Adolescenti, “paralisi di chiesa e istituzioni”
CAPODARCO - Rispetto agli interventi sugli adolescenti "la
realtà ecclesiale e istituzionale a Roma gira su se stessa come una
vite spanata, senza mai raggiungere l'obiettivo". Per questo don
Giovanni Carpentieri, responsabile dell'associazione
"FuoriDellaPorta", nata nell'ambito della Caritas capitolina e
impegnata nel contrasto al disagio adolescenziale, ha cercato e
costruito un nuovo approccio, offrendo ai suoi ragazzi corsi di
deejay, make up e ricostruzione unghie e andando in piazza, nei
centri commerciali e in discoteca, ad incontrarli. "C'è una
paralisi di chiesa e istituzioni", spiega don Giovanni alla folta
platea dei partecipanti al workshop "L'incomprensibile normalità
degli adolescenti", nell'ambito del 17° seminario per giornalisti
di Capodarco. Una "assenza nella presenza" quella rivolta agli
adolescenti, che vuol dire autoreferenzialità nel realizzare eventi
e vecchie logiche applicate a progetti e prevenzione,
preoccupandosi più della propria visibilità che della reale
efficacia.
I ragazzi che don Giovanni incontra non hanno disagi "conclamati",
non sono tossicodipendenti, ragazzi madri, giovani detenuti, non
sono collocabili dentro un servizio e, sottolinea don
Giovanni, non arriveranno mai a parlare con un assistente sociale,
ma sono "sempre pronti a bollire, a esplodere, perché qualcosa non
va". "Non sempre esplodono. - spiega - Di Dio non gli importa, ma
della vita ancora meno". La dispersione scolastica è alta, la
scuola è diventata un parcheggio - "si disperdono dentro" sorride
don Giovanni -, pesano sul loro futuro carenze affettive, violenze
in famiglia, sballo fin da giovanissimi. Sono "destrutturati", la
loro settimana è di 5 giorni perché il sabato e la domenica
diventano un tempo unico, e girano per le strade con il tom tom
perché non hanno alcun legame con il territorio. A loro
disposizione don Giovanni mette una casa, con tanto di cucina, dove
seguire i corsi ma ancora di più dove incontrarsi, cucinare
insieme, parlare e scambiare idee. L'associazione "FuoriDellaPorta"
vive di volontariato e questa risorsa rappresenta anche un limite:
"Abbiamo perso molti ragazzi, perché a un certo punto il
volontariato finisce".
Se don Giovanni arriva tra giovani non segnalati dai servizi
sociali, di segno diverso l'esperienza di Erica Valsecchi,
educatrice e autrice di due libri su bullismo e abuso di alcol.
"Noi siamo abituati ad aspettare, ci insegnano ad aspettare". I
ragazzi arrivano ai servizi dopo la segnalazione e l'intervento
delle forze dell'ordine; nella provincia di Lecco è possibile
seguire fino a 130 ragazzi e i posti disponibili sono sempre tutti
occupati. La realtà del nord ricco, centrata sul fare soldi e
lavorare, non è meno problematica di altre regioni d'Italia. E'
alta la dispersione scolastica e la crisi mette in ginocchio anche
perché fa saltare il binomio di riferimento soldi/lavoro.