Il seminario di giornalismo della comunità “La Collina” diventa annuale
CAGLIARI - Un appuntamento che diventerà annuale, come un
seminario per fermarsi un attimo a guardare chi è rimasto indietro.
"Ci considerano ladri di lavoro o poveracci da aiutare, invece
siamo persone". Ha grandi occhi neri Mohammed, marocchino, che
nei giorni scorsi ha parlato al convegno-dibattito "Il giornalismo
ed il sociale", organizzato a Serdiana, nella sede della comunità
"La Collina" dall'Osservatorio media e minori, l'Ordine dei
Giornalisti e l'Associazione della stampa sarda e dal Tribunale per
i minori di Cagliari. Un incontro aperto non solo agli "addetti ai
lavori", al quale hanno partecipato giornalisti e operatori del
sociale, voluto per fare il punto sullo stato dell'informazione
sarda, sempre più alle prese con problemi che riguardano gli
immigrati, i deboli e gli emarginati. "Sembra
paradossale - dice Filippo Peretti, presidente dell'ordine - eppure
può capitare che i giornalisti siano disinformati. Dei nostri
stranieri sappiamo poco, anche perché spesso lavoriamo al telefono
o via mail, invece dovremmo sporcarci le scarpe". Al convegno hanno
partecipato anche Mauro Paissan, componente dell'Autorità garante
della Privacy, e Ottavio Olita (Articolo 21) che hanno sottolineato
il rischio di carenza di senso della solidarietà e "i milioni di
migranti - ha sottolineato Paissan - che in Italia non sono
rappresentati sulla stampa".
"Dovremmo recuperare la dignità della nostra professione - ha
spronato i giornalisti Franco Siddi, segretario della Federazione
nazionale della stampa - e per farlo dobbiamo poter incidere
sull'informazione, condizionata dai poteri forti". Il responsabile
della comunità "La Collina", don Ettore Cannavera, ha poi citato
l'esempio della guida di "Redattore Sociale" che dovrebbe essere
diffusa e utilizzata nelle redazioni, mentre per Lucia La Corte,
presidente del Tribunale per i minori "sono ancora troppe le volte
che la stampa dimentica le regole a protezione dei minori, i più
indifesi ed i più esposti". L'appuntamento diventerà annuale, come
annunciato da don Cannavera, perché trasformando quello che è nato
come un convegno in qualcosa di più simile ad un seminario di
approfondimento sulla salute dell'informazione sociale nell'isola,
ancora molto carente nelle pagine dei giornali. (fp)