Le notizie? Preziosi: “Riappropriarsi della banalità e dell’onestà del racconto”

29nov2010
Il direttore del Giornale Radio Rai ha chiuso la diciassettesima edizione del seminario di formazione per giornalisti Redattore Sociale. “Tornare alla cellula costitutiva della notizia. Tre cose da garantire: immediatezza, completezza e chiarezza”

CAPODARCO DI FERMO - Una vera lezione di giornalismo quella che Antonio Preziosi, direttore del Giornale Radio Rai. A lui è toccato chiudere la diciassettesima edizione del seminario di formazione per giornalisti Redattore Sociale, svoltosi come consuetudine presso la Comunità di Capodarco di Fermo.
A Preziosi il compito di far capire qual è "L'ordine delle notizie", dove la parola "ordine" fa riferimento alla gerarchia delle stesse, ma anche a possibili "pressioni" e ingerenze esterne sul lavoro del giornalista.

"Quando l'informazione è corretta? Quando è completa", ha affermato il direttore del Giornale Radio Rai. Aggiungendo: "Viviamo periodi di grande confusione, avvelenati dalle polemiche. Per questo occorre fare lo sforzo di tornare alla cellula costitutiva della notizia. Il giornalista non può essere fazioso, deve stare ai fatti. E per far questo, ripeto, occorre ritornare alla notizia, che è la materia prima del nostro lavoro. Senza accettare ordini, senza subire il fascino di altre cose… Il rapporto dev'essere diretto. Dobbiamo trovare con in fatti un'intima appartenenza".

Ma le notizie, quelle vere, non possono e non devono attendere. "La notizia c'è o non c'è. E se c'è, non si tiene in un ripostiglio. Al di là delle necessità della politica, dell'economia, dello spettacolo. Se non ce ne frega niente di queste cose, e quindi dei nostri lettori/ascoltatori, probabilmente qualche peccato lo faremo. In caso contrario, prendendo questi concetti come una sorta di anticorpi naturali, faremo bene il nostro mestiere".
Importante per Preziosi è la professionalità. "Con quella ci salviamo. E per questo credo nelle Scuole di giornalismo. Chi le frequenta, ha almeno 2 anni di confronto e di riflessione intellettuale".

Nel dettaglio della sua attività di direttore, Preziosi afferma di aver garantito almeno 3 cose: immediatezza, completezza e chiarezza.
Quanto alla prima, Preziosi ha ribadito che "la notizia si deve dare subito, dopo tutti gli accertamenti del caso". Sulla completezza, il direttore del Giornale Radio Rai ha evidenziato che "le non si danno a metà". Infine la chiarezza: "Bisogna parlare chiaro, farsi capire. Altrimenti parliamo solo alle 1500 persone di cui parlava Enzo Forcella nel suo libro ("Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico" - Forcella sosteneva che "un giornalista politico può contare su millecinquecento lettori: i ministri e i sottosegretari, dirigenti di partito, i parlamentari, sindacalisti, alti prelati e qualche industriale. Il resto non conta"- ndr)".

Già, proprio il rapporto con la politica. Ma inserirne un po' meno è possibile? Perché sempre i politici vengono chiamati a commentare qualsiasi argomento? Per Preziosi il segreto è quello di "dare il giusto peso. Lasciarla fuori significherebbe alimentare il sospetto che si parli di altro per non parlare di politica". E a precisa domanda sulla "gestione della notizia" e sul rischio che il giornalista giochi un ruolo spesso marginale se non strumentale, Preziosi ha precisato: "La chiave sta proprio nella capacità di non farsi strumentalizzare. La verità è un processo e ci si deve arrivare insieme. La verità è frutto di un rapporto dialettico e della riconquista di spazi di riflessione con noi stessi. Nonché della pluralità delle nostre fonti di informazione".
Ultima obiezione: si ha sempre più forte l'impressione che i media vogliano pubblicare più emozioni che notizie, più suggestioni che approfondimenti… "Don Picchi nel 1992 parlava di "Borsa dolori" - ha concluso Preziosi - con riferimento alla più nota 'Borsa valori'. Da parte mia sono sempre più convinto che la cronaca debba avere l'onestà e la banalità del racconto. Senza preoccuparsi di captare emozioni in chiave ascolti". (da.iac)

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