Poco spazio ai disabili nella pubblicità: interrogazione alla Camera
ROMA - Comunicazione e disabilità. E' questo il binomio messo a
confronto nell'interrogazione a firma della radicale Maria
Antonietta Farina Coscioni e presentata a fine gennaio alla Camera.
Nell'atto si fa riferimento alla ricerca "Comunicare la
disabilità", condotta dall'"Osservatorio nazionale permanente sulla
comunicazione e la disabilità" della fondazione Università Iulm,
per conto dell'assessorato alla salute del comune di Milano, e
dalla quale emerge che i disabili sono "pesantemente snobbati dalla
pubblicità, costretti ad affidarsi al passaparola per scambiarsi
informazioni sui servizi, in guerra costante con il digital
divide", e cioè il divario esistente tra chi può accedere alle
nuove tecnologie (internet, personal computer) e chi no.
Dall'indagine emerge che i disabili e la loro quotidiana realtà
restano ancora troppo distanti dalle loro esigenze e vengono
rappresentati in maniera distorta.
In una nota dell'Osservatorio che accompagna i risultati
dell'inchiesta si legge infatti: "In primo luogo i disabili hanno
troppo spesso difficoltà ad accedere a notizie e servizi di
pubblica utilità e alle opportunità esistenti, perché non
adeguatamente comunicati". Inoltre "è ancora il passaparola lo
strumento più efficace per ricevere informazioni su servizi e
prestazioni, anche se si fa sempre più largo Internet". Per quanto
riguarda la pubblicità ancora non riesce a rappresentare
realisticamente la disabilità e la sua realtà: dall'analisi su un
database di 26 mila messaggi pubblicitari risulta, infatti, che
solo nel 3 per cento degli spot commerciali italiani è presente un
disabile, contro il 26 per cento degli spot stranieri. Quanto agli
spot sociali, quelli che hanno per protagonisti solo persone con
disabilità, all'estero raggiungono quota 47 per cento contro il 27
per cento dell'Italia dove quasi nella metà dei casi compaiono
affiancati da persone normodotate. Il messaggio, conclude il
rapporto, oscilla da un uso eccessivo dell'immagine pietistica fino
all'estremo opposto, quello del disabile "eroe" alla costante
ricerca di una spettacolarizzazione eccessiva. La parlamentare
con l'interrogazione intende richiamare l'attenzione del
governo su questi problemi, in particolare alla luce di quanto
emerso dal rapporto curato dall'Osservatorio nazionale permanente
sulla comunicazione e la disabilità. (dp)