XV Redattore Sociale 28-30 novembre 2008

Algoritmi

L'informazione estranea

Intervento di Vinicio Albanesi

Vinicio ALBANESI

Vinicio ALBANESI

Sacerdote, presidente della Comunità di Capodarco e di Redattore sociale. Dal 1988 ha ricoperto la carica di presidente del tribunale ecclesiastico delle Marche per 15 anni ed è stato direttore della Caritas diocesana di Fermo per altri dieci. Dal 1990 al 2002 è stato presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca).

 

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TESTO DELL'INTERA SESSIONE*

Un approccio dal basso che sa descrivere e raccontare la realtà che vivi

Ogni anno subito dopo Natale insieme a Stefano Trasatti, nel momento in cui iniziamo a pensare al successivo seminario di Redattore Sociale, anzitutto scegliamo il contenuto da dare e successivamente il metodo con cui affrontare i contenuti. Sono assolutamente convinto che il futuro non viaggia sulle cose fatte bensì sulle idee e così quando abbiamo iniziato 15 anni fa con il nostro seminario, abbiamo fatto perlopiù affidamento sulle nostre esperienze personali per poi sviluppare di anno in anno nuove idee.
E' così partendo dall'esperienza nel mondo della disabilità e della marginalità, abbiamo iniziato a sviluppare temi per capire come far viaggiare questa idea che come ovvio deve svilupparsi di pari passo al trascorrere degli anni, confrontandoci dunque per elaborare un contenuto e tenendo conto ovviamente della realtà sociale che evolve. Il nostro è sempre un approccio dal basso ma non per presa di posizione bensì per il vissuto perché viviamo in una dimensione che è quella e così quella dobbiamo descrivere e raccontare.

Tutta la storia di Eluana Englaro noi ce l'abbiamo a due piani qui sopra e non è che sia la prima, e nel momento in cui tu vivi queste dimensioni devi saper essere in grado di narrarle, di raccontarle, perché raccontarle in certi modi invece che altri determina poi la sostanza. Io mi oppongo pubblicamente per non staccare la spina e non lo faccio per presa di posizione ma perché mi baso su una storia che tutti noi in comunità viviamo tutti i giorni: nel momento in cui diciamo di non staccare la spina è perché abbiamo non soltanto delle idee ma anche delle convinzioni, è per questo che nel momento in cui affrontiamo la realtà portiamo sempre avanti una visione vissuta. Stamattina prima di venire qua ho condotto una trattativa col dipartimento di salute mentale per la convenzione di una comunità di malati psichiatrici; gestiamo anche una comunità di adolescenti stranieri non accompagnati o abbandonati in Italia e pensate che sono stato contattato solo due giorni fa da due assistenti sociali di Roma che non riescono a trovare famiglie affidatarie o adottive. La situazione in Italia è appunto questa: ci saranno qualcosa come 50mila domande di adozione per tre bambini, poi in tutta Roma gli assistenti sociali sono disperati perché non riescono a trovare una famiglia. Si rivolgono a me famiglie che vogliono un bambino ma nel tribunale di Ancona non ne ha, poi vengo interpellato da due assistenti sociali di Roma che mi chiedono di trovargli disperatamente una famiglia per questi minori che vivono una situazione di emergenza e che non sanno dove mettere. Questi i motivi che ci spingono a sforzarci nel comunicare attraverso i protagonismi e attraverso le persone che interpelliamo, per entrare in questi mondi perché così la storia la racconti e progressivamente fai fare un salto di qualità all'informazione che diventa un'informazione a tutti gli effetti.

Leggere tutta la realtà così com'è e riconsegnarla con linguaggio comprensibile

Tutta la storia della crisi finanziaria è una storia da banditi, questi non hanno rispettato nemmeno la legge naturale la quale dice che un prestito che tu ricevi devi restituirlo, è il minimo del rapporto di convivenza: non l'hanno restituito primo e secondo hanno approfittato delle persone lese per sopravvivere ossia prima hanno calpestato le persone poi sui cadaveri dei calpestati hanno ricostruito il loro futuro. Scusate signori, può succedere tutto quello che volete ma qui siamo allo sconvolgimento delle leggi naturali e nei dibattiti qualcuno parla in maniera corretta e comprensibile? No, hanno tutti un linguaggio che è incomprensibile. Allora per riportare tutto a una dimensione reale, la prima condizione è quella di leggere la realtà, di leggerla così com'è, bella o brutta o radiosa… Alcuni passaggi sono fondamentali: il primo di questi è il rispetto e la dignità delle idee; il secondo passaggio è la coerenza dei comportamenti, siamo adulti mica bambini i quali fanno i capricci e giocano… Altro passaggio importante è il rispetto della giustizia, non si possono cambiare le carte continuamente ed incessantemente, se hai un gioco ed hai alcune regole poi siccome perdi non le puoi cambiare. Vedete l'esempio della questione Alitalia di questi ultimi giorni: se perdita di lavoro è un dramma per quelli dell'Alitalia, qualche giornalista dovrà pure percorrere altre strade, altri rioni, altri lidi per dire quanti posti di lavoro si sono persi in Italia, perché se non lo fa segue la corrente di una categoria forte e organizzata, ma la disperazione di piloti e stewart è uguale a quella di altre persone, lavoratori che si trovano senza lavoro e spesso senza nessuna forma di sostegno.

Siamo stati chiamati a creare benessere, ma vi siete posti la domanda che la spirale che dice consumare di più, produrre di più, per produrre benessere può interrompersi? Quante automobili dobbiamo avere, quanti maglioni dobbiamo comprare, quante paia di scarpe dobbiamo accumulare perché questo benessere non si perda? Noi potremmo, qui dentro, far campare altri dieci gruppi come noi se mettessimo a disposizione le camicie, le canottiere, le scarpe, i maglioni, i pantaloni che abbiamo; quindi la domanda, chi è intelligente, bisogna che se la ponga. Mi si potrebbe obiettare che non rispetto le regole del gioco, ma quali sarebbero queste regole? E chi le ha poste queste regole? E perché le devo rispettare? Spero di vivere abbastanza per capire quando questa tempesta passerà, ma potrebbe non passare e noi potremmo rappresentare la fase di transizione; tra due secoli forse decideranno e daranno la sintesi finale. Noi a volte abbiamo la raffinatezza di volere ad ogni costo andare a individuare le cause di tutto, probabilmente invece è arrivato il momento di dire che cosa posso fare io come giornalista.
La salvezza del mondo non la può dare nessuno, tantomeno un giornalista di tutto rispetto come noi. Che cosa possiamo fare invece? Possiamo andare a leggere la realtà, sapere chi informiamo e sapere su che cosa informiamo. Su che cosa informare? Adesso c'è la fortuna che anche tra ragazzi giovani sta emergendo questa capacità di andare a leggere anche al di là degli stereotipi, ne è esempio il libro Gomorra di Saviano ma anche La Casta dei giornalisti Stella e Rizzo che evidentemente hanno suscitato interesse e guarda caso che adesso alcune inchieste, alcuni dettagli stanno venendo fuori e non per creare lo scandalo.

Internet utile se lo si sa usare

Voi siete giovani e questa è una fortuna, utilizzatela bene questa vostra giovinezza, perché siete intelligenti, capaci, avete gli strumenti. Dal canto mio non parlo di internet perché per me è uno strumento dove ci sta di tutto e di più, ci sta grande conoscenza e grandi cavolate, è una macchina e come tutte le macchine sono state costruite dall'intelligenza ma non sono intelligenti.
E' anche uno strumento importante che permette di conoscere e scoprire, allargare, ma spetta a noi discernere. Ecco perché a voi l'augurio che il vostro mestiere diventi più difficile, ma diventi anche più bello; quindi armatevi di coraggio ma soprattutto di speranza, perché avete una missione, un compito, avete la possibilità di andare a leggere il mondo e farcelo conoscere, grazie.

* Testo non rivisto dall'autore.