I direttori di testata analizzano i risultati dell’Osservatorio Carta di Roma
ROMA - Immigrazione e stampa tra "indifferenza", "dovere di
raccontare la normalità" e "giornalismo d'inchiesta". Ad analizzare
i risultati dell'ultimo semestre di ricerca dell'Osservatorio Carta
di Roma, presentati oggi, non sono stati solo gli studiosi e le
associazioni, ma anche i giornalisti. Numerosi direttori si sono
confrontati sulle scelte compiute dalle loro testate. Ecco allora
che Concita De Gregorio, a capo dell'Unità, è rimasta "sbalordita
che le notizie che riguardano il mondo intero siano ignorate dalla
stampa nostrana, soprattutto quando sono già apparse su un altro
quotidiano. L'antidoto a questa malattia è lasciare la parola ai
giornalisti e agli scrittori stranieri".
Per Mario Calabresi, il numero uno della Stampa, invece,
"l'integrazione è molto più avanzata di come la raccontano i
quotidiani: per questo il giornalismo deve raccontare la normalità,
e non solo la cronaca nera o le buone notizie o i casi eccezionali
dove gli stranieri sono dipinti come eroi, altrimenti non siamo
credibili". D'accordo con questa tesi anche Stefano Menichini,
direttore di Europa: "Non sono sicuro che parlando di 'best
practice' si possa cambiare la percezione del tessuto sociale, ed è
un equivoco che siano i media a definire l'opinione corrente ed ad
alimentare 'l'imprenditoria politica' della paura".
Non è invece della stessa idea Marco Tarquinio, direttore di
Avvenire. "Informare significa formare. A questo ruolo i cronisti
non possono pensare di essere esenti. E le battaglie mediatiche si
possono fare eccome". Di "parità di trattamento tra tutte le news,
di attenzione al linguaggio ma anche di notizie che vanno
specificate" ha parlato invece Giovanni Toti, alla guida di Studio
Aperto. "Se un rapinatore è italiano, rumeno o palermitano il
nostro interlocutore lo deve sapere: le cose vanno dette così come
stanno", ha commentato. Per Marco Sassano, giornalista del Resto
del Carlino, il problema è che "nessuno fa più giornalismo
d'inchiesta oggi", affermazione smentita da Alfredo Macchi, di News
Mediaset, che ha citato "Report" su Rai3. (mt)