsc".