"Giornalisti nonostante" la crisi economica e professionale
MILANO - Fare i giornalisti nonostante le difficoltà, la
crisi economica e il blocco delle assunzioni nelle redazioni dei
media tradizionali. Ma soprattutto fare un giornalismo di qualità.
È possibile e ne sono convinti i giovani giornalisti che hanno
parteciato alla quarta edizione del seminario di formazione di
Redattore sociale che si svolge a Milano intitolato, appunto,
"Giornalisti nonostante". E' il caso di Ginevra Battistini,
direttore del progetto sull'immigrazione "Mixa", che assieme ad
altri quattro giornalisti ha costituito una cooperativa per fare
informazione attraverso un sito internet e un mensile free press
che, da fine maggio, verrà distribuito in 30 mila copie a Milano.
"Vogliamo andare contro la fretta e la mancanza di cura. Ma questo
ha costi enormi, solo poche persone oggi possono permetterselo -
dice Ginevra Battistini -. Nessuno ti paga per fare un lavoro così.
Ci stiamo provando ma la fatica è tanta". Il sito (http://www.mixamag.org/) e il mensile parlano
di multiculturalità, integrazione raccontando il confronto tra
itlaiani e stranieri "promuovendo la conoscenza reciproca
attraverso il comune denominatore della lingua italiana", spiega
Ginevra Battistini, precisando che il progetto è sostenibile
economicamente grazie alla raccolta pubblicitaria.
Un'iniziativa simile a quella portata avanti da Gianluca Schinaia
e da altri 17 giornalisti (età media 28 anni) che hanno fondato la
cooperativa giornalistica "Fps - Fuori per servizio" nata
ufficialmente nel novembre 2009. "Sapevamo che difficilmente
avremmo trovato un posto nele redazioni tradizionali. E così
abbiamo deciso di metterci in gioco", spiega Gianluca Schinaia. La
cooperativa gestisce l'ufficio stampa per alcuni enti, cura
houseorgan di aziende ma produce anche contenuti giornalistici per
radio nazionali e locali, periodici e siti internet. "Ci
sonsideriamo giornalisti soprattutto. Abbiamo diverse idee che
vogliamo mettere in gioco, vogliamo essere un'avanguardia",
aggiunge Schinaia.
"Pechino è stata una delle mie risposte a quel "nonostante" -
spiega Gabriele Barbati, giornalista free-lance corrispondente
dalla capitale cinese per Sky tg 24-. Invece di restare a
fare la fila davanti agli uffici delle redazioni di Roma e Milano
ho deciso di partire". Arrivato in Cina nel 2006, Gabriele
Barbati sitrasforma in quello che gli americani chiamano "solo
journalist". Viaggia dotato di pc, videocamera e taccuino , scrive,
monta servizio radio-televisivi e aggiorna un blog. "Questa scelta
mi ha permesso di avere grande libertà e l'opportunità di seguire
grandi eventi come le Olimpiadi. Se si è flessibili, vale la pena
di gettarsi nelle mischia e di giocarsela", conclude. "Createvi una
professionalità forte, che vada al di là della luce riflessa che
viene dalle testate giornalistiche", incalza Simone Fanti,
caposervizio a "Il Mondo" che paragona il proprio handicap alle
difficoltà che i più giovani incontrano quando tentano di accedere
alle redazioni. "Non farò mai l'inviato di guerra, dal momento che
mi sposto in carrozzina - dice Simone Fanti-. E, ogni volta
che inizio una nuova avventura professionale, devo dimostrare
durante il colloquio che l'handicap non incide sulle mie capacità.
Ma questa professionalità può tranquillamente convivere con
l'handicap".