Adolescenti, “paralisi di chiesa e istituzioni”

29nov2010
Al workshop sull' "incomprensibile normalità degli adolescenti" don Carpentieri ("FuoriDellaPorta"): "Ragazzi senza disagi conclamati, ma sempre pronti a esplodere". Corsi di deejay, make up e ricostruzione unghie per parlare un nuovo linguaggio

CAPODARCO - Rispetto agli interventi sugli adolescenti "la realtà ecclesiale e istituzionale a Roma gira su se stessa come una vite spanata, senza mai raggiungere l'obiettivo". Per questo don Giovanni Carpentieri, responsabile dell'associazione "FuoriDellaPorta", nata nell'ambito della Caritas capitolina e impegnata nel contrasto al disagio adolescenziale, ha cercato e costruito un nuovo approccio, offrendo ai suoi ragazzi corsi di deejay, make up e ricostruzione unghie e andando in piazza, nei centri commerciali e in discoteca, ad incontrarli. "C'è una paralisi di chiesa e istituzioni", spiega don Giovanni alla folta platea dei partecipanti al workshop "L'incomprensibile normalità degli adolescenti", nell'ambito del 17° seminario per giornalisti di Capodarco. Una "assenza nella presenza" quella rivolta agli adolescenti, che vuol dire autoreferenzialità nel realizzare eventi e vecchie logiche applicate a progetti e prevenzione, preoccupandosi più della propria visibilità che della reale efficacia.

I ragazzi che don Giovanni incontra non hanno disagi "conclamati", non sono tossicodipendenti, ragazzi madri, giovani detenuti, non sono  collocabili dentro un servizio e, sottolinea don Giovanni, non arriveranno mai a parlare con un assistente sociale, ma sono "sempre pronti a bollire, a esplodere, perché qualcosa non va". "Non sempre esplodono. - spiega - Di Dio non gli importa, ma della vita ancora meno". La dispersione scolastica è alta, la scuola è diventata un parcheggio - "si disperdono dentro" sorride don Giovanni -, pesano sul loro futuro carenze affettive, violenze in famiglia, sballo fin da giovanissimi. Sono "destrutturati", la loro settimana è di 5 giorni perché il sabato e la domenica diventano un tempo unico, e girano per le strade con il tom tom perché non hanno alcun legame con il territorio. A loro disposizione don Giovanni mette una casa, con tanto di cucina, dove seguire i corsi ma ancora di più dove incontrarsi, cucinare insieme, parlare e scambiare idee. L'associazione "FuoriDellaPorta" vive di volontariato e questa risorsa rappresenta anche un limite: "Abbiamo perso molti ragazzi, perché a un certo punto il volontariato finisce".

Se don Giovanni arriva tra giovani non segnalati dai servizi sociali, di segno diverso l'esperienza di Erica Valsecchi, educatrice e autrice di due libri su bullismo e abuso di alcol. "Noi siamo abituati ad aspettare, ci insegnano ad aspettare". I ragazzi arrivano ai servizi dopo la segnalazione e l'intervento delle forze dell'ordine; nella provincia di Lecco è possibile seguire fino a 130 ragazzi e i posti disponibili sono sempre tutti occupati. La realtà del nord ricco, centrata sul fare soldi e lavorare, non è meno problematica di altre regioni d'Italia. E' alta la dispersione scolastica e la crisi mette in ginocchio anche perché fa saltare il binomio di riferimento soldi/lavoro.

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