La paura del nuovo e la carica ansiogena dei media: chiuso il seminario di Capodarco
CAPODARCO - Si è chiuso con l'incontro con Antonio Preziosi,
direttore del Giornale Radio Rai, il seminario per giornalisti di
Capodarco, una tre giorni di riflessione sul tema della paura del
nuovo e di come essa possa essere costruita e decostruita dai
media. Circa 200 partecipanti hanno seguito, tra sessioni plenarie
e workshop, il filo rosso di questa diciassettesima edizione:
la carica ansiogena dei mezzi di comunicazione italiani - "l'Italia
è un Paese specializzato nella comunicazione dell'insicurezza e
nella trasmissione della paura", ha sottolineato Ilvo Diamanti in
apertura - sposta l'opinione pubblica e premia la politica, perché
"per essere rassicurati, abbiamo bisogno di insicurezza". Secondo
don Vinicio Albanesi si è spezzata la trasmissione di valori e
esperienze da padre a figlio e, in assenza di una patrimonio
ideologico condiviso e comune, ognuno rielabora pensieri e idee
legandoli al proprio giudizio, avendo come unico riferimento se
stesso. Da qui nasce un'opinione pubblica "liquida" e ondivaga, più
facilmente orientabile verso contenitori via via nuovi e diversi:
immigrati, rom, il povero o più in generale l'altro.
Per Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre e ideatore del
programma Fahrenheit, le ideologie, come lo scontro di civiltà o la
lotta di classe, non sono finite ma sono finite "le grandi
narrazioni delle ideologie". "Le grandi narrazioni finiscono quando
le sfere che rimangono fuori sono più importanti di quelle che
rimangono dentro", ha sottolineato Sinibaldi secondo cui la
questione centrale è chi forma l'opinione pubblica. "Diventa
difficile - ha detto - capire quali centrali formano l'opinione
pubblica e fanno circolare le narrazioni. Esistono gli imprenditori
della paura, ma siamo sicuri che siano in grado di affermare
sentimenti e valori? In parte sì e in parte noi, perché ognuno
di noi ha molte più possibilità di informazione rispetto al
passato".
Molto atteso l'appuntamento con Francesco Altan, storico autore di
fumetti e papà di personaggi molto amati, come Cipputi. "Le frasi
fatte e i luoghi comuni - ha detto - mi servono moltissimo per
avere un punto di partenza, si possono agganciare a un discorso
completamente diverso. A volte le battute ti vengono in venti
secondi ma a volte l'argomento è importante e devi trovare un modo
per aggredirlo. Lì aiutano le frasi fatte". "Io lavoro per
accumulazione :- spiega Altan - reagisco quando la misura è
colma". E sul tema della trasmissione di valori tra le generazioni
ha aggiunto: "In ognuno di noi si perdono delle formule più
generali, restano però dei punti di riferimenti sotterranei,
sentimentali più che razionali, che servono come punto di
riferimento".