I giornalisti? "Non sono la fonte di tutti i mali"
TORINO - Una mattinata, quella di venerdì 12 marzo a Torino,
dedicata all'informazione interculturale, con giornalisti, esperti
dei media e studiosi, con la presentazione della ricerca coordinata
da docenti dell'Ateneo torinese, primo step dell'Antenna
Informazione Interculturale nata su iniziativa di Paralleli -
Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest, con il sostegno della
regione Piemonte, dell'Università di Torino e dell'Ordine dei
giornalisti del Piemonte. Iniziativa che si richiama ai principi
della Carta di Roma e collegata alla Rete dell'Osservatorio
nazionale. Si è parlato di giornalismo e di una nuova società,
fatta anche di nuovi cittadini, della Carta di Roma, del linguaggio
dei media e di come lo straniero viene descritto dai mezzi di
informazione.
Una mattinata coronata da una tavola rotonda dedicata al futuro
dell' informazione interculturale. Lorenzo Del Boca,
presidente Ordine nazionale giornalisti ha sottolineato
l'importanza di iniziare a parlare di questi temi affinché ci sia
consapevolezza verso il fenomeno. "Esistono elementi grigi, - ha
sottolineato - il giornalista è lo specchio della realtà del paese.
Il primo cronista della storia fu l'uomo di Neanderthal, che
dipinse scene di caccia sulle pareti delle caverne, il giornalista
del futuro trasmetterà nelle galassie con il telepensiero, per
raccontare delle nuove conquiste". "Oggi la società è multi etnica
e questo dovrebbe raccontare il giornalista del presente, questo
nuovo fenomeno. Ma non lo fa, non è in grado di farlo, non ha gli
strumenti culturali". Fa fatica a capire i fenomeni, ha aggiunto, e
utilizza un linguaggio stereotipato della burocrazia o tecnico poco
comprensibile ai più. Necessario quindi un percorso di formazione
sulla società civile, usando un linguaggio diverso. Ed è compito
dei direttori dei giornali, spesso invece più rivolti ad altri
aspetti, di sollecitare l'attenzione su questo.
Roberto Natale, Presidente Fnsi, a proposito della Carta di Roma ha
affermato come ci si sia battuti molto per avere uno strumento che
facesse crescere l'attenzione su un tema così importante.
Un'esigenza nata soprattutto dopo la strage di Erba, dove,
uniformemente, tutti i mezzi di informazione, si scagliarono contro
Azuz. Fondamentale allora possedere uno strumento che sia,
certamente, di formazione per i giovani giornalisti (la Carta di
Roma sarà inserita nei testi dell'esame di Stato), ma che sia anche
utilizzata dai colleghi adulti, ovvero coloro che nel sistema dei
media hanno un'influenza maggiore.
Vittorio Sabadin, vicedirettore del quotidiano La Stampa ha
rimarcato invece come di questi tempi vi sia l'abitudine di mettere
i giornalisti sul banco degli imputati: "I giornalisti come fonte
di tutti i mali!". I giornali devono avere un ruolo sociale ed
etico, ha aggiunto, per lo sviluppo culturale. Purtroppo però
quelli più letti sono quelli scandalistici, ed ha citato il "Sun"
inglese, tabloid di gossip. "È la nostra società che non rispetta
le regole", e ha continuato, conoscendo bene la società inglese, in
quanto in passato corrispondente da Londra, "mentre in Inghilterra
l'immigrazione funziona perché, come gli altri cittadini, anche lo
straniero è rispettoso delle regole". Insomma, "se la situazione è
negativa, non è colpa dei giornali. E non sempre c'è pregiudizio,
spesso vi sono informazioni sbagliate". (rf)